Dopo una serie di annunci via tweet provenienti dai siti tradizionalisti, grazie alla rete di blog, siti e giornali online collegati alla fronda anti-Francesco, a mezzanotte del 23 settembre 2017 è stata pubblicata la preannunciata “correzione formaleˮ a Papa Bergoglio per i presunti errori contenuti nell’esortazione post-sinodale Amoris laetitia.
Ma a sorpresa il documento, che secondo quanto affermato da chi l’ha pubblicato è stato consegnato a Francesco l’11 agosto, non contiene le firme di cardinali: non quella dell’arcivescovo emerito di Bologna Carlo Caffarra (scomparso il 6 settembre) il quale a dire il vero mai aveva voluto parlare di “correzioneˮ al Papa; non quella del più battagliero porporato statunitense Raymond Leo Burke, il primo a usare questa espressione, che pure non ha appigli storico-canonistici seri; e nemmeno quella dell’anziano porporato tedesco Walter Brandmüller.
Non compaiono nemmeno firme di vescovi in comunione con Roma, neanche quella dell’ausiliare di Astana Athanasius Schneider, in assoluto il più mediaticamente esposto nelle critiche. L’unica firma vescovile è quella del superiore della Fraternità San Pio X, Bernard Fellay.
La “correzione formaleˮ presentata sotto forma di “correzione filialeˮ, firmata da 62 persone (40 sono i primi firmatari, gli altri si sono aggiunti più di recente) è stata resa nota all’unisono negli Stati Uniti dal sito ultra-tradizionalista Rorate caeli e in italiano dal blog di Sandro Magister, dalla Nuova Bussola Quotidiana diretta da Riccardo Cascioli e dal sito Corrispondenza Romana del professor Roberto De Mattei (quest’ultimo tra i firmatari).
Leggi testo integrale qui:
Correctio Filialis De Haeresibus Propagatis
Vi si afferma che «Per mezzo di parole, atti e omissioni e per mezzo di passaggi del documento “Amoris laetitia”, Vostra Santità ha sostenuto, in modo diretto o indiretto (con quale e quanta consapevolezza non lo sappiamo né vogliamo giudicarlo), le seguenti proposizioni false ed eretiche, propagate nella Chiesa tanto con il pubblico ufficio quanto con atto privato». Segue l’elenco delle presunte 7 false affermazioni che i firmatari deducono dalla loro interpretazione del documento papale e da altre affermazioni del Pontefice:
«1. Una persona giustificata non ha la forza con la grazia di Dio di adempiere i comandamenti oggettivi della legge divina, come se alcuni dei comandamenti fossero impossibili da osservare per colui che è giustificato; o come se la grazia di Dio, producendo la giustificazione in un individuo, non producesse invariabilmente e di sua natura la conversione da ogni peccato grave, o che non fosse sufficiente alla conversione da ogni peccato grave«.
«2. I cristiani che hanno ottenuto il divorzio civile dal coniuge con il quale erano validamente sposati e hanno contratto un matrimonio civile con un’altra persona (mentre il coniuge era in vita); i quali vivono ‘more uxorio’ con il loro partner civile e hanno scelto di rimanere in questo stato con piena consapevolezza della natura della loro azione e con il pieno consenso della volontà di rimanere in questo stato, non sono necessariamente nello stato di peccato mortale, possono ricevere la grazia santificante e crescere nella carità».
«3. Un cristiano può avere la piena conoscenza di una legge divina e volontariamente può scegliere di violarla in una materia grave, ma non essere in stato di peccato mortale come risultato di quell’azione».
«4. Una persona, mentre obbedisce alla legge divina, può peccare contro Dio in virtù di quella stessa obbedienza».
«5. La coscienza può giudicare veramente e correttamente che talvolta gli atti sessuali tra persone che hanno contratto tra loro matrimonio civile, quantunque uno dei due o entrambi siano sacramentalmente sposati con un’altra persona, sono moralmente buoni, richiesti o comandati da Dio».
«6. I principi morali e le verità morali contenute nella Divina Rivelazione e nella legge naturale non includono proibizioni negative che vietano assolutamente particolari generi di azioni che per il loro oggetto sono sempre gravemente illecite».
«7. Nostro Signore Gesù Cristo vuole che la Chiesa abbandoni la sua perenne disciplina di rifiutare l’Eucaristia ai divorziati risposati e di rifiutare l’assoluzione ai divorziati risposati che non manifestano la contrizione per il loro stato di vita e un fermo proposito di emendarsi».
«Tutte queste proposizioni – concludono i firmatari – contraddicono verità divinamente rivelate che i cattolici devono credere con assenso di fede divina… È necessario per il bene delle anime che esse siano ancora una volta condannate dall’autorità della Chiesa. Nell’elencare queste sette proposizioni, non intendiamo offrire una lista esaustiva di tutte le eresie ed errori che ad una lettura obbiettiva di “Amoris laetitia”, secondo il suo senso naturale e ovvio, il lettore evidenzierebbe in quanto affermati, suggeriti o favoriti dal documento. Piuttosto ci riferiamo alle proposizioni che Vostra Santità, mediante parole, atti e omissioni, ha in effetti sostenuto e propagato, causando grande e imminente pericolo per le anime».
Il documento e l’elenco dei suoi sostenitori è online in un sito tradotto in sei lingue: le 7 eresie formulate in latino sono accompagnate da altri materiali. La firma più di spicco, e per certi versi più contigua al mondo vaticano, tra quelle rese note in calce al documento, è quella del banchiere piacentino Ettore Gotti Tedeschi (foto in alto), già presidente dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR), defenestrato nel 2012. Oltre al nome di Fellay ci sono altre firme di sacerdoti, studiosi, giornalisti e blogger originari di 20 diverse nazioni, direttamente riconducibili al mondo lefebvriano, del tradizionalismo e della destra cattolica.
Fonte: La Stampa
robyuan
1884 commenti
popolarità 930
nerio
427 commenti
popolarità 337
Consuelo
870 commenti
popolarità 1273
LA PROFANAZIONE DELL’EUCARESTIA E’ COMINCIATA – ed è una realtà nella Diocesi di Torino
Da leggersi sul blog di Maurizio Blondet
ronin
1400 commenti
popolarità 1604
Correctio filialis de haeresibus propagatis
https://www.corrispondenzaromana.it/correctio-filialis-de-haeresibus-propagatis/
Beatissimo Padre,
con profondo dolore, ma mossi dalla fedeltà a Nostro Signore Gesù Cristo, dall’amore alla Chiesa e al papato, e dalla devozione filiale verso di Lei, siamo costretti a rivolgerLe una correzione a causa della propagazione di alcune eresie sviluppatesi per mezzo dell’esortazione apostolica Amoris laetitia e mediante altre parole, atti e omissioni di Vostra Santità.
Ci è consentito fare questa correzione in virtù della legge naturale, della legge di Cristo e della legge della Chiesa, tre cose che Vostra Santità è chiamato dalla divina Provvidenza a proteggere. Dalla legge naturale: poiché come gli inferiori per natura hanno il dovere di obbedire ai loro superiori in tutte le cose previste dalla legge, così essi hanno il diritto di essere governati secondo la legge e pertanto di insistere, qualora ci fosse bisogno, che i loro superiori così governino. Dalla legge di Cristo: poiché il suo Spirito ispirò l’apostolo Paolo di rimproverare Pietro in pubblico quando quest’ultimo non agì secondo la verità del Vangelo (Gal 2). San Tommaso d’Aquino nota che questo rimprovero pubblico di un inferiore al superiore fu lecito in ragione dell’imminente pericolo di scandalo concernente la fede (Summa Theologiae 2a 2ae, 33, 4 ad 2) e la “Glossa di Sant’Agostino” aggiunge che, in quell’occasione, «Pietro stesso diede l’esempio ai superiori di non sdegnare di essere corretti dai sudditi, quando capitasse loro di allontanarsi dalla giusta via» (ibid). Anche la legge della Chiesa ci costringe a ciò, poiché afferma che «i fedeli […]in modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, […] hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa» (Codice di Diritto Canonico, can. 212, § 2 e 3; Codice dei Canoni delle Chiese orientali, can. 15, § 3).
È stato dato scandalo alla Chiesa e al mondo, in materia di fede e di morale, mediante la pubblicazione di Amoris laetitia e mediante altri atti attraverso i quali Vostra Santità ha reso sufficientemente chiari la portata e il fine di questo documento. Di conseguenza, si sono diffusi eresie e altri errori nella Chiesa; mentre alcuni vescovi e cardinali hanno continuato a difendere le verità divinamente rivelate circa il matrimonio, la legge morale e la recezione dei sacramenti, altri hanno negato queste verità e da Vostra Santità non hanno ricevuto un rimproveroma un favore. Per contro, quei cardinali che hanno presentato i dubia a Vostra Santità, affinché attraverso questo metodo radicato nel tempo la verità del vangelo potesse essere facilmente affermata, non hanno ricevuto una risposta ma il silenzio.
Santo Padre, il ministero petrino non Le è stato affidato perché imponga strane dottrine ai fedeli, ma perché Lei, quale servo fedele, custodisca il deposito fino al……………………….
…ecc…
…