A settembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori aumenta in misura consistente, passando da 111,2 a 115,5 e tornando ad allinearsi sui livelli del primo trimestre 2016; anche l’indice composito del clima di fiducia delle imprese sale da 107,1 a 108 confermando la dinamica positiva rilevata nei mesi precedenti. Lo ha comunicato l’Istat.
Tutte le componenti del clima di fiducia dei consumatori sono in aumento seppur con intensità diverse: la componente economica e quella futura aumentano marcatamente mentre l’incremento è più contenuto per la componente personale e per quella corrente.
Più in dettaglio, emerge un deciso aumento del saldo sia dei giudizi sia delle aspettative sulla situazione economica del Paese nonché un forte ridimensionamento delle aspettative sulla disoccupazione; il saldo relativo all’opportunità attuale all’acquisto di beni durevoli registra un marcato incremento.
Infine, aumenta il numero degli interpellati che ritiene possibile risparmiare in futuro (orizzonte temporale: 12 mesi).
Quanto alle imprese, nel mese di settembre si segnala un aumento del clima di fiducia in tutti i settori ad eccezione dei servizi.
In particolare, il clima di fiducia migliora nel settore manifatturiero, in quello delle costruzioni e nel commercio al dettaglio (i climi passano, rispettivamente, da 108,5 a 110,4, da 128,4 a 132,1 e da 105,3 a 108,8); nei servizi l’indice rimane invariato rispetto al mese precedente (a quota 107,0).
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Imprese e consumatori italiani avvertono in maniera più netta la ripresa della congiuntura e mostrano maggiore ottimismo sulle prospettive dell‘economia nazionale, che quest‘anno dovrebbe centrare una crescita di 1,5%, la migliore dal 2010.
E’ l‘istantanea scattata dagli indici di fiducia di settembre a cura di Istat, tra cui emerge, in particolare, il balzo di quella delle imprese manifatturiere, il cui indice sale a 110,4 da 108,5 (108,1 le attese), toccando il livello più alto da agosto 2007.
“Si tratta dell‘elemento probabilmente più incoraggiante”, sottolinea Paolo Mameli, economista di Intesa Sanpaolo. “Viene segnalato un aumento degli ordini sia nazionali che esteri, e questo attenua i timori di un impatto negativo del recente apprezzamento dell‘euro”.
Nel mese di settembre, sottolinea Istat, emerge un aumento del clima di fiducia in tutti i settori, ad eccezione dei servizi, dove è rimasto stabile.
L‘indice complessivo sul clima delle imprese – manifattura, servizi, commercio e costruzioni – sale a 108,0 da 107,1 di agosto. Anche in questo caso è il livello più alto da agosto 2007.
“La situazione complessiva delle imprese migliora e questo è un segnale positivo per gli investimenti che dovrebbero mostrare un maggiore vivacità”, aggiunge Mameli.
Sul fronte dei consumatori, la fiducia sale a settembre a 115,5 da 111,2 (rivisto da 110,8) di agosto. Si tratta del livello più alto da gennaio 2016. La mediana delle stime raccolte da Reuters fra gli analisti indicava un indice a 110,8.
“Ci aspettavamo una moderazione della crescita dei consumi, che invece potrebbero mostrare una certa tenuta, a conferma di una ripresa che si poggia molto sulla domanda interna”, prosegue Mameli.
Da sottolineare il calo dell‘indice delle aspettative sulla disoccupazione, sceso a 11,7 da 30,5 in agosto, di pari passo con quello relativo alle attese sulla situazione economica dell‘Italia, passato a -1,1 da -21 del mese precedente.
“E’ il segnale che il miglioramento del mercato del lavoro comincia ad essere percepito maggiormente dalle famiglie”, conclude Mameli. (Reuters)