Il mercato del libro sembra uscire stabilmente dalla recessione e punta dritto alla ripresa, insomma “si leva un sospiro di sollievo per il mercato”, afferma il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie), Ricardo Franco Levi, ma “la strada è ancora lunga”.
La conferma della svolta, dopo la chiusura positiva del 2015, viene dalle performance del 2016 in cui si consolida la crescita del fatturato complessivo, con un +1,2%. E anche per il primo semestre del 2017 i segnali sono positivi: i canali trade, al netto della Gdo; cioè librerie di catena e indipendenti, store online senza Amazon, fanno segnare nella prima parte del 2017 un +1,1% a valore. Resta ancora in campo negativo il dato a copie (-1,3%, pari a circa 740mila copie di libri venduti in meno) anche se il calo risulta più contenuto rispetto al -3,9% dello stesso periodo dello scorso anno. Questi i dati principali emersi dal Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2016, a cura dell’Ufficio Studi dell’Aie, presentato alla Buchmesse di Francoforte.
Dagli anni della crisi l’editoria libraria italiana “esce sicuramente più internazionale”, sottolinea il Rapporto “con una maggiore capacità di proporre e vendere diritti degli autori italiani sui mercati stranieri (non più solo per bambini e ragazzi, ma anche titoli di narrativa) e di realizzare coedizioni internazionali, soprattutto nel settore arte e bambini, che insieme rappresentano il 76% dei titoli in coedizione”. Il mercato e-book, nonostante sia cresciuto meno di quanto si prevedeva, vale oggi oltre il 5% del totale, mentre quello del digitale nel suo complesso il 13% (nel 2011 era il 5%).
Il rapporto, tra luci e ombre, pone l’attenzione su come il settore stia uscendo dalla ‘tempesta’ seppur con ritmi di crescita troppo lenti per tornare in tempi brevi ai valori del 2010, cioè pre-crisi. Da allora il perimetro di mercato si è infatti ridotto di circa 242 milioni di euro nei canali trade (quelli rivolti al pubblico: librerie, online e grande distribuzione organizzata).
Anche stimando le vendite di Amazon (120 milioni di euro nel 2016), il mercato risulta ridotto di 122 milioni rispetto al 2010. Da allora i canali di vendita sono profondamente cambiati: cresce l’online, cala la grande distribuzione, tiene la libreria.
Consuelo
870 commenti
popolarità 1273
nerio
427 commenti
popolarità 337
ll Corano, parola dell’ AD della più importante casa editrice italiana,che se non sbaglio è anche una delle prime al mondo. Questa azienda ha poco più di 260 dipendenti e negli ultimi anni ha assunto i 200 che per obbligo sono tutti islamici in quanto il Corano mai può essere toccato da un infedele, nemmeno quando è in embrione su lamine di albero. Quindi la catena di produzione “certificata” di questa stamperia per quanto riguarda il testo islamico è totalmente in mano ai dipendenti islamici che il titolare ha assunto per far fronte agli ordini che ormai evade per tutto il pianeta e non solo per il nostro paese essendo stato visitato dai responsabili religiosi deputati ai controlli che gli hanno dato il via anni fa e ora sono clienti soddisfatti.