Intervistato sul Corriere della Sera da Lorenzo Salvia, il sottosegretario all’Economia Massimo Bitonci (Lega) spiega cosa ci sarà in concreto nella nuova edizione della pace fiscale. «Premesso che molte cose sono ancora in fase di elaborazione, posso dirle che in quella che noi chiamiamo pace fiscale 2.0 non ci sarà una rottamazione quater delle cartelle. Ci sarà, invece, il potenziamento di alcuni istituti già previsti, come l’accertamento con adesione e la conciliazione, che consentono di chiudere i conti con il Fisco quando il contenzioso è partito da accertamenti di tipo presuntivo o induttivi puri, come i vecchi studi di settore. In questo caso sarà possibile chiudere il contenzioso senza versare interessi e sanzioni e tagliando una percentuale, ancora da definire, dalla somma dovuta».
Ci sarà anche la procedura per far emergere i contanti nelle cassette di sicurezza? «Sì, la stiamo studiando. Sarà su base volontaria e, sia chiaro, riguarderà solo le somme non dichiarate al Fisco. Non quelle che possono derivare da altri reati, come il riciclaggio o peggio ancora». Come funzionerà? «Intanto riguarderà solo le cassette di sicurezza in Italia. Si dovranno pagare le relative imposte sul reddito, applicando l’aliquota Irpef del proprio scaglione, cioè dal 23 al 43% a seconda dei casi. E anche l’Iva se si è soggetti a partita Iva. Ma entrambe le tassazioni si applicheranno solo su un parte dei contanti che si vogliono sanare. Le ipotesi sono 30, 40 o 50%, dobbiamo decidere». Perché solo su una parte? «Perché ci sarà la presunzione che queste somme siano state prodotte non solo negli ultimi cinque anni, cioè quelli possibili per l’accertamento fiscale».