Carta di credito, documento di identità, tessera sanitaria: il governo su proposta del MoVimento 5 Stelle vuole facilitare l’uso dei pagamenti elettronici in un paese in cui l’86% delle spese dei consumatori viene effettuato ancora in contanti. Il progetto di tessera unica è stato avviato dal sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Alessio Villarosa.
In un’intervista al Sole 24 Ore Villarosa spiega che un solo documento includerà carta d’identità, tessera sanitaria e persino carta di credito. “Sarà una vera rivoluzione: la carta unica – dice Villarosa – avrà carta d’identità, tessera sanitaria, identità digitale e possibilità di attivare in conto di pagamento presso qualsiasi sportello bancario o postale”.
Perché la misura entri in vigore ci vorrà ancora del tempo, tuttavia. Bisognerà prima sciogliere dei nodi legati a tecnologia e privacy. Quest’ultimo aspetto, in particolare, è particolarmente controverso. Accorpare in un unico documento tutti i dati sensibili e personali crea dilemmi dal punto di vista etico e delle libertà personali.
Il MoVimento 5 Stelle, assicura Villarosa, sta studiando un modo per assicurare il rispetto sella privacy di ciascuno. “Stiamo al momento lavorando sul layout perché deve garantire gli standard internazionali sui quali ci si è accordato con gli altri Paesi ma siamo certi troveremo la quadra”.
Se per i singoli individui la carta unica potrebbe creare qualche problema, dall’altro consentirebbe di procedere in modo meno indolore e più rapido all’introduzione dell’obbligo per la Pubblica Amministrazione di accettare solo pagamenti elettronici. Sarebbe uno stratagemma per intensificare la lotta contro l’evasione fiscale.
In molte città, riferisce il quotidiano di Confindustria, “gli sportelli dell’anagrafe già oggi accettano pagamenti solo elettronici e l’obbligo potrebbe essere generalizzato a tutta la Pubblica amministrazione, incluse le società che forniscono servizi pubblici”
In Italia l’86% delle transazioni effettuate nei punti vendita avviene in contanti, un valore di circa sette punti superiore alla media dell’Eurozona. In questo frangente l’Italia è tra i grandi Paesi europei quello con la percentuale più alta. Anche per quanto riguarda la somma complessiva delle transazioni l’Italia è al di sopra della media dei Paesi dell’area euro e lo è di addirittura 15 punti. La percentuale è quella più elevata tra le principali economie d’Europa.