La Confindustria tedesca è contraria al dogma del Fiscal Compact e vorrebbe che il governo Merkel si concentrasse più sulle spese per rilanciare gli investimenti piuttosto che intestardirsi con i vincoli di bilancio.
Ad esprimere il pensiero degli industriali di Germania in un periodo particolarmente delicato per l’economia, sull’orlo della recessione tecnica, è Dieter Kempf, numero uno della Bundesverband der Deutschen Industrie (Bdi), l’organizzazione di tutte le federazioni di settore dell’industria tedesca.
Il messaggio è chiaro: servono più investimenti pubblici. “Ci chiediamo se non sarebbe sensato derogare dal postulato del pareggio di bilancio che ci siamo imposti e usare lo spazio di manovra tra il pareggio di bilancio stesso e il freno sul debito per gli investimenti“, ha detto Kempf in un intervento a Berlino.
Parlando ai giornalisti ha anche affermato che si tratta di 10-12 miliardi di euro. “Negli ultimi anni abbiamo investito poco” si è lamentato il presidente della Bdi e “il boom economico è finito“. In Germania, secondo lui, si è intervenuto “molto per la redistribuzione nel sociale e poco per gli investimenti”.
Per Kempf il margine da utilizzare per lo scostamento dal pareggio di bilancio sarebbe quello creato da “quello 0,35%”. Il riferimento è a una disposizione della seconda riforma sul federalismo tedesco del 2011 che fissa in Costituzione il pareggio di bilancio ma consente uno scostamento massimo pari allo 0,35% del Pil anche in situazioni congiunturali normali. Se nei calcoli si tiene conto del Pil tedesco dell’anno scorso, si tratterebbe per la precisione di 11,86 miliardi di euro.