Ue, 65 miliardi di sussidi all’agricoltura finiscono in mani sbagliate ogni anno

Dietro al sistema corrotto dei paesi dell'Europa centrale e orientale ci sono le stesse forze anti democratiche che minacciano Ue dall'interno.

Ben 65 miliardi di dollari l’anno lasciano le tasche dei contribuenti europei per finanziare sussidi all’agricoltura. Fin qui non ci sarebbe nulla di male. Non fosse per il fatto che una grossa fetta di quella somma enorme finisce nelle mani di politici e proprietari terrieri corrotti, finanziando affari sporchi.

Ai tempi del Comunismo in Ungheria, i contadini lavoravano la terra per un governo che aveva rubato loro la terra. Oggi sotto Viktor Orban i loro figli fanno la stessa cosa per un gruppo di oligarchi e mecenati della politica che si sono impossessati dell’area grazie ad accordi opachi stetti con il governo ungherese.

Questi proprietari terrieri hanno creato un sistema feudale in chiave moderna, dando posti di lavoro e aiuti a chi rispetta le norme, e punendo invece chi osa ribellarsi. È il New York Times a fare un resoconto della storia di corruzione, il cui scandalo è che, a quanto pare, latifondisti malfattori sono finanziati e incoraggiati dall’Unione Europea.

Forze anti democratiche minacciano Ue dall’interno

Ogni anno, gli oltre 58 miliardi di euro (65 miliardi di dollari) in sussidi agricoli sono destinati ad aiutare gli agricoltori di tutto il continente e a mantenere in vita le comunità rurali. Ma in tutta l’Ungheria – così come in gran parte dell’Europa centrale e orientale – la maggior parte del denaro va a pochi e potenti proprietari terrieri.

Il primo ministro della Repubblica Ceca ha raccolto decine di milioni di dollari in sovvenzioni europee nel solo anno scorso. I sussidi hanno garantito l’appropriazione di terre alla mafia in Slovacchia e Bulgaria.

Il programma agricolo europeo, un sistema che ha contribuito a formare l’Unione Europea come la conosciamo oggi, viene sfruttato dalle stesse forze antidemocratiche che minacciano il blocco dall’interno. Come ad esempio l’amministrazione Orban in Ungheria.

Questo è possibile perché i governi dell’Europa centrale e orientale, molti dei quali guidati da partiti populisti ed euro scettici, hanno un ampio margine di manovra nella distribuzione dei sussidi. Si tratta di aiuti finanziati dai contribuenti di tutta Europa.

Un sistema di sussidi opaco fa comodo all’UE

L’indagine del quotidiano Usa, condotta in nove paesi nel 2019, ha cercato di svelare i segreti di un sistema di sussidi avvolto nell’ombra e corrotto. È una rete di scambi di denaro e favori che viene di proposito mantenuta opaca. E che minaccia di compromettere gli obiettivi ecologici e di sviluppo dell’Unione Europea.

Il programma è la voce più importante del bilancio dell’Unione Europea. Rappresenta infatti il 40% delle spese complessive ed è anche uno dei più grossi sistemi di sussidi al mondo. La macchina europea permette che questa corruzione si annidi al suo interno perché affrontarla significherebbe cambiare un programma che aiuta a tenere insieme un’unione precaria, secondo il New York Times.

“I leader europei sono in disaccordo su molte cose, ma contano tutti su generosi sussidi e su un’ampia discrezione nella loro spesa. Sbucare quel sistema per contenere gli abusi nei nuovi Stati membri sconvolgerebbe le sorti politiche ed economiche di tutto il continente”.

Questo è il motivo per cui, con il disegno di legge per il rinnovo di quest’anno, l’attenzione a Bruxelles non è concentrata tanto sullo sradicamento della corruzione o sul rafforzamento dei controlli. Quanto piuttosto sulla concessione ai leader nazionali di una maggiore autorità e libertà nel modo con cui spendono i soldi. A prescindere dalle oggettive obiezioni dei revisori interni.

 

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