Fare previsioni di economia è quasi paragonabile a giocare alla lotteria. Nonostante ciò, e delle molteplici previsioni sballate degli ultimi decenni, a Wall Street e sui mercati finanziari in generale si fa troppo affidamento sulle previsioni degli economisti. Al contempo, il grande pubblico guarda con sospetto a questa categoria professionale.
La verità è che non bisognerebbe mai fidarsi delle previsioni degli economisti. In una rara ammissione di incapacità, un’economista insignita del premio Nobel rivela i motivi per cui i professori e accademici analisti non azzeccano quasi mai un pronostico.
“Prevedere l’andamento economico è veramente difficile e (noi economisti) siamo pessimi a fare previsioni“, spiega a Yahoo Finance Esther Duflo, economista della celebre università del MIT di Boston e co-autrice del libro ‘Good Economics for Hard Times’. Secondo lei “non deve sorprendere che la gente non si fidi di noi”.
Ricordando che solo i politici ispirano meno fiducia degli economisti come categoria professionale, la docente franco americana 46enne, la più giovane di sempre a ricevere il premio dell’Accademia di Svezia per le Scienze Economiche, sottolinea che bisognerebbe invece rivedere completamente la realtà della professione. “Quello che facciamo è molto diverso, non c’entra niente con le previsioni”.
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Va ridefinito, insomma, quello che gli economisti fanno e rappresentano. Una delle ragioni per cui di solito gli economisti non sono molto amati è che “il pubblico ci vede come i chief economist delle banche, che per natura difendono gli interessi del loro settore, oppure come pronosticatori”.
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E a fare previsioni gli economisti sono, per l’appunto, “pessimi”. “La fiducia nei meteorologi è due volte più alta rispetto a quella negli economisti”, dice ironicamente Duflo, che ha vinto il premio Nobel 2019 insieme al marito collega Abhijit Banerjee e a Michael Kremer per gli studi condotti nel campo della lotta contro la povertà.
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