La paura per un’escalation della diffusione del coronavirus in Italia, che presenta il triste primato di contagi in Europa, ha mandato a picco la Borsa di Milano, peggior listino del Vecchio Continente. L’indice principale Ftse Mib ha lasciato sul terreno il 5,43% scendendo a 23.427 punti, sui minimi da inizio febbraio. La giornata nera di Piazza Affari ha fatto crollare la capitalizzazione di Borsa Italiana. Il listino di Milano venerdi’ scorso capitalizzava poco piu’ di 706 miliardi: il brusco calo di oggi ha portato a un calo di circa 38,3 miliardi. Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso a 145 punti base con il rendimento del decennale italiano allo 0,96%
Il crollo di oggi e’ sicuramente un fatto eccezionale ma e’ ben lontano dall’essere un record. Si tratta infatti del decimo ribasso piu’ ampio degli anni 2000: la seduta peggiore per la Borsa di Milano e’ stato quello del 24 giugno 2016, quando il Regno Unito ha scelto di uscire dall’Unione Europea e l’indice principale di Piazza Affari ha perso il 12,48%.
Maggior crollo di sempre a Piazza Affari: -12,48%. Peggio di Lehman e 11 settembre
L’ultimo calo in doppia cifra prima di quello – gli indici erano pero’ calcolati diversamente – fu sempre a giugno, ma nel 1981. L’11 settembre, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, il calo fu del 7,57%; 3 giorni dopo, del 6,62%. Nel 2008, con la crisi seguita al crack di Lehman Brothers, la Borsa perse l’8,24%; nelle sedute successive i cali furono del 7,14% (10 ottobre 2008), 6,78% (16 ottobre) 6,20% (11 novembre) e 6,26% (1 dicembre). Anche nel 2011 la crisi sul debito italiano spinse Piazza Affari in profondo rosso: il primo novembre la correzione del Ftse Mib era stata del 6,8%. Quello di oggi, dunque, e’ soltanto il 10 ribasso piu’ ampio dal 2000.
Segno negativo per tutte le blue chips, con un particolare accanimento per le vendite sui titoli del lusso, gli industriali e i finanziari. Il titolo Juventus Fc perde l’11,83% con l’annuncio della chiusura del museo del club e con la possibilita’ di disputare le prossime partite di campionato a a porte chiuse. Male anche il settore del lusso (Moncler -5,36%, Ferragamo -8,90%), gli industriali (CnhI -7,65%, Fca -6,13%) e i finanziari con Nexi a -8,61%, Unicredit -6,48%, Ubi Banca -4,13%, Intesa Sanpaolo -5,75%, Generali -5,40%. Telecom Italia cede il 3,97%, mentre tra gli energetici Enel ed Eni terminano in flessione rispettivamente del 4,90 e del 4,67 per cento.
In Europa nel mirino soprattutto i titoli delle societa’ di trasporto (aereo e non) e quelle con attivita’ piu’ legate al turismo (alberghi, ristoranti): AirFrance-Klm (-8,6%), Lufthansa (-8,5%), Easyjet (-16%) e Carnival (-7%) sono state tra le piu’ penalizzate dalle vendite. In generale i settori piu’ colpiti sono stati quelli dei viaggi (-6,1% lo stoxx europeo), delle materie prime (-5,9%) e dell’auto (-5,6%); si difendono utility e tlc (entrambi in rosso del 2,5%). Cosi’ a Parigi la migliore e’ stata Vivendi, in calo dello 0,95%, mentre Renault e Peugeot hanno ceduto quasi il 7%. A Francoforte pesanti vendite sui bancari, su Adidas (-6,1%) e su Daimler (-6,7%) mentre sul listino di Londra rimbalza Intu Properties e recupera l’11%.
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Milano, dopo essere arrivata a perdere oltre il 6%, chiude in ribasso del 5,4% mentre Parigi archivia la seduta a -3,94%, Francoforte a -4% e Londra a -3,4%. A Piazza Affari Unicredit, dopo le perdite delle ultime sedute, limita il passivo (-4,1%) dopo la nota emessa dalla banca che conferma la volonta’ del ceo Mustier di rimanere alla guida del gruppo. Anche Telecom Italia si difende (-4%) con il focus degli operatori che e’ sull’offerta di Kkr per la rete. Contengono le perdite anche i titoli piu’ tradizionalmente difensivi, come le utility (Enel, Italgas, Hera, Terna, A2A).
Male invece – fuori dal listino principale – le azioni di Fiera Milano (che ha rinviato MIDO, l’esposizione dell’occhialeria) in ribasso dell’11,5%. Giu’ anche il comparto lusso, visto che le ricadute economiche del coronavirus sul comparto potranno essere rilevanti: interruzioni della produzione e ritardi nella fornitura e possibili cali della domanda sono gli effetti piu’ ovvi, ma danni potranno arrivare anche dalla cancellazioni di fiere e sfilate (a Milano, per esempio, vari stilisti come Armani hanno fatto sfilate a porte chiuse) e dalla mancata presenza di buyer cinesi, solitamente tra i piu’ attivi. (RADIOCOR)
La diffusione del coronavirus in Italia – insieme ai casi di contagio in Iran e Israele e all’aggravarsi dell’epidemia in Corea del Sud – sorprende i mercati finanziari che negli ultimi giorni sembravano puntare soprattutto sulla progressiva normalizzazione della situazione in Cina: a meta’ seduta tutti i listini azionari europei sono in forte perdita, mentre il prezzo del petrolio arretra di quasi il 4% e l’avversione al rischio spinge le quotazioni sopra i 1680 dollari l’oncia.
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“Il crollo della Borsa di Milano di questa mattina e’ dovuto principalmente alla paura. Fino alla settimana scorsa si pensava che il problema coronavirus fosse limitato principalmente alla Cina, ma che, anche in quella zona, la situazione si stesse normalizzando, tanto che lentamente, alcuni stabilimenti produttivi stavano riaprendo. Ora si sta diffondendo il timore che, anche in Italia, alcune imprese possano chiudere e che vengano limitati gli spostamenti di merci e persone per circoscrivere la diffusione dell’infezione. Questo avrebbe un impatto negativo sull’economia europea, soprattutto in un contesto, come quello attuale, di crescita bassa” e’ il commento di Andrea Carzana, gestore azionario Europa di Columbia Threadneedle Investments.
Fuori dal Ftse Mib, vendite su molti retailer come Autogrill (-13%), OVS (-12%), Unieuro (-13%) e sulle societa’ delle manifestazioni fieristiche a cominciare da Fiera Milano (-10%) che ha rinviato l’esposizione dell’occhialeria MIDO. I prezzi del barile di petrolio scivolano a 56 dollari per il Brent aprile e a 51,3 per il Wti aprile. Euro/dollaro a 1,082. Debole la sterlina, acquisti sullo yen. (RADIOCOR)