(WSC) ROMA – La cancelliera tedesca Angela Merkel ha rifiutato per ora l’invito del presidente americano Donald Trump di partecipare al G7 a fine giugno alla Casa Bianca.
“Ad oggi, considerando la situazione complessiva della pandemia (di coronavirus, ndr), non può accordare la sua partecipazione personale per un viaggio a Washington”, scrive Politico citando il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert.
Trump aveva detto che non ci sarebbe stato “esempio più grande della riapertura” che tenere un vertice di persona in Usa.
La Cancelliera tedesca guida quindi la ribellione europea contro metodi e politiche del presidente americano, figura lontana dalle pratiche di un leader responsabile. Trump sembra aver peso la testa, con 100.000 vittime per la pandemia, l’economia e suoi sondaggi in caduta libera, soprattutto con le elezioni presidenziali di novembre alle porte.
Gli ultimi tweet di Trump, che ha incitato alla violenza dopo l’uccisione di George Floyd da parte degli agenti di polizia a Minneapolis, e le conseguenti violenze, scontri, saccheggi e incendi scoppiati in tutte le maggiori città degli Stati Uniti, secondo molte fonti hanno convinto Angela Merkel a dire no a qualsiasi contatto con l’amministrazione americana.
America in fiamme. Proteste dilagano. Il Pentagono allerta l’esercito
Venerdì, la senatrice Elizabeth Warren, ex candidata democratica nella corsa alla Casa Bianca, ha definito il tweet del presidente Trump sulle proteste a Minneapolis “orribile“, aggiungendo: “Donald Trump chiede violenza contro i neri americani”.
Nel suo tweet sul presidente, Warren ha scritto:
“La sua difesa dell’omicidio illegale e sponsorizzato dallo stato è orribile. I politici che si rifiutano di condannarlo condividono la responsabilità delle conseguenze”.
Venerdì mattina presto, il presidente ha pubblicato un tweet che da allora è stato segnalato e rimosso dalla piattaforma social, perchè era in violazione delle regole di Twitter per “apologia di violenza“.
Trump ha definito “criminali” coloro che protestano nelle strade di molte città americane per la morte di George Floyd – un uomo nero disarmato di 46 anni che è morto dopo essere stato arrestato, quando un poliziotto, tenendogli la testa sul marciapiede con un ginocchio sul collo, lo ha soffocato. Centinaia di manifestanti sono davati alla Casa Bianca con cartelli di protesta contro Trump. “Abbiamo qui cani rabbiosi”, ha twittato il Commander in Chief che fomenta e invita alla violenza, con lo sprezzo più totale per la popolazione nera.
Nel tweet censurato Trump aveva anche scritto: “quando iniziano i saccheggi, iniziamo a sparare“.
Trump come è noto vuole adesso adesso lui stesso censurare Twitter, ecco come:
L’executive order di Trump sui social media è un bluff, zero sostanza