Intelligence, 5G: Johnson ripudia la Cina, sì alle spie di Five Eyes

Il premier inglese punta a coinvolgere Usa, Canada, Australia e Nuova Zelanda nella ricerca hi-tech. Uniti alla fine della seconda guerra mondiale contro i totalitarismi, oggi patto contro Pechino.

di Massimiliano Lenzi

(WSC) LONDRA – Il premier inglese Boris Johnson vorrebbe lasciar perdere la tecnologia cinese in Gran Bretagna e stipulare invece un patto con i paesi del «Five Eyes», Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e ovviamente il suo Regno Unito.

A dare la notizia ieri è stata l’edizione domenicale del quotidiano britannico Daily Mail.

«Five Eyes» è un’alleanza di intelligence le cui origini fondative risalgono ai tempi della Seconda Guerra Mondiale quando venne emanata la Carta Atlantica per definire gli obbiettivi di libertà e di alleanze nel mondo del dopoguerra, una volta vinto il nazismo e con il comunismo da contenere. La scelta di Johnson è quella di instaurare una relazione più profonda con i partner di intelligence del «Five Eyes», per dar vita ad ingenti investimenti in settori in cui la Cina è protagonista, settori come la tecnologia e la ricerca.

Boris Johnson avrebbe svelato il cambiamento nella politica estera britannica sulle tecnologie (per porre fine alla dipendenza da Pechino) durante una riunione del Consiglio di sicurezza nazionale della scorsa settimana. Il Mail on Sunday (si chiama così l’edizione domenicale del Daily Mail) avrebbe appreso che i piani discussi includono la ricerca urgente di una soluzione unicamente occidentale alla mancanza di esperienza nella tecnologia 5G superveloce.

Una svolta politica e strategica, con Johnson che vorrebbe la Gran Bretagna in un ruolo di primo piano nel porre fine alla dipendenza occidentale dalla Cina. Una fonte, sempre secondo il reportage del Mail on Sunday, avrebbe dichiarato: «Abbiamo perso esperienza in dozzine di mercati importanti come la tecnologia e la scienza, quindi per questo siamo entrati nel caos di Huawei. I cinesi si sono appena alzati. Non è realistico per la Gran Bretagna andare da sola e questo malessere non è un problema unicamente britannico: si sente in tutto l’Occidente. Pertanto, aiuteremo i nostri partner a colmare le lacune che i cinesi stanno attualmente sfruttando».

Ad allontanare le posizioni politiche, diplomatiche e commerciali, tra la Cina e la Gran Bretagna ci sarebbe anche la situazione di Hong Kong dove le libertà sono state di fatto sospese e soffocate dal regime cinese. Il presidente Usa Donal Trump, in queste ore, starebbe lavorando a una coalizione per Hong Kong. Tra le opzioni ci sarebbe pure quella secondo cui il premier inglese starebbe lavorando ad una modifica delle leggi sull’immigrazione per far sì che circa tre milioni di cittadini di Hong Kong possano rifugiarsi in Inghilterra per continuare ad essere liberi.

Insomma, dopo la pandemia da coronavirus, il solco che separa l’Occidente libero dalla Cina comunista si fa sempre più largo. In questa voragine si tratta di capire da che parte stia l’Italia. Giuseppe Conte ed il suo governo lo facciano sapere, al più presto, agli italiani.

Fonte: Il Tempo

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