(WSC) WASHINGTON – Nel terzo trimestre dell’anno il Pil Usa è balzato del 33,1% sopra le attese degli analisti che avevano previsto un +31%. Nel secondo trimestre il Pil era crollato del 31,4%. Si tratta della maggiore espansione di sempre e segue il tracollo del periodo aprile-giugno in cui l’economia statunitense è stata colpita dalla pandemia con molte imprese chiuse e molte persone costrette a stare a casa.
Ma buone notizie per gli States arrivano anche sul fronte lavoro: i sussidi settimanali di disoccupazione negli Usa restano sotto quota 800.000 unità e calano oltre le attese. Si attestano a 751.000 in flessione rispetto a 791.000 della precedente settimana (dato rivisto dall’iniziale 787.000) e più delle attese che stimavano un calo a 775.000 unità. Si tratta del miglior dato dall’inizio della crisi.
I dati sul Pil sono “i piu’ grandi e i migliori della storia del nostro paese… il prossimo anno sarà fantastico”. Ha commentato il presidente Donald Trump su Twitter.
L’analisi
I numeri del maxi-rimbalzo dell’economia americana dopo i lockdown primaverili irrompono sulle ultime battute della campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 3 novembre. Il Prodotto interno lordo statunitense è cresciuto nel terzo trimestre del 2020 del 33,1% su base annuale rispetto ai tre mesi precedenti, secondo la prima lettura diffusa dal Dipartimento del commercio. Il rimbalzo era ampiamente atteso e segue il crollo del 31,4% nel secondo trimestre, provocato dal coronavirus. Si tratta comunque di un dato superiori alle attese degli esperti, che si aspettavano un rialzo del 32%.
I dati di questi ultimi due trimestri sono stati, su base annuale, rispettivamente il peggiore (secondo) e il migliore (terzo) dalla Seconda guerra mondiale, da quando esistono moderne statistiche trimestrali sull’andamento del Prodotto. Ma arrivare con un segno “più” di simili proporzioni alle urne, probabilmente darà modo a Donald Trump di rivendicare qualche genere di effetto benefico sulla ripartenza.
Il tasso di crescita al quale si esprime il Pil americano è “annualizzato”, ovvero riferisce di quanto crescerebbe l’economia se per tutto l’anno si muovesse come fatto nel trimestre in analisi. Una scelta statistica che ha certamente poco senso in un anno anomalo come il 2020. Per quel che riguarda la variazione sul trimestre precedente, il terzo mostra una crescita del 7,4%. Sono stati soprattutto i consumi personali a determinare la forte ripresa, ma anche investimenti da parte delle aziende e nel settore immobiliare hanno fatto la loro parte.
Come ultimo regalo macroeconomico, Trump può contare anche su un andamento migliore del previsto sul fronte del lavoro. Le richieste di sussidi di disoccupazione presentate nella settimana tra il 19 e il 24 ottobre sono calate di 40.000 unità a 751.000. Si tratta anche in questo caso di un numero migliore delle attese, che erano fissate a quota 775 mila. Lo ha riferito il Dipartimento del Lavoro, aggiungendo che le richieste continuative sono scese di 709 mila unità a 7,756 milioni.