di David Ricardo
(WSC) ROMA – Un poco di cronistoria, sui rapporti tra Italia e Cina.
Maggio 2017. Paolo Gentiloni al Summit di Pechino sulla BRI, quello in cui Xi Jinping presenta le Nuove Vie della Seta al mondo. Unico leader del G7, siede nella poltrona d’onore a fianco di Xi Jinping e Putin in prima fila. Tutti i giornali cinesi ne parlano. Italia in pole position nei rapporti Europa-Cina?
Dicembre 2020: Macron e Merkel insieme ai vertici della Commissione Europea ed allo stesso Xi Jinping celebrano la conclusione dopo 7 anni dei negoziati UE-Cina sugli investimenti (il cosiddetto “CAI” – Comprehensive Agreement on Investment“). Dell’Italia poca traccia.
A parte gli aspetti scenografici dei due eventi che comunque non vanno sottovalutati, la realtà – stante a quanto dichiarato da membri del governo italiano il giorno dopo – è che negli ultimi tre mesi cruciali della trattativa sul CAI l’Italia ha fatto sostanzialmente da spettatrice e Germania e Francia con pochi altri hanno preso l’iniziativa e portato a conclusione l’accordo. Un accordo tutto sommato positivo che si applica a tutte le imprese UE e quindi anche quelle italiane.
Perché l’Italia è in terza fila?
Che cosa è successo in questi tre anni? Perché l’Italia è passata dal paese in prima fila al Summit del 2017 ad una posizione in terza fila? Lamentarsi della nostra debole diplomazia non è sufficiente e non è nemmeno giusto nei confronti di tanti bravi diplomatici. No: ci sono fattori oggettivi e scelte precise fatte che hanno influito su questa situazione.
- Instabilità governativa: dal 2017 abbiamo avuto tre governi e non i classici tre governi di pentapartito di lontana memoria, ma tre governi che hanno portato a dei cambiamenti anche profondi nei ruoli apicali al Ministero degli Esteri e nel MISE, i due più direttamente interessati, specie nel passaggio dal governo Gentiloni a quello Conte I. Questo ha reso difficile seguire una linea omogenea, mentre Macron e Merkel sono lì rispettivamente da 3 e da 15 anni.
- Voli pindarici: il governo Conte I si è lanciato in un abbraccio inspiegabile della Cina arrivando a firmare il famoso Memorandum per partecipare alle Vie della Seta. Il Memorandum, firmato nel marzo 2019 durante la visita del presidente cinese è stato venduto al paese come uno strumento per aumentare l’export italiano. In realtà parlava di altre cose, cioè parlava soprattutto della cooperazione negli investimenti infrastrutturali in alcuni paesi. Per la Cina aveva una valenza soprattutto politica però perché in una fase in cui Trump manifestava ostilità era riuscita a firmare l’MOU con uno dei paesi del G7 ed un grande paese UE. Al Memorandum fa seguito l’astensione inspiegabile del Conte I nella votazione UE per i poteri di difesa da acquisizioni estere (leggi soprattutto Cina ma anche USA e India) in settori strategici. Poteri che aveva chiesto invece il governo Gentiloni cioè la stessa Italia poco più di un anno prima.
- Tradimento: In cambio del supporto politico dato alla Cina avremmo potuto chiedere molto: per esempio di organizzare insieme alle controparti cinesi un grande evento bilaterale proprio sul CAI; oppure una partecipazione incrociata in alcuni porti chiave. Ma arriva l’estate del 2019 e cade il governo Conte I, si passa al governo Conte II che ha ben altri problemi. Questo poi è il periodo anche in cui, allarmata dal Memorandum, l’amministrazione Trump ormai in piena guerra commerciale con la Cina comincia a telefonare a Roma, sempre più in alto. E telefona più di quanto telefoni a Parigi e Berlino. La marcia indietro immediata italiana arriva subito: prima il blocco di fatto alle società cinesi nel settore 5G con la normativa di ottobre, che poi verrà rafforzata ancora di più nell’estate del 2020 in piena era Covid. Poi arrivano i Golden Powers di aprile 2020, che danno al governo italiano la possibilità di scrutinare investimenti in settori talmente vari, ampi e anche vagamente definiti, da preoccupare qualsiasi investitore straniero già in angoscia per l’andamento della nostra economia. La mazzata finale è inferta durante la visita di Pompeo, prima che si sapesse che sarebbe uscito di scena per sempre, con la decisione di escludere aziende cinesi dal porto di Trieste e far entrare i tedeschi.
Invece Francia e Germania…
A questo altalenante approccio fa contrasto quello della Francia e della Germania che negli ultimi 10 anni non hanno cambiato postura verso la Cina basata su un approccio commerciale che ha portato la Germania ad avere il più grande interscambio ed essere la nazione europea che investe di più nel Dragone (la Francia viene subito dopo) con 80 miliardi a fronte dei 10 miliardi italiani, e ad adottare normative un po’ meno draconiane sul 5G cinese nonostante le pressioni di Washington.
Se voi foste il ministro degli esteri cinese, di chi vi fidereste?
Il risultato è che noi abbiamo in mano un Memorandum che beneficiava solo l’Italia, bypassando Bruxelles, mentre Francia e Germania, insieme a Bruxelles, hanno negoziato un accordo che si applica a tutta l’Europa. La frittata è servita. Non resta che attaccarci al volano tedesco ed esportare e investire insieme a loro, visto che non riusciamo nemmeno a riaprire i voli diretti con Pechino. Oppure cambiare da capo a fondo l’intera squadra che ha gestito i rapporti con la Cina negli ultimi due anni.
robyuan
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Sonoio
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Sonoio
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E’ dai tempi della grande guerra ma forse anche prima che queste due nazioni sono dipendenti una dall’altra. Apparentemente non si sopportano, sono opposte per mentalità e non concordano quasi mai su nulla ma…
Ma noi siamo un popolo bastardo di utopici, artisti, sognatori; noi sappiamo buttare il cuore oltre l’ostacolo.
Loro sono organizzati, concreti, ordinati… loro sanno prendere delle decisioni e assumersene i rischi, affare questo che a noi proprio non appartiene.
Noi ci appoggiamo a loro praticamente sempre per nostri limiti… e loro si appoggiano a noi perchè senza noi non vanno da nessuna parte.
Siamo due nazioni che non possono fare a meno l’una dell’altra, si completano.
Certo a noi costa mantenere questa unione che ci completa, ci costa tanto e spesso… ma anche a loro, eppure sta cosa va avanti e non viene messa in discussione. Cambiano i governi, cambiano i regimi, le democrazie… tutto si trasforma ma ste due nazioni continuano ad appoggiarsi una all’altra… fin quasi a formarne una sola.
Ora siamo noi a sottostare e menomale, in ste faccende noi non ci capiamo veramente nulla; domani saranno loro ad appoggiarsi a noi in un affare che va avanti da centinaia di anni.
In mezzo c’è la Francia… ma quelli contano il giusto se si vede la cosa con un arco temporale adeguato. Son sempre voluti essere qualcheccosa che non sono mai stati, Si son sempre atteggiati ad essere qualcheccosa che non sono … creando danni un po’ a tutti ultimamente. Non hanno storia comune con nessuno, non si completano con nulla. Sono una moda passeggera.
Poi c’è la Cina ma… ne deve mangiare di pastasciutta, deve ancora imparare cos’è il sistema capitalista di crescita ad oltranza… e lo dovrebbe fare nel momento in cui sto sistemaa ha iniziato il suo declino e si prepara a lasciare il campo a un sistema diverso. Quando sarà riuscita avrà compiuto uno sforzo enorme… per non raggiungere alcun risultato.
Meglio noi con l’insopportabile Germania… la nostra odiata ma amatissima Tedeschia.