(WSC) ROMA – Potrebbe avere la dicitura “per Conte” o “con Conte” il nome del nuovo gruppo a cui l’attuale maggioranza sta lavorando per sostituire in Parlamento i voti di Italia Viva, e questo per dare una prospettiva elettorale ai senatori e ai deputati che vi entrerebbero. Si tratterebbe insomma non tanto di una operazione puramente parlamentare, analoga a quella dei Responsabili con cui Berlusconi salvò il proprio governo nel dicembre del 2010, quanto di una operazione politica più simile all’Upr di Cossiga nel 1998, quando sostenne la nascita del Governo D’Alema dopo la caduta di Prodi. Questo lo scenario a cui lavora tutta la maggioranza, e non solo Palazzo Chigi, come teorizzato da Dario Franceschini al vertice del Pd.
“Le maggioranze in un sistema non più bipolare – ha detto Franceschini – si cercano e si costruiscono in Parlamento, è già avvenuto due volte in questa legislatura, e non c’è niente di male nel dialogare apertamente e alla luce del sole con forze politiche disponibili a sostenere un governo europeista in grado di gestire l’emergenza sanitaria, il recovery e di approvare una legge elettorale su base proporzionale”. La nuova impostazione, rispetto a quella perseguita finora da Palazzo Chigi, serve a nobilitare l’operazione in modo da evitare lo stigma per chi aderisce (“siete i nuovi Scilipoti”).
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Inoltre ciò favorirebbe l’adesione non solo di singoli ma di intere componenti, ad esempio dell’Udc o di Idea-Cambiamo, che in Senato hanno ciascuno tre seggi (rispettivamente De Poli, Sacconi e Binetti, nonché Berruti, Romani, Quagliariello), anche se al vertice di centrodestra Lorenzo Cesa e Giovanni Toti hanno escluso un soccorso a Conte.
Attualmente Conte gode del sostegno di M5s (92 senatori), Pd (35), Leu (5), Autonomie (6), altri 9 senatori del gruppo Misto (Buccarella, Cario, De Bonis, Di Marzio, Fantetti, Fattori, Lonardo, Merlo, Ruotolo) e Italia Viva (18).
In totale dunque di 165 voti, che crollano 147 senza Iv. Dal pallottoliere mancano 11 voti per giungere a quota 158 cioè la maggioranza politica del Senato (gli eletti sono 315 a cui si aggiungono 6 senatori a vita). Tra i senatori del Misto che fanno parte della maggioranza ci sono 3 del Maie, che avendo presentato il simbolo alle ultime elezioni può formare un gruppo parlamentare se raggiunge i 10 parlamentari. Quindi nel pressing che la maggioranza in Senato fa su una serie di senatori (come appunto a quelli di Udc e Idea-Cambiamo) si prospetta di dar vita ad un gruppo autonomo del Maie che nel nome metterebbe anche quello di Giuseppe Conte, ormai sempre più lanciato in una prospettiva anche di leader politico per le prossime elezioni.
Mattarella non è Napolitano
Oltre agli ex grillini Gregorio De Falco e Tiziana Drago che hanno dato la loro disponibilità, per aumentare le truppe si punta ad altri ex pentastellati (Martelli, Ciampolillo, Pacifico, Marilotti), ad alcuni esponenti di Fi (Minuto, Tiraboschi, Masini), su cui però non ci sono conferme, come non ci sono per gli ex Fi oggi in Iv (Conzatti, Carbone) che anzi negano. In ogni caso se l’operazione della “lista Conte” andasse in porto e la maggioranza si presentasse da Mattarella con un quarto gruppo parlamentare, allora partirebbero le avances anche verso i senatori di Iv, invitandoli a “tornare a casa”, separando il loro destino da quello di Renzi.
Stesso schema alla Camera dove già 8 ex M5s hanno compiuto il passo. Cinque sono andati con il Centro democratico di Tabacci, e i tre di Popolo protagonista hanno dichiarato la loro disponibilità. Ci sono poi i 15 deputati del Misto non iscritti ad alcuna componente (quasi tutti ex M5s) e scouting viene fatto in Fi, tra i deputati sensibili al richiamo europeista e della responsabilità.
robyuan
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peter pan
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Ne ho veramente piene le scatole di questa politica; una volta i capi partito erano anche a capo del Governo, l’ultimo credo sia stato Renzi e prima Berlusconi, nel bene o nel male, oggi abbiamo un altro non eletto che rischia per ben la terza volta di fare il presidente avendo imparato, si fa per dire, il mestiere strada facendo. Notevole la sua capacità di apprendimento: ha capito quasi da subito che il metodo migliore è “l’attesa”. Con la classe politica attuale, i mutui da pagare da qui al 2023 quale miglior strategia? Wait and see, wait and see, il potere (di voto) offerto ai poveri, agli umili, ai diseredati, conta e come se conta!
Più sto con il mio cane e meno stimo i politici odierni.
Ma tanto chi se ne frega…