Nella foto: in Cina il verde indica ribasso. Aria di rimbalzo sui mercati europei e a Wall Street dopo il lunedi’ nero. I listini europei aprono in terreno positivo, Piazza Affari, segna un recupero del 2%, il Dax di Francoforte avanza dell’1,43%, Londra cresce dell’1,38, Parigi sale dell’1,46%.
Nuovo tonfo in chiusura per la borsa di Shanghai. L’indice Sse Composite – che ieri aveva perso l’8,49% affondando tutti i mercati mondiali – termina la seduta in calo del 7,62%. La borsa di Tokyo ha chiuso in forte calo dopo un effimero recupero legato a un indebolimento dello yen poi rivelatosi temporaneo. L’indice Nikkei ha ceduto il 3,96% a 17.806,70 punti. Le altre piazze del Pacifico presentano un andamento contrastato. Se Hong Kong limita i danni e si avvicina alla chiusura con una flessione dello 0,88%, Shenzhen, l’altra grande borsa della Cina continentale, scivola del 7,10%. Perdite ingenti anche per Tokyo, che ha terminato la seduta con una flessione del 3,96%. Il notevole rafforzamento dello yen, acquistato da operatori in cerca di investimenti difensivi, pesa infatti sugli esportatori nipponici. In recupero, invece, Seul (+0,92%), Taipei (+3,6%) e Sydney
La banca centrale cinese iniettera’ 150 miliardi di yuan (pari a 23,43 miliardi di dollari) nei ‘money market’ attraverso ‘reverse bond’ settimanali. Lo affermano fonti di mercato sentite dall’agenzia Reuters. L’operazione seguirebbe un’altra iniezione di 150 miliardi di yuan avvenuta la settimana scorsa, fondi che erano stati diretti invece al sistema bancario. Nel frattempo, alla luce del nuovo tracollo della borsa di Shanghai, non sembra aver avuto effetto la riforma che consentira’ al fondo pensione statale di investire in azioni. Gli investitori continuano a sperare in una riduzione del tetto di riserva obbligatoria imposta alle banche, che porterebbe a un aumento della liquidita’ nel sistema.
Oltre alla Cina per gli investitori riprende la pubblicazione di una serie di dati macro rilevanti. L’economia tedesca nel secondo trimestre ha segnato un’espansione pari allo 0,4% rispetto al primo trimestre e all’1,6% rispetto al secondo trimestre del 2014. Si tratta dei dati definitivi, che confermano le stime preliminari. A sostenere la Germania restano le esportazioni, che hanno contribuito al Pil nella misura dello 0,7%. Si e’ infatti inceppata la domanda interna, che ha pesato in negativo per 0,3 punti percentuali. Restano invece in ottima salute i conti pubblici, con un avanzo di bilancio pari a 21,1 miliardi di euro, ovvero l’1,4% del Pil, nel primo semestre dell’anno.