Al Consiglio dei Ministri, a palazzo Chigi, all’ordine del giorno 4 disegni di legge dei ministeri degli Affari esteri e dell’Economia, “recanti ratifica ed esecuzione dei seguenti Atti internazionali: protocollo che modifica la Convenzione Italia-Svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio; accordo Italia- Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con Protocollo; Convenzione Italia-Santa Sede in materia fiscale; accordo Italia – Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale, con protocollo e protocollo aggiuntivo”. In agenda anche un decreto del capo dello Stato con un regolamento “recante individuazione degli aeroporti di interesse nazionale, a norma dell’articolo 698 del Codice della navigazione”.
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Approdano in Cdm i disegni di legge che recepiscono gli accordi fiscali con Svizzera, Monaco, Vaticano, Liechtenstein e mandano in archivio il segreto bancario. Riguardano, in particolare, il protocollo che modifica la Convenzione Italia-Svizzera per evitare le doppie imposizioni e per regolare altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio; l’accordo Italia- Principato di Monaco sullo scambio di informazioni in materia fiscale; la convenzione Italia-Santa Sede in materia fiscale; l’accordo Italia – Principato del Liechtenstein sullo scambio di informazioni in materia fiscale.
SVIZZERA. Va in soffitta il segreto bancario. L’accordo è stato sottoscritto dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e da Eveline Widmer-Schlumpf, capo dipartimento federale delle finanze svizzero, il 23 febbario scorso e prevede lo scambio, su richiesta, di informazioni che va a modificare la Convenzione sulla doppia imposizione fiscale Italia-Svizzera. È stato firmato un testo giuridico, che va alla ratifica dei parlamenti, e uno politico che fissa la road map per la prosecuzione dei negoziati sul trattamento dei frontalieri e sulla questione di Campione d’Italia.
MONACO. L’accordo in materia di scambio di informazioni ai fini fiscali tra l’Italia ed il Principato di Monaco è stato firmato il 2 marzo e pone fine al segreto bancario nello Stato estero. L’accordo consentirà di sviluppare la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e quindi di rafforzare il contrasto all’evasione fiscale transnazionale.
VATICANO. Il ddl che sarà esaminato domani dal Cdm recepisce l’accordo di cooperazione fiscale tra Italia e Santa Sede, formalizzato nella convenzione sottoscritta il 1 aprile scorso dal ministero dell’Economia, Pier Carlo Padoan, e dal segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede, Paul Richard Gallagher. Lo scambio di informazioni riguarderà i periodi d’imposta a partire dal primo gennaio 2009. La Convenzione nasce dalle riforme introdotte a partire dal 2010 e dalla creazione presso la Santa Sede di Istituzioni con specifiche competenze in materia economica e finanziaria. La Convenzione, a partire dalla data di entrata in vigore «consentirà il pieno adempimento, con modalità semplificate, degli obblighi fiscali relativi alle attività finanziarie detenute presso enti che svolgono attività finanziaria nella Santa Sede da alcune persone fisiche e giuridiche fiscalmente residenti in Italia. Gli stessi soggetti potranno accedere ad una procedura di regolarizzazione delle stesse attività».
LIECHTENSTEIN. L’accordo è stato firmato il 26 febbraio. Analogamente a quanto avvenuto con la Svizzera, l’accordo pone fine al segreto bancario nel Principato. L’Accordo consente di sviluppare ulteriormente la cooperazione amministrativa tra i due Paesi e quindi rafforzare il contrasto all’evasione fiscale. L’Italia, subito dopo l’entrata in vigore dell’Accordo e del Protocollo includerà formalmente il Liechtenstein nelle white list.