Affondo del quotidiano americano. “L’Unione Europea ha fallito nel mettere a punto un sistema condiviso di quote”, e fatto poco o nulla per aiutare le due nazioni dove massima e’ l’emergenza, Italia e Grecia.
Duro attacco del New York Times nei confronti dell’Unione Europe che finora “ha fatto poco per aiutare Italia e Grecia, i Paesi dove approdano molti dei rifugiati” che fuggono dalle guerre in Medio Oriente.
Secondo il quotidiano americano, l’Ue ha “fallito” nel mettere a punto un sistema condiviso di quote, puntando il dito in particolare su Francia e Regno Unito fino a questo momento determinati nel fermare il flusso di disperati ai loro confini.
Il New York Times spera che la tragica scoperta delle decine di cadaveri nel tir in Austria agisca come “uno choc” per quei paesi europei che hanno finora rifiutato il piano comune auspicato ieri a Vienna dalla cancelliera tedesca Angela Merkel.
L’Italia e la Grecia “sono sopraffatte” mentre la Serbia e la Macedonia, che aspirano a diventare membri Ue faticano, a gestire la crisi, sottolinea il Nyt, che vede con favore la proposta dell’Austria di creare un sistema di quote per tutti i 28 i Paesi membri, un porto sicuro per chi certa aiuto nel Vecchio Continente.
ronin
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“L’Europa ha bisogno di 40 milioni di immigrati entro il 2050 se vuol mantenere il sistema di welfare”
Claudio Cartaldo – Ven, 28/08/2015 – 10:57
http://www.ilgiornale.it/news/politica/pd-vuole-importare-40-milioni-immigrati-pagarci-welfare-1164158.html
Per pagarci il welfare, i sussidi di disoccupazione e le pensioni, il sottosegretario alle politiche europee Sandro Gozi ha una soluzione: importare 40 milioni di immigrati.
Soluzione che, se i flussi migratori continueranno a rimanere invariati, potrebbe essere raggiunta non fra molto tempo. Intervistato dal Messaggero, l’esponente Pd ha attaccato su tutta la linea la politica anti-migratoria della Lega Nord e ha rivendicato le scelte del governo.
“Nel 2011 la ripartizione dei richiedenti asilo fu rifiutata a Maroni per la sua mancanza di credibilità – ha detto – Grazie a noi, invece, l’Europa sta cominciando a farla”. Ora Gozi vuole cambiare le regole di Dublino, istituendo uno “status europeo del rifugiato”. A parole, leggendo quando riportato al quotidiano, il sottosegretario sarebbe disposto a rimandare nel loro paese i migranti “economici”, ovvero quelli che non fuggono dalle guerre. Ma nasconde che spesso e volentieri i profughi di fronte alla commissione che ne giudica le storie si inventano persecuzioni e miserie: “Solo estremisti e populisti come Salvini mescolano clanndestini economici e rifugiati – dice – I siriani o la popolazione del Corno d’Africa scappano evidentemente da persecuzioni e guerre. E’ vergognoso negare l’accoglienza ai rifugiati politici. Ma i migranti economici illegali vanno rimandati nei Paesi d’origine, mentre la media europea dei rimpatri è sotto il 40 per cento”. “Guardando ai Balcani e all’Europa orientale – aggiunge il sottosegretario -, la soluzione non può essere quella di erigere muri, ma di accogliere tutti i rifugiati che fuggono dai nazisti dello Stato Islamico”. Ma, aggiunge, occorre chiudere le porte ai migranti economici che non abbiamo la capacità di accogliere”.
Gozi poi si dice anche soddisfatto che “la Germania e altri Paesi arrivino adesso a capire quello che noi diciamo da un anno e mezzo: gli accordi di Dublino sono obsoleti, inadeguati, l’ emergenza immigrazione è un problema europeo che solo con politiche europee può essere risolto”. E fa finta di non vedere le rivolte dei cittadini europei contro l’immigrazione di massa: “L’Europa è nata per abbattere i muri – continua Gozi – e dire ‘mai piu” a nazisti, estremisti e razzisti”.
Infine si scaglia contro la Lega Nord, in particolare Calderoli e Salvini che avevano accusato i “buonisti” di avere sulla conscienza i migranti morti in mare e sulle vie di immigrazione: “Errori sono stati fatti. Chi viene qui ha diritti ma anche doveri, lo dico ai buonisti a tutti i costi: conoscenza della lingua italiana, libertà individuale e religiosa, eguaglianza di uomini e donne. Ma l’Europa ha bisogno di 40 milioni di immigrati entro il 2050 se vuol mantenere il sistema di welfare. Calderoli, come Salvini, è nella categoria degli inventori di paure e spacciatori di demagogia a buon mercato”.
E ai respingimenti in mare nemmeno ci pensa: “L’unico risultato di quelli che ha fatto Maroni è stata la condanna dell’Italia davanti alla Corte Europea di Strasburgo”. Occorre rassegnarsi ad ospitarne 40 milioni.
ronin
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http://ilblogdilameduck.blogspot.it/2015/08/non-sentite-il-bisogno-di-120-milioni.html
Mi vedo costretta a fare una cosa che odio, ovvero una traduzione, perché altrimenti non vi c’entra. In testa.
Ne ho già parlato qui ma siccome era in inglese temo che i diversamente anglofoni se lo siano perso. Eccolo quindi, il famoso testo “Replacement Migration. Is it a solution to Declining and Ageing Populations?” uscito nel 2000 dal Dipartimento di Affari Sociali ed Economici dell’ONU e già soggetto di non poche critiche, accademiche e politiche.
Non è un manuale di istruzioni vero e proprio, è in pratica una serie noiosissima di tabelle e cifre ad uso dei demografi interessati all’argomento “invecchiamento della popolazione, opperbacco” ma è inquietante perché è scritto con quel senso della TINA per l’inevitabile che conosciamo ormai fin troppo bene. Non è tanto paranoia, Ambrogio, quanto quel tanfo di messianesimo irrorato ad ogni ora del giorno dagli spin che ci dicono che, siccome c’è la globalizzazione, bisognerà cambiare mentalità, usi, costumi. Dovremo adattarci, non sarà più come prima, bisogna cambiare, anche sesso, non si può fare altrimenti. E, quando parlano così, io già metto mano alla pistola.
Questo progetto per un Nuovo Calderone Mondiale può essere benissimo solo un esercizio accademico i cui scenari, per una strana coincidenza, si stanno avverando o potrebbero avverarsi a breve. Purtroppo, alla luce della innegabile invasione in corso di gente aliena, sempre più aggressiva, predatoria e visibilmente razzista nei nostri riguardi, sia in senso religioso che etnico, a fronte dei pochi veri profughi utilizzati dalla propaganda e dai trafficanti come scudi umani per sollecitare una pietà che ormai non riusciamo più a provare nemmeno a sforzarci perché essa presuppone in cambio la nostra incondizionata ed insindacabile sottomissione, chi è sensibilizzato dall’effetto Soylent Green potrebbe benissimo vederci un progetto genocidario a tavolino delle popolazioni bersaglio, ovvero di noialtri….
…ecc…
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ronin
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di Enrico Marino
http://www.ereticamente.net/2015/08/stirpe-non-cittadinanza-la-follia-dello-jus-soli.html
Ai ritmi correnti di sviluppo demografico, l’Africa raggiungerà i 2,4 miliardi di popolazione nel 2050: quante centinaia di milioni di queste persone sognano di venire in Europa? Oggi anche il paese forte d’Europa, la Germania, vede crescere la protesta contro gli immigrati, giustificata da numeri incredibili: dopo aver ospitato 174mila presunti rifugiati nel 2014, quest’anno si avvia a riceverne 500mila e sempre di più, a dispetto della limitata superficie e della grande densità di popolazione residente.
I numeri più recenti delineano un processo che potrebbe aver già assunto una propria dinamica impossibile da invertire spontaneamente, perchè appaiono lontanissimi dall’esaurirsi i conflitti in Libia, Siria, Iraq, Afghanistan e Yemen, né offrono alcuna speranza di ripresa le condizioni economiche e sociali disperate in Eritrea, Somalia e Sudan, il terrorismo islamico nel medio oriente e la povertà nell’area sub-sahariana. Pertanto questi flussi si possono arrestare solo con misure protettive drastiche, che risultino dissuasive verso i milioni di disperati che premono al di là del Mediterraneo, perché altrimenti più clandestini riescono ad arrivare oggi in Europa e più ne verranno domani.
Ma proprio sulle reali capacità e volontà europee di intraprendere tali misure, non più rinviabili e oggi, occorre dubitare avendo l’Europa rinunciato a una propria politica estera per sostenere acriticamente quel militarismo americano che ha portato alla distruzione di interi paesi, innescando tutto a carico dell’Europa il meccanismo delle grandi emigrazioni.
Inoltre, l’insipienza delle classi dirigenti europee e della stampa e la paralisi morale di vasti strati dell’opinione pubblica stanno trasformando il vecchio continente in una discarica della disperazione e della criminalità. In questo quadro, l’Italia rappresenta il caso perfetto di un Paese che è riuscito a passare in soli vent’anni da una condizione di nazione prospera e leader industriale in una condizione di desertificazione economica, di incapacità di gestione demografica, di caduta verticale della produzione culturale e di un completo degrado politico istituzionale e della legalità.
Il termometro più indicativo della crisi italiana è lo smantellamento del suo sistema manifatturiero (circa 32.000 aziende sono scomparse), vera peculiarità del made in Italy, che ne faceva prima della crisi il più grande produttore in Europa dopo la Germania. Questa situazione ha le sue radici nella cultura degradata dell’élite politica del Paese, che, negli ultimi decenni, ha negoziato e firmato numerosi accordi e trattati internazionali, senza mai considerare il reale interesse economico dell’Italia e senza alcuna pianificazione significativa del futuro della nazione. Di conseguenza, l’Italia si è rinchiusa in una rete di regole internazionali che rendono impossibile ogni iniziativa autonoma e pregiudicano la sua stessa sopravvivenza come Nazione.
Dal 2011, il Paese è stato essenzialmente governato da tecnocrati provenienti dall’ufficio dell’ex Presidente della Repubblica, da burocrati di diversi ministeri chiave e dalla Banca d’Italia. Il loro compito è stato quello di garantire la stabilità in Italia nei confronti dell’UE e dei mercati finanziari a qualsiasi costo. Questo è stato ottenuto emarginando il Parlamento a livelli senza precedenti e aggravando la già grave recessione per sacrificare tutto in nome della stabilità. In questo scenario già di per se fosco s’è inserito il problema dell’immigrazione senza regole.
Anzi, sull’onda di precise scelte ideologiche, s’è imposta una visione del fenomeno rappresentato come una risorsa culturale ed economica, un apporto prezioso di lavoro e di ricchezza.
In verità, secondo dati del Ministero della Giustizia, i detenuti stranieri nel nostro Paese sono circa il 40% del totale (una cifra che denota l’altissima propensione al crimine) ovvero quasi 27.000 individui e, poiché ogni detenuto immigrato in Italia ci costa circa 200€ al giorno, si calcola che la presenza di immigrati, costa agli Italiani, solo per quanto riguarda le carceri, circa 2 miliardi di € l’anno, 20 miliardi di € in un decennio che ci avrebbero permesso di investire in ricerca, sanità e pensioni.
Secondo dati del Ministero della Salute, ogni anno gli immigrati, ci costano, solo per i ricoveri, quindi escludendo il Pronto Soccorso e la fornitura gratuita di farmaci, circa un miliardo di euro, ai quali aggiungere un altro miliardo per i costi delle cure d’emergenza e somministrazione di farmaci. Circa altri 4-5-6 miliardi di euro a seconda dell’anno sfuggono dal sistema economico italiano attraverso le rimesse all’estero degli immigrati. Una emorragia di denaro, che implica un notevole danno al sistema delle imprese e alla attività economica nel suo complesso.
Alle voci precedenti, dobbiamo aggiungere le spese che lo Stato, e quindi noi cittadini, deve sostenere per il sostegno economico agli immigrati che, per il 37% vive al di sotto della soglia di povertà e svolge lavori che, se automatizzati, sarebbero un volano alla ricerca e quindi alla crescita economica. Questa voce si compone di costi quali le Pensioni Sociali, di Invalidità e delle Indennità di disoccupazione: visto che circa il 12% degli immigrati è disoccupato. Tutti sommati, questi capitoli di spesa raggiungono e superano il miliardo di euro annuo. Ci sarebbero altre voci in “negativo” da mettere in evidenza, social card, Mare Nostrum-Triton, costi di Asili Nido e Scuole dove il loro peso è superiore alla loro presenza e che costringe gli italiani a spese supplementari per mandare i figli in asili privati, lo Stipendio dei sedicenti profughi, ma bastano queste per dimostrare, non solo l’inutilità economica della immigrazione, ma anche la sua dannosità.
Questa semplice dimostrazione evidenzia come non vi sia alcun apporto della popolazione immigrata alla società nel suo complesso e come vi sia, invece, una emorragia di ricchezza che ogni anno si perde a causa della loro presenza.
Non è un caso, se l’Italia è un paese meno ricco di quello che era negli anni novanta : se importi “poveri”, ti impoverisci. Ma se questa è la situazione, allora a chi giova l’immigrazione? A chi giova avere in Italia milioni di disperati, con usi, costumi, abitudini, sensibilità e credenze totalmente diverse dalle nostre, che si riversano nelle nostre città? E’ evidente, infatti, che una comunità si regge in primis sulla condivisione della stessa cultura, della medesima storia, della stessa sensibilità, ed è proprio da questa condivisione che nascono le regole (le leggi) della comunità stessa. Quando in una comunità vi sono individui che hanno storie, culture, abitudini e sensibilità diverse, spesso difficilmente conciliabili (basti pensare alla cultura islamica) è normale che si crei una destabilizzazione sociale. Allora è chiaro che l’agevolazione dell’immigrazione, il permissivismo esasperato giova, in primo luogo, alla malavita organizzata che trova in questi disperati manovalanza a basso costo per lo sfruttamento della prostituzione, lo spaccio di stupefacenti, il mercato di organi ovvero gli assassini a pagamento etc… Di sicuro, poi, giova alle associazioni (pseudo)caritatevoli che ricevono fondi e sovvenzioni da parte del governo e di organismi sovranazionali che diventano fonte di lucro per queste associazioni. E infine, giova a tutti quelli che hanno interesse a restringere le libertà dei cittadini per avere un controllo totale su di loro. Se si accetta che arrivino in Italia milioni di disperati senza che si possa garantire loro lavoro regolare e condizioni di vita dignitose, si accetta anche che costoro, per sopravvivere, possano delinquere e più atti di delinquenza (furti, scippi, rapine, stupri, risse) si verificano, più cresce la richiesta di leggi restrittive delle libertà, fatte passare come leggi necessarie per la sicurezza.
Infatti, controllando i popoli, sottomettendoli, manipolando le loro coscienze e i loro cervelli si riesce più facilmente a imporre quel nuovo ordine mondiale che i potentati mondialisti promuovono con l’abbattimento di ogni confine, la scomparsa delle Nazioni, l’annullamento delle tradizioni e il meticciato razziale.
All’Italia, in attuazione del piano di ripopolamento predisposto da molto tempo in sede Onu, è stato imposto di accogliere tutti i clandestini ed i profughi in arrivo dal mare e il governo di sinistra ha prontamente obbedito, anzi ha fatto di più, non si è limitato ad accogliere e a trasbordare dai barconi tutti i migranti in arrivo dall’Africa, ma ha inviato le navi della Marina a prelevarli fino a due miglia dalla costa libica, creando così una sorta di servizio traghetti che ha incentivato ancora di più le partenze e gli imbarchi per l’Italia di centinaia di migliaia di africani, mentre altri milioni aspettano il loro turno, dalla Nigeria al Sudan dall’Etiopia all’Eritrea. Aspettano l’occasione per partire ed imbarcarsi per l’Italia attraverso il “corridoio libico”.
E ora ne vediamo le conseguenze: decine di disperati che in situazioni di emergenza dormono sui cartoni per giorni, accampati dentro le stazioni o nei giardini e che utilizzano la strada come una latrina, alcuni malati di scabbia e di altre malattie infettive; oppure altre migliaia inseriti in alberghi e riforniti di cellulari e confort (mentre tanti italiani vengono tenuti nella miseria senza alcuna assistenza) che pretendono di tutto, che esibiscono parassitismo e arroganza, che hanno fatto impennare l’indice della criminalità, del disagio e degli stupri nel nostro Paese.
Mentre a migliaia continuano a essere sbarcati sulle nostre coste, in giro per il Paese ci sono altre centinaia di clandestini fuggiti dai centri di accoglienza per non farsi identificare, tutti privi di documenti, che vengono respinti da quel nord Europa che non li vuole e che noi non sappiamo rimpatriare.
In questa situazione, la sinistra ha intenzione di…
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ronin
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Maurizio Blondet 14 agosto 2015
http://www.maurizioblondet.it/negri-e-scafisti-finanziati-dagli-usa/
Sarebbero gli Stati Uniti a finanziare il traffico di migranti africani dalla Libia verso l’Italia.
Lo afferma l’austriaco InfoDirekt, che dice di averlo appreso da un rapporto interno dello ’Österreichischen Abwehramts (i servizi d’intelligence militari di Vienna): ed InfoDirekt è un periodico notoriamente vicino alle forze armate.
l titolo dice: “Un Insider: gli Stati Uniti pagano i trafficanti (di immigrati) in Europa”. Il testo non dice molto di più. Dice che i servizi austriaci valutano il costo per ogni persona che arriva in Europa molto più dei 3 mila dollari o euro di cui parlano i media.
“I responsabili della tratta chiedono cifre esorbitanti per portare i profughi in Europa” Si va dai 7 ai 14 mila euro, secondo le aree di partenza e le diverse organizzzioni di trafficanti; e i fuggiaschi sono per lo più troppo poveri pewr poter pagare simili cifre. La polizia austriaca che tratta i richiedenti asilo sa questi dati da tempo; ma nessuno è disposto a parlare e fare dichirazioni su questo tema, nemmeno sotto anonimato.
Da parte dei servizi, “Si è intuito che organizzazioni provenienti dagli Stati Uniti hanno creato un modello di co-finanziamento e contribuiscono a gran parte dei costi dei trafficanti”. Sarebbero “le stesse organizzazioni che, con il loro lavoro incendiario, hanno gettato nel caos l’Ucraina un anno fa”. Chiara allusione alle “organizzazioni non governative” americane, cosiddette “umanitarie” e per i “diritti civili”, bracci del Dipartimento di Stato o di Georges Soros.
L’articolo termina con un appello “a giornalisti, funzionari di polizia e di intelligence”perché “partecipino attivamente nella ricerca di dati a sostegno delle accuse qui espresse. L’attuale situazione è estremamente pericolosa e il lavoro informativo può prevenire l’intensificarsi della crisi”.
In un successivo articolo, il giornale austriaco rivela che “anche in Austria c’è il “Business…
…ecc…