L’Inps ed il governo hanno già da tempo fatto circolare varie ipotesi, con un minimo comun denominatore: onerosità, più o meno alta per lo Stato. Ciò pone ovviamente il problema di trovare le coperture finanziare, il che rischia di diventare un ostacolo a vari livelli. Diviene quindi probabile che il governo, pressato su vari fronti, alla fine non faccia niente, oppure partorisca il classico topolino. E’ altamente auspicabile nella prossima legge di stabilità siano previste tipologie di flessibilità in uscita.
Qui si presenta una proposta caratterizzata dall’assenza di costi per lo Stato, che offre la possibilità al lavoratore esodato di autofinanziare (nella misura e per il periodo da lui prescelti, entro certi limiti) l’eventuale fabbisogno vitale nel periodo antecedente il pensionamento.
La proposta
Introduzione dell’obbligo per l’INPS di concedere un prestito (nella forma tecnica della scopertura di conto corrente bancario) all’esodato, nella misura massima di un terzo annuo della pensione lorda maturata, attivabile con anticipo non superiore a cinque anni prima della data di pensionamento, e rimborsabile con gli interessi entro i successivi cinque anni dall’inizio del pensionamento, tramite ritenuta di un terzo annuo della pensione. Lo Stato emetterà Btp addizionali della durata massima decennale a fronte delle richieste pervenute. Il tasso fisso dell’emissione sarà recuperato nel rimborso addebitato ai richiedenti.
Il richiedente dovrà accollarsi inoltre il costo della polizzavita caso morte, durata massima decennale, per l’importo pari al massimo della scopertura da lui chiesta, pignorabile dall’INPS (nella misura necessaria a saldare la scopertura e gli interessi). Poichè si parla di neo sessantenni, e di importi comunque limitati, tale costo – pur dipendendo dalle condizioni di salute del soggetto – sarà nell’ordine di alcune centinaia di euro l’anno. Nei dieci anni avrà comunque un suo peso che, unito all’onere degli interessi, garantisce la richiesta venga fatta solo da chi ne ha veramente bisogno. E consente in caso di prematura scomparsa di non arrecar danni nè al titolare della reversibilità (resterà intatta), nè allo Stato che rientrerà di quanto prestato con gli interessi.
Pertanto è possibile affermare che lo Stato non ha oneri nè corre rischi. Per contro, consente agli esodati che decidano di usufruirne una forma di finanziamento del periodo pre pensione. La scopertura di conto corrente consente la massima flessibilità: si può utilizzare solo al momento del bisogno, ed anche ripianare in anticipo se si viene a disporre di nuove entrate. Unico vincolo: occorre restare nel limite del fido (un terzo annuo della propria pensione, per massimo cinque anni prima della pensione).
La platea interessata è probabile non sia molto ampia, nè gli importi in questione molto elevati. Se anche vi fossero centomila richieste per un plafond di 50 mila euro ciascuna mediamente, si tratterebbe di emettere Btp addizionali per 5 miliardi di euro, un’inezia rispetto alle emissioni annuali dello Stato, interamente ripagati interessi inclusi alla scadenza (quindi una tantum). Per questa ragione nessuna obiezione può essere mossa in sede europea, ad una misura che consente di aiutare sia chi ha bisogno di attingere alla propria pensione futura per crearsi una entrata vitale nel periodo di attesa, sia chi – pur essendosi organizzato una sussistenza – si trova colpito da spese impreviste (mediche, etc.).
Il proponente chiede scusa per i propri limiti intellettuali, ma non riesce ad immaginare quale possa essere la motivazione per rifutare l’adozione di tale proposta.
p.s.:
naturalmente il governo può poi prevedere di destinare risorse a questa forma di flessibilità, ad esempio rinunziando alla polizza assicurativa oppure abbuonando gli interessi; e ciò può fare per scaglioni di importi e limiti temporali. Ma, se non vuole destinare un euro, può comunque aiutare una categoria in difficoltà applicando la proposta qui presentata a costo zero.
Esempio numerico
(si ipotizza venga usato il massimo plafond disponibile, e per tutto il periodo; ma la scopertura di conto consente, più realisticamente, utilizzi anche minori o nulli durante parte del periodo).
Esodato di 62 anni, pensione già maturata incassabile a 67 anni: 30 mila euro lordi(2500 mese).
Domanda per scopertura massima: 1/3 della pensione futura per cinque anni=10milax5=50 mila euro. Tasso BTP decennale vigente=2% Costo polizza ass.va 600 euro anno.
In questo caso, l’esodato si troverà ad avere una entrata mensile di circa 800 euro per tutti i 5 anni. All’entrata in pensione, l’INPS su base annua gli tratterrà 10mila euro lordi annui per 5 anni, e gli interessi maturati a scalare, per cui il soggetto avrà una pensione ridotta di circa mille euro al mese (percependo 1500 mensili) per cinque anni, alla fine dei quali percepirà la pensione intera (2500 euro al mese).
Conclusione: invece di dovere affrontare 5 anni in condizioni magari insostenibili psicologicamente e materialmente, l’esodato potrà contare su 800 euro mensili e cavarsela, per poi passare a 1500 euro nei primi 5 anni di pensione, ed infine ricollocarsi al livello maturato di 2500 euro per il resto della vita.
Perchè lo Stato non deve offrire questa possibilità ad una platea non molto ampia ma importante, non costandogli niente?
di Michele Spallino
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato sul blog Economia e Finanza
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