Risorse ingenti, ma il meccanismo di assegnazione fa acqua da tutte le parti, premiando le confessioni a danno dello Stato e dei contribuenti che non esprimono preferenze.
In prossimità del 30 settembre 2015, data di scadenza dell’invio del modello unico per i redditi 2014, è utile iniziare a ripassare le regole per la ripartizione dell’8 per mille a favore delle confessioni religiose e dello Stato.
Le scelte possibili per quest’anno sono 12, a favore di: Stato, Chiesa cattolica, Unione Chiese cristiane avventiste del 7° giorno, Assemblee di Dio in Italia, Chiesa Evangelica Valdese (Unione delle Chiese metodiste e Valdesi), Chiesa Evangelica Luterana in Italia, Unione Comunità Ebraiche Italiane, Sacra arcidiocesi ortodossa d’Italia ed Esarcato per l’Europa Meridionale, Unione Buddhista Italiana, Unione Induista Italiana.
I fondi annuali ammontano a oltre 1 miliardo e duecento milioni di euro, dei quali circa un miliardo va alla chiesa cattolica ed il resto è ripartito tra lo Stato e le altre 10 confessioni religiose. Una cosa importante da tenere bene a mente è che il miliardo e duecento milioni viene ripartito sempre, indipendentemente da quante persone effettuano la scelta. Il meccanismo è un po’ contorto perché ripartisce anche le somme riferibili a coloro che non hanno effettuato alcuna scelta, in percentuale alle scelte espresse. Facciamo un esempio: se su 10 milioni di persone, solo 1.000 esprimessero la scelta e 9.999.000 lasciassero la scheda in bianco e, di quelle 1.000, 800 scegliessero la chiesa cattolica (80%) , 150 scegliessero lo Stato (15%) e le altre 50 si dirottassero sulle altre confessioni religiose (5%), otterremmo il risultato di attribuire l’80% del miliardo e duecento milioni alla chiesa cattolica, il 15% allo Stato e il 5% alle restanti confessioni religiose.
L’esempio proposto, per quanto riguarda le percentuali, è molto vicino alla realtà e la chiesa cattolica fa effettivamente la parte del leone aggiudicandosi oltre l’80% delle somme disponibili. Se le somme riferibili alle persone che non hanno effettuato alcuna scelta (che sono meno della metà delle aventi diritto) non fossero ripartite, allo Stato resterebbero ogni anno oltre 600 milioni di euro in più. In definitiva si deve ricordare che, se non si fa alcuna scelta, in realtà, si sta scegliendo di ripartire le somme secondo le scelte effettuate da altri. Se invece la non scelta vuole significare che si preferisce che l’8 per mille resti allo Stato e non vada a nessuna delle confessioni religiose, non è sufficiente lasciare la scheda in bianco ma è necessario firmare nella casella destinata allo Stato.
di Raffaella Chiesa
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edoheis
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Lo continuerò a dare ma convengo sul fatto che il meccanismo deve cambiare sulla base delle opzioni effettive.
Tra le confessioni inoltre mi sembra che manchi quella islamica.
Trovo questa cosa, essendo una religione monoteistica troppo importante, errata.
Penso a quante moschee si potrebbero costruire con l’otto per mille anzichè temere che i soldi possano essere di incerta provenienza.
spinter
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Da contribuente cittadino un po meno sulle modalità di attribuzione dell’otto per mille.
Andrebbe fatta esclusivamente sulle scelte effettuate come esattamente si fa con il 5 per mille.
Tshirt
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