Mentre il ministro del Commercio Gina Raimondo era in visita in Cina all’inizio di questa settimana, uno smartphone cinese verde mare è stato tranquillamente lanciato online. Non era un gadget normale. E il suo lancio ha suscitato una cauta preoccupazione a Washington sul fatto che le sanzioni statunitensi non siano riuscite a impedire alla Cina di compiere un progresso tecnologico fondamentale.
Un simile sviluppo sembrerebbe soddisfare gli avvertimenti dei produttori di chip statunitensi secondo cui le sanzioni non fermeranno la Cina, ma la spingeranno a raddoppiare gli sforzi per costruire alternative alla tecnologia statunitense.
Il nuovo smartphone di Huawei Technologies Co., Mate 60 Pro, rappresenta un nuovo traguardo nelle capacità tecnologiche della Cina, con un chip avanzato al suo interno progettato e prodotto in Cina nonostante gli onerosi controlli sulle esportazioni statunitensi volti a impedire alla Cina di produrre questi device.
Tali sanzioni sono state imposte per la prima volta dall’amministrazione Trump e continuate sotto il presidente Biden.
La tempistica dell’annuncio, lunedì, mentre la Raimondo era a Pechino, ha le caratteristiche di una vera sfida. I media statali cinesi hanno dichiarato di aver dimostrato agli Stati Uniti che la guerra commerciale è un “fallimento”.
Paul Triolo, responsabile delle politiche tecnologiche presso la società di consulenza aziendale Albright Stonebridge Group con sede a Washington, ha definito il nuovo smartphone “un duro colpo per tutti gli ex fornitori di tecnologia di Huawei, per lo più aziende statunitensi”.
“Il principale significato geopolitico”, ha detto, “è stato quello di dimostrare che è possibile progettare completamente [senza] la tecnologia statunitense e produrre comunque un prodotto che potrebbe non essere ancora allo stesso livello dei modelli occidentali all’avanguardia, ma è comunque ottimo”.
I funzionari dell’amministrazione Biden si sono rifiutati di commentare.
Fonte: Washington Post