Stati Uniti, nuovo massimo dei tassi sui mutui

Il tasso dei mutui trentennali negli Usa ha superato il 7,8%, livello più alto in 23 anni (dall'agosto 2000). Nel 2021 era intorno al 3%. Di conseguenza, pesanti vendite sul mercato dei bond.

Nuovo giorno, nuovi picchi dei tassi sui mutui immobiliari.

Il tasso dei mutui trentennali negli Usa ha superato il 7,80%, il più alto in 23 anni, dall’agosto 2000. Nel 2021 era intorno al 3%.

Questo più che raddoppio dei tassi significa che per un mutuo da 500.000 dollari, i pagamenti mensili sarebbero di circa 1.400 dollari più alti.

La domanda di mutui è attualmente al livello più basso dal 1995, mentre i tassi continuano a salire alle stelle.  La domanda di mutui è addirittura inferiore ai livelli medi osservati durante la crisi del 2008. La domanda nel mercato immobiliare si sta fermando completamente.

In questo scenario, con rialzi dei tassi insistiti e generalizzati, i maggiori mercati obbligazionari del mondo sono sotto pressione a causa di forti pressioni di vendita: come per i mutui, i tassi sui bond  hanno toccato i massimi in tutte le piazze finanziarie globali.

Per molti anni, per la cieca politica monetaria delle banche centrali (Fed e Bce in testa) famiglie, imprese e governi hanno vissuto effettivamente in un mondo di fantasia, basato sul denaro gratuito a gogò. Il tasso di interesse di riferimento della Federal Reserve americana era pari a zero e le banche centrali in Europa e Asia hanno persino utilizzato tassi negativi per stimolare la crescita economica sulla scia della crisi finanziaria prima e della pandemia poi.

Ora quei tempi sembrano essere finiti e tutto, dal settore immobiliare alle fusioni e acquisizioni, mostra vistosi segni di cedimento, scricchiola e corre seri pericoli.

Vi è una crescente convinzione che i tassi di interesse nelle principali economie rimarranno elevati per lungo tempo – c’è chi dice per sempre – al fine di contenere l’inflazione; l’impatto dei macroscopici errori delle banche centrali si farà sentire su tutti gli asset, e dalle tasche dei clienti ai bilanci delle aziende.

I fallimenti stanno aumentando al ritmo più rapido dai tempi della pandemia, e in questo scenario le aziende continuano a indebitarsi sempre di più.

Nel frattempo, in mezzo alle turbolenze del mercato, i banchieri centrali sono di nuovo dalla parte sbagliata e dopo aver alzato i tassi d’interesse ai massimi degli ultimi 40 anni, non sono ancora pronti dichiarare sconfitta l’inflazione da aumento dei prezzi.

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