L’economia israeliana è crollata di quasi il 20% in termini annualizzati nell’ultimo trimestre del 2023, mentre Tel Aviv ha investito grandi risorse nella guerra contro Hamas a Gaza.
Il forte calo del prodotto interno lordo, molto più marcato di quanto previsto dagli analisti, è avvenuto soprattutto perché centinaia di migliaia di riservisti israeliani sono stati mobilitati per combattere a Gaza all’indomani dell’attacco di Hamas del 7 ottobre.
Il PIL è diminuito del 19,4% annualizzato rispetto al terzo trimestre del 2023. Su base trimestrale pura, l’economia si è contratta del 5,2% rispetto ai tre mesi precedenti.
Il forte calo è stato causato in parte dalla chiamata alle armi di 300.000 riservisti, che hanno dovuto lasciare i loro posti di lavoro e le imprese per intraprendere mesi di servizio militare, ha comunicato l’Ufficio centrale di statistica di Tel Aviv.
Altri fattori che hanno colpito l’economia includono i sussidi da parte del governo degli alloggi per più di 120.000 israeliani evacuati dalle aree di confine settentrionale e meridionale del paese.
In seguito all’attacco del 7 ottobre, Israele ha anche imposto severe restrizioni alla circolazione dei lavoratori palestinesi dalla Cisgiordania alla nazione ebraica. La mossa ha colpito il settore edile, causando carenze di manodopera, diventate così un ulteriore ostacolo alla crescita economica, ha affermato l’ufficio di presidenza.
Nel complesso, Israele ha ancora chiuso l’anno con un’economia in crescita, con un PIL in aumento del 2% nel 2023 rispetto al 2022, rispetto però all’aumento del 6,5% dell’anno precedente.