Dall’inizio del prossimo anno, i cittadini milanesi con un reddito inferiore ai 21 mila euro potranno in cambio dei soldi offrire un lavoro socialmente utile.
Pagare le tasse senza tirare fuori un euro. In cambio dei soldi puoi offrire un lavoretto utile a tutti. Sistemare un’area verde, aiutare a pulire una scuola, dare il tuo contributo per la manutenzione di una strada o di un edificio pubblico. Il comune di Milano si dà al “baratto amministrativo”, una forma di collaborazione tra cittadino e amministrazione locale introdotta dall’articolo 24 del decreto Sblocca Italia approvato l’anno scorso. La giunta Pisapia ha appena approvato una delibera che con l’inizio dell’anno nuovo porterà alla pubblicazione dei primi bandi per trovare i candidati. Non potranno partecipare tutti: la decisione è stata infatti quella di limitare l’accesso a chi ha un reddito Isee inferiore ai 21mila euro e dimostra di essere in una situazione di morosità incolpevole, magari perché ha perso il lavoro o è stato colpito da una malattia improvvisa.
Al baratto amministrativo hanno già detto sì alcune decine di comuni in Italia, per lo più di piccole dimensioni. A Massarosa, in provincia di Lucca, l’amministrazione ha offerto per esempio uno sconto del 50 percento sulla tassa dei rifiuti in cambio dell’imbiancatura delle aule scolastiche o della cura delle aiuole. A Milano, prima tra le grandi città, la decisione è stata quella di mettere al centro dello scambio non vantaggi fiscali futuri, ma di scontare quello che il cittadino non è riuscito a pagare in passato. Fino al 2013, con la possibilità di estinguere, tutte o in parte, morosità incolpevoli superiori ai 1.500 euro e relative a tributi comunali, come Ici, Imu o tassa sui rifiuti, multe, rette scolastiche e affitti delle case popolari. Crediti che spesso il comune fa fatica a recuperare anche dopo costose procedure esecutive. Quello che si chiede ai cittadini in cambio, spiega la vicesindaco Francesca Balzani, è “di partecipare in modo virtuoso alla cura e alla gestione del bene pubblico, mettendo a disposizione della comunità il proprio tempo”.
Ora il progetto, che parte in fase sperimentale, andrà definito nei dettagli, scegliendo il sistema per calcolare le ore di lavoro necessarie a saldare il debito e selezionando i lavori che potranno essere barattati. Al momento si pensa a interventi di pulizia, cura e manutenzione di strade, edifici pubblici e aree verdi. Più avanti la pratica potrà essere estesa al welfare, con attività all’interno dei centri per anziani e per disabili. Resta un punto: evitare che il barattatore non perda l’occasione per trasformarsi in un furbo. Ecco le rassicurazioni dell’assessore al Verde Chiara Bisconti: “Controlli rigorosi garantiranno che i cittadini svolgano davvero il loro compito”.
di LUIGI FRANCO
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Il Fatto Quotidiano