“Gli hedge fund sono morti”

Come classe di investimento per i super ricchi è finita. Molti investitori hanno realizzato che avrebbero potuto ottenere rendimenti mediamente migliori e più liquidi con minori commissioni investendo in fondi indicizzati o nel private equity piuttosto che negli hedge funds.

Michael Sonnenfeldt, fondatore e presidente di Tiger 21, ha affermato che i membri hanno realizzato che avrebbero potuto ottenere rendimenti mediamente migliori e più liquidi con minori commissioni investendo in fondi indicizzati o nel private equity piuttosto che negli hedge funds, che sono considerati “morti” come classe di investimento per i super ricchi.

La rete di Tiger 21 comprende 1,400 membri in 106 gruppi distribuiti in 46 mercati. I membri, principalmente imprenditori di prima generazione che hanno venduto le loro aziende e che collettivamente gestiscono oltre 160 miliardi di dollari di asset, condividono consigli su conservazione del patrimonio, investimenti e iniziative filantropiche.

Sonnenfeldt ha spiegato che gli hedge funds sono in declino da oltre un decennio, specialmente in un ambiente di bassi tassi di interesse, rendendo le commissioni fisse meno attraenti e incapaci di “generare rendimenti eccitanti”. Inoltre, gli hedge funds sono fondi gestiti attivamente che si concentrano su asset non tradizionali e impiegano strategie rischiose, ma i loro rendimenti sono risultati aumentare con tassi di interesse più alti.

Nonostante gli hedge funds abbiano registrato un ritorno del 13,3% l’anno scorso, il settore ha visto deflussi netti di oltre 217,3 miliardi di dollari tra l’ultimo trimestre del 2014 e la fine del 2023, secondo Charles McGrath, vice presidente assistente di Preqin’s Research Insights. McGrath ha osservato che l’industria degli hedge funds è stata in uno stato di malaise per gran parte del decennio passato, con gli investitori che continuano a ritirare capitale dalla classe di asset, nonostante rendimenti complessivamente positivi.

Invece, i fondi indicizzati come l’Invesco QQQ ETF e lo SPDR S&P 500 ETF hanno mostrato forti rendimenti, rispettivamente del 55% e quasi del 25% l’anno scorso, evidenziando un’alternativa più redditizia e meno costosa per gli investitori.

Riassunto:

Nell’arco degli ultimi 16 anni, la quota di investimenti in hedge funds dei membri di Tiger 21 è scesa dal 12% al 2%, come mostrano i dati della rete. Al momento, il private equity rappresenta la maggior parte del portafoglio dei membri di Tiger 21, con il 29%, seguito dagli investimenti immobiliari al 27%.

Fonte: CNBC

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