Europee: preferenze boom per Meloni, Salis sopra 150mila
La presidente del Consiglio sfonda nella circoscrizione nord-ovest e al Mezzogiorno. Roberto Vannacci supera il mezzo milione di voti, la candidata di Avs vola. Nel Pd grande risultato per Decaro, flop Tarquinio.
Un bagno di preferenze per Giorgia Meloni. Ma anche un ottimo risultato dei candidati più attesi, come Roberto Vannacci e Ilaria Salis. Insieme ad Antonio Decaro, che ha fatto il pieno di voti al Sud, sono i grandi vincitori della partita delle preferenze. Delude, invece, l’ex direttore di Avvenire, Marco Tarquinio. Pesantissimo, poi, il flop per Carlo Calenda.
MELONI SULLE ORME DI BERLUSCONI
Meloni è stata la protagonista indiscussa delle elezioni europee 2024: ha ottenuto poco meno 2 milioni e 300mila preferenze, avvicinandosi al record di Silvio Berlusconi del 2009, quando l’allora leader di Forza Italia riuscì a ottenere 2 milioni e 700mila preferenze. Il dato va però parametrato con l’affluenza: 15 anni fa era sopra il 65 per cento, nel voto di sabato e domenica non ha raggiunto nemmeno il 50 per cento.
La migliore performance della presidente del Consiglio è arrivata nella circoscrizione Italia nord-occidentale con oltre 580mila voti personali conseguiti. Superata la soglia dei 500mila pure al Sud. Un’affermazione che può far pesare e rafforza la leadership personale, facendo il paio con la vittoria di Fratelli d’Italia. Tra i suoi fedelissimi spicca il risultato di Nicola Procaccini, uomo forte del partito nel Lazio, che ha collezionato consensi personali: più di 83mila.
VANNACCI: MEZZO MILIONE DI PREFERENZE
Il generale Vannacci approda nell’Europarlamento forte di un ampio consenso: ha superato in totale le 500mila preferenze, facendo il pieno soprattutto al Nord, sfruttando comunque il traino del partito di Salvini.
Vannacci è risultato il più votato della Lega in 4 circoscrizioni su 5: solo nelle Isole è stato sopravanzato dall’altro candidato leghista, Raffaele Stancanelli. Addirittura al Sud, il militare voluto da Salvini ha dato vita a un testa a testa interno con Aldo Patriciello, storico portatore di voti del territorio ed europarlamentare uscente. Il voto dell’8-9 giugno consegna dunque un Vannacci cruciale per la Lega.
SALIS ELETTA
Ilaria Salis, capolista di Alleanza verdi-sinistra in Italia nord-occidentale e nelle Isole, è andata oltre le previsioni superando nettamente la soglia dei 150mila voti. Un dato notevole per l’insegnante, attualmente agli arresti domiciliare in Ungheria: era presente in una lista più piccola rispetto ad altre. La sua elezione nell’europarlamento è insomma sicura, come anticipato già dal segretario di Sinistra italiana, Nicola Fratoianni.
In Avs anche l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, esulta per una buona performance: candidato in 4 circoscrizioni su 5 ha collezionato oltre 150mila preferenze. L’altro nome sotto i riflettori, Ignazio Marino, porta a casa 25mila preferenze al Centro, risultando in testa alla sua lista, davanti a Marilena Grassadonia e Massimiliano Smeriglio. La scelta dei capolista voluti da Bonelli e Fratoianni ha insomma funzionato stando ai numeri.
LE PREFERENZE NEL PD
Nel Partito democratico la segretaria Elly Schlein è risultata prima per voti ottenuti al Centro, ma senza sfondare. La leader dem ha preso circa 120mila preferenze, davanti al sindaco di Firenze uscente, Dario Nardella, e a Matteo Ricci, primo cittadino in scadenza di mandato a Pesaro. Solo quarto il deputato ed ex presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti. Pesante, invece, il flop di Marco Tarquinio. Il giornalista, candidato indipendente anti-Nato nelle liste del Pd, è settimo con meno di 30mila voti.
Il vero mattatore è comunque Antonio Decaro, sindaco di Bari che si avvicina alla soglia del mezzo milione in una sola circoscrizione, quella del Sud, (a poche sezioni da scrutinare era a 485mila). Bene anche la giornalista Lucia Annunziata, nettamente sopra i 200mila voti nel Mezzogiorno, mentre il terzo più votato in questa circoscrizione è il campione di preferenze, l’ex deputato Lello Topo che ha sopravanzato addirittura la vicepresidente del parlamento europeo, Pina Picierno.
Al Nord-est Stefano Bonaccini, governatore dell’Emilia Romagna, porta a casa 375mila voti personali, davanti al deputato Alessandro Zan, volto noto per le battaglia sui diritti Lgbti (e che ha conquistato 70mila voti anche nella circoscrizione Nord-ovest), e all’eurodeputata uscente, Alessanda Moretti. Bene al Nord-ovest la capolista Cecilia Strada con un gruzzolo di 250mila voti, e Giorgi Gori, il sindaco di Bergamo, attestato su 200mila preferenze. Solo quarta e quinta posizione per i due eurodeputati uscenti Irene Tinagli e Brando Benifei.
TAJANI, RENZI E GLI ALTRI
E gli altri? C’è chi brinda e chi si dispera. Sicuramente, però, La profezia di Salvini si è avverata: Vannacci ha ottenuto molti più voti del segretario di Forza Italia, Antonio Tajani, che ha portato a casa meno di 400mila preferenze totali nelle 4 circoscrizioni in cui era presente (mancava solo nelle Isole). Per il ministro degli Esteri è stato comunque un buon risultato personale, unito a quello del partito, in cui ha spiccato – come prevedibile – Fulvio Martusciello che al Sud ha superato le 95mila preferenze. Meno brillante l’ex sindaco di Verona e attuale deputato, Flavio Tosi, attestatosi a 33mila voti nel Nord-est.
In un Movimento 5 stelle uscito a pezzi dalle europee, una consolazione è la performance dell’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha superato i 110mila voti nella circoscrizione Sud, conquistandosi un seggio nel prossimo europarlamento. Tra le altre poche note liete il risultato di Giuseppe Antoci, ex presidente del Parco dei Nebrodi, che è andato sopra la soglia dei 65mila voti.
Amaro in bocca per Matteo Renzi, candidato con Stati uniti d’Europa: il risultato personale è buono con 185mila voti (non era candidato solo nella circoscrizione Nord-est). Ma il gruzzolo di consensi non è bastato al raggiungimento della soglia di sbarramento del 4 per cento. Il progetto elettorale di +Europa e Italia viva sembra quindi destinato a finire qua.
Male, in termini di preferenze, anche Carlo Calenda sceso in campo per trainare la sua Azione. L’ex ministro è abbondantemente sotto i 100mila voti: si attesta intorno a quota 75mila. Un’altra amarezza dopo il mancato raggiungimento del quorum della sua lista.
Fonte: Domani