“Possibile disintegrazione del governo USA a fine anno” – VIDEO

Chas Freeman, ex ambasciatore statunitense e interprete di Richard Nixon durante la sua storica visita in Cina, esprime forti timori su uno scenario di crisi costituzionale negli Stati Uniti per il risultato delle presidenziali di novembre, nella lotta tra Harris e Trump.

Chas Freeman, ex diplomatico Usa – è stato vicesegretario alla Difesa per gli affari di sicurezza internazionale dal 1993 al 1994 e ambasciatore degli Stati Uniti in Arabia Saudita, esperto di Cina e interprete di Richard Nixon durante la sua storica visita in Cina – nel video qui sotto esprime forti preoccupazioni riguardo a una possibile crisi costituzionale negli Stati Uniti che potrebbe manifestarsi a fine anno, coincidente con le elezioni del 5 novembre e l’inaugurazione del nuovo presidente il 20 gennaio.

Freeman avverte che la situazione di confusione a Washington potrebbe rappresentare un’opportunità per Pechino di risolvere la divisione della Cina con la forza, un errore tragico a suo avviso. Tuttavia, sebbene il governo civile degli Stati Uniti potrebbe disintegrarsi, le Forze Armate rimarrebbero intatte e il popolo americano, se considerasse la Cina responsabile di un conflitto su Taiwan, indirizzerebbe il proprio risentimento contro Pechino.

Freeman non è l’unico a sollevare tali preoccupazioni. Anche il giornalista Matt Taibbi ha espresso dubbi sulla possibilità che le elezioni presidenziali del 2024 si svolgano regolarmente.

Il dibattito si sposta anche sulle preoccupazioni interne al Partito Democratico, rivelate da un super-delegato che ha criticato la gestione della convention del partito a Chicago e la mancanza di efficacia delle politiche proposte. Si sottolinea come l’apparente incapacità dei Democratici di connettersi con le preoccupazioni quotidiane degli elettori potrebbe favorire la vittoria di Trump. Inoltre, il super-delegato prevede un possibile disastro politico se Kamala Harris diventasse presidente, suggerendo che il partito potrebbe affrontare una sconfitta.

Sui canali media alternativi vengono citate possibilità di manipolazione elettorale e di interruzione del voto. A destra si menziona l’ipotesi che i Democratici potrebbero adottare misure estreme, come la legge marziale in stati chiave, per bloccare le elezioni se i risultati fossero sfavorevoli a Kamala Harris. Altre teorie speculative citano insurrezioni nel caso contrario, cioè se dal voto uscisse sconfitto di misura Donald Trump, che non accetterebbe il risultato chiamando i suoi alla rivolta.

In conclusione, ricordando un saggio scetticismo verso le teorie più estreme, è sperabile che le preoccupazioni di Freeman e Taibbi possano risultare infondate. Tuttavia, le tensioni e le sfide che emergono dalla scadenza della campagna per l’elezione del presidente degli Stati Uniti indicano un clima politico incerto e potenzialmente instabile, con possibili pericolose ricadute sull’economia e la politica estera.

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