Riesce a uscire, in modo quasi “clandestino”, la notizia delle maxi inchieste che coinvolgono Saipem in mezzo mondo, dall’Algeria alla Nigeria fino al Brasile? Ecco che il 5 ottobre sul Corriere Economia – supplemento economico finanziario del Corriere della Sera – esce una mezza pagina tutta rose e fiori, una sorta di “redazionale” camuffato da articolo sulle performance della società impiantistico-petrolifera controllata da Eni, proiettata in una sfida vincente ora, e con un radioso futuro a portata di mano. “Il fiore all’occhiello dell’ingegneria e impiantistica oil & gas” riuscirà a far quadrare i conti e ripianare le esposizioni nei confronti della casa-madre grazie al generoso soccorso di un pool di istituti (“sei-sette banche” viene preconizzato dal Corriere), che fanno già a gara nell’aprire i rubinetti del credito. Non basta. La sempre più dinamica Cassa Depositi e Prestiti dell’era Renzi – al timone Claudio Costamagna – attraverso il suo Fondo Strategico sarà al fianco di Saipem nelle nuove avventure imprenditoriali e fungerà da apripista per l’ingresso di nuovi soci, super liquidi.
Non è finita, perchè si aprono nuovi scenari internazionali e i mercati – per Saipem – sembrano spalancarsi miracolosamente. Suona la fanfara il Corriere Economia: “Il portafoglio ordini a fine luglio era di 19 miliardi. Ma a fine ottobre potrebbe mostrarsi ben più ricco con le commesse arrivate da Kuwait, Cile e Medio Oriente. Senza contare il lavoro che sarà richiesto dall’Eni per il maxi giacimento in Egitto. E la prospettiva dell’apertura del mercato in Iran per le major dell’oil & gas”. Non è finita, perchè il trombone viene passato al Ceo di Eni, Claudio Descalzi. Ecco il suo Verbo via Corsera: “Saipem è un gioiello per l’Italia, è un’azienda competitiva e copre tutti i campi dell’energia”. E sulle magnifiche sorti e progressive: “nel giro di un paio d’anni ci potrebbe essere un rimbalzo del prezzo del greggio fino a 70-80-90 dollari al barile. E questo può dare lo slancio finale”.
Il risultato della grancassa? 24 ore dopo il titolo di Saipem fa un balzo in Borsa. Leggiamo cosa scrivono sullo stesso Corriere nella rubrica Piazza Affari, non celando il ruolo svolto per il botto: “Saipem svetta su tutti (più 10,48 per cento) grazie alle indiscrezioni sul prossimo aumento di capitale e il rifinanziamento del debito, senza contare l’aumento del greggio, che ha favorito anche Tenaris (più 5,42 per cento)”.
Ma chissenefrega delle inchieste per corruzione internazionale a carico di Saipem. Dei fondi neri, dei miliardi in mazzette. Per il Brasile è sotto inchiesta, Saipem, con la Techint del gruppo Pisante, che controlla anche – guarda caso – Tenaris…
Una volta c’era l’insider trading per notizie riservate che sai in anticipo, compri in Borsa a 5 e vendi il giorno dopo a 10. Ma alla procura di Milano che indaga su Saipem per Algeria, Nigeria e Brasile (qui, appunto, con Techint) non interessano le “indiscrezioni” del Corriere Economia che poi fanno subito boom in Borsa?
di Andrea Cinquegrani
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da La Voce delle Voci