LUGANO – Una tonnellata e mezza di oro, per un controvalore di circa 84 milioni di franchi, scomparsa nel nulla da una raffineria di Rancate. Sarebbero circa 800 i clienti danneggiati tra Svizzera, Germania e Austria. Un’ingegnosa rete di presunti truffatori ha fatto credere a degli ignari investitori di far arrivare dall’Africa dell’oro grezzo che avrebbe raffinato a Rancate. Ma ad un anno dal loro investimento i clienti della Swiss Gold Treuhand si rendono conto che l’oro non c’è più e forse non c’è mai stato. Ora la procura di Lugano ha aperto un fascicolo per truffa, riciclaggio e accettazione non autorizzata di depositi dal pubblico. (fonte: RSI)
Millecinquecento chili d’oro, per un valore di circa 84 milioni di franchi, spariti da una raffineria di Rancate. Con 800 clienti circa, tra Svizzera, Germania e Austria, trovatisi di colpo ad aver buttato i loro risparmi.
È questo il succo della truffa perpetrata dalla Swiss Gold Treuhand alla cui base, si è scoperto, vi era una rete di truffatori (per ora presunti) che hanno imbastito un presunto commercio d’oro proveniente dall’Africa e raffinato a Rancate.
Per quella che, secondo la Rsi, è una delle più grandi inchieste mai finite sui tavoli della procura luganese, è stato aperto un fascicolo per truffa, riciclaggio e accettazione non autorizzata di depositi dal pubblico.
L’oro di Rancate e quello di Bedano
L’offerta all’apparenza era interessante: interessi annui minimo del 5% più i guadagni legati all’andamento del metallo prezioso. In molti ci hanno creduto, investendo anche centinaia di migliaia di franchi.
Diversi i clienti che hanno persino visitato la raffineria di Rancate, la Swiss Gold Refinery. Secondo la Rsi, però, non sarebbe entrata mai in funzione. Mancavano permessi e licenza, ma i clienti della Swiss Gold Treuhand non ne erano a conoscenza.
La macchina truffaldina ha funzionato fino alla seconda metà del 2023, quando alcuni clienti hanno chiesto che il loro oro venisse venduto.
A quel punto, inizia a circolare una comunicazione: una tonnellata e mezzo d’oro deve essere spostata in una raffineria a Lecce. C’è chi chiede che l’oro gli venga restituito e si scopre che la Swiss Gold Treuhand intanto è fallita, lasciando un buco da 80 milioni. L’oro a Lecce non ci è mai arrivato e, tra l’altro, la raffineria verso cui era destinato è sotto sequestro dal 2022.
Al momento gli indagati sono tre. Uno è un ex console della Repubblica Centrafricana, un italiano residente a Davesco, pluripregiudicato per truffa. Poi c’è il presidente del Consiglio di amministrazione della Swiss Gold Treuhand e un residente a Melide, ex console onorario svizzero in Calabria e attuale membro del Consiglio degli svizzeri all’estero. Il primo sarebbe già in carcere in Lombardia per una truffa legata a dei diamanti.
Sarebbe spuntata poi una nuova società, la SGB Vault, intenzionata a farsi carico dei contratti della Swiss Gold Treuhand. Avrebbe anche tentato di subentrare all’azienda fallita, ma il tribunale fallimentare di Zugo non ha ritenuto credibile la proposta. Il 18 settembre, la procura di Lugano ha arrestato i vertici della SGB Vault e aperto un’inchiesta contro la società. In questo caso gli indagati sono sette.
Fonte: Ticinolive, segnalato da Nakatomy