Nuovi dati Istat, nuove delusioni per il governo Meloni che dovrà rassegnarsi a smettere di descrivere l’Italia come locomotiva economica della Ue. A settembre, comunica l’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione industriale è calato dello 0,4% rispetto ad agosto. Si tratta del ventesimo calo consecutivo del dato corretto per gli effetti del calendario, a conferma di una crisi che inizia a farsi sentire pesantemente sul pil e sull’occupazione.
La nota sull’andamento dell’economia italiana diffusa dall’istituto di statistica ricorda infatti che nel terzo trimestre “il livello del Pil italiano, in base alla stima preliminare, è rimasto stazionario rispetto ai tre mesi precedenti, registrando un risultato peggiore rispetto ai principali partner europei”. E aggiunge che “nei primi otto mesi del 2024, le esportazioni in valore hanno registrato una riduzione dello 0,6% in termini tendenziali, riflettendo in particolare l’andamento negativo delle vendite verso i mercati Ue”. Pessime notizie per la maggioranza, abituata a leggere e rivendicare i dati positivi come risultato dell’azione di governo.
A ottobre, poi, è peggiorato il clima di fiducia delle famiglie, con un deterioramento delle opinioni sulla situazione economica generale e su quella futura. In calo anche il sentiment delle imprese, in particolare nella manifattura e nei servizi di mercato. “Il clima di fiducia delle imprese a ottobre raggiunge il valore minimo da aprile 2021, come sintesi di un aumento nel settore delle costruzioni e delle vendite al dettaglio e del forte calo nel settore dei servizi di mercato, soprattutto nel comparto del trasporto e magazzinaggio”, rileva Istat.
Fonte: Il Fatto Quotidiano