La tornata elettorale in Emilia Romagna e Umbria che ha sancito il sorpasso del centrosinistra per 2 a 1 sulla coalizione di centrodestra, che invece aveva vinto in Liguria, ha evidenziato ancora di più la forbice tra i due partiti “satellite” (Fdi e Pd) ed i relativi alleati.
I risultati definitivi
Se da una parte infatti il Pd capitanato da Elly Schlein, ha sfiorato il 43% dei consensi in Emilia e il 30% in Umbria (che ricordano quelli degli anni d’oro del Partito comunista), e battuto nettamente il partito della Meloni, Fratelli d’Italia (che si è fermata al 23,7 in Emilia e al 19,4% in Umbria) gli alleati pentastellati sono ormai in discesa libera: sotto il 5% in Umbria e addirittura il 3,5 in Emilia. Così Conte, dopo lo scontro con il fondatore del Movimento Beppe Grillo, si presenta (molto) indebolito alle assise dei 5 Stelle, dovendo trovare una soluzione al problema che diabolicamente gli pone il leader di Italia viva, Matteo Renzi: “Il centrosinistra vince se è unito, perde se è diviso”.
Mentre tiene Alleanza Verdi e Sinistra che oscilla attorno al 5%.
Flette ancora la Lega
Flette sempre più anche la Lega del vicepremier e ministro Matteo Salvini, che scende sotto l’8% in Umbria e addirittura al 5,3% in Emilia Romagna: 5 anni fa era al 32%.
In crescita Forza Italia
Fratelli d’Italia e Carroccio in Umbria, inoltre, non incassano l’effetto Bandecchi sindaco di Terni. Controcorrente, invece, invece, Forza Italia. Il leader Antonio Tajani, infatti, dice: “Abbiamo raddoppiato i consensi”. Mentre, Matteo Salvini dopo la batosta ammette che “gli elettori hanno sempre ragione”.
La Meloni: il governo deve cogliere ogni “messaggio”
Per quanto la maggioranza sia uscita sconfitta dal voto. La premier, dopo aver fatto i complimenti ai due neo eletti governatori, sostiene che ogni elezione rappresenta “un messaggio per chi governa. Un concetto che va interpretato, siccome un’alleanza che guida tutte le regioni del Nord e alcune delle aree più importanti del Centro e del Sud – dal Lazio alla Sicilia – non può attribuire valenza nazionale alla perdita dell’Umbria.
Altra elezione dominata dall’astensionismo
Ma come ormai succede da anni il “partito” che stravince (ed è il caso di dire anche “a mani basse”) è ancora una volta l’astensionismo. In Emilia Romagna quello del non-voto si può addirittura definire il primo partito: infatti si è espresso solo il 46,42% degli aventi diritto. Una “marea” pari al 21 per cento, rispetto alle precedenti regionali quando si recò ai seggi il 67,27% degli elettori. Poco meglio è andata in Umbria dove ha votato il 52,3%, comunque un dato sempre ben al di sotto della precedente consultazione dove l’asticella era arrivata al 65%.
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Regionali Emilia-Romagna, il risultato definitivo delle liste
Partito Democratico 42,94%
Fdi 23,74%
Forza Italia-Noi Moderati 5,62
Alleanza Verdi Sinistra 5,30
Lega 5,27
Rete Civica Elena Ugolini 5,15
Civici con De Pascale 3,84
M5s 3,55
Per la Pace, Ambiente e Lavoro 1,83
Riformisti Emilia-R. Futura 1,72
Lealtà, Coerenza, Verità 1,03
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Risultati definitivi per le elezioni Regionali 2024 in Umbria:
Partito Democratico 30.23
Fdi 19.44
Forza Italia 9.69
Lega 7.70
Tesei Presidente 4.99
M5s 4.71
Umbria Domani Proietti Presidente 4.70
Avs 4.28
Noi Moderati Civici per l’Umbria 2.87
Umbria per la Sanità 2.43
Umbria Futura Riformisti e Civici Proietti Presidente 2.30
Alternativa Popolare 2.16
Civici Umbri 1.56
Democrazia Sovrana Popolare 0.56
Insieme per un’Umbria resistente 0.48
Unione di Centro 0.45
Alternativa Riformista Rizzo Presidente 0.40
Fronte del Dissenso 0.28
Forza del Popolo 0.24 Alternativa per L’Umbria 0.23
Tritto Presidente Umani Insieme Liberi 0.23
Più Italia Sovrana 0.03
Quinto Polo Per l’Italia 0.02