I leader dei paesi europei che aderiscono alla Nato stanno discutendo un incremento dei budget per la difesa fino al 3% del Pil. Lo riporta il quotidiano inglese Financial Times che cita quattro persone che partecipano ai colloqui. Da tempo l’alleanza e, soprattutto, gli Stati Uniti chiedono un maggior impegno finanziario dei paesi europei. Ora, con l’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca, è presumibile che questa richiesta si faccia ancora più pressante. Purtroppo arriva mentre i principali paesi del Vecchio Continente sono alle presi con saldi di bilancio tutt’altro che semplice da maneggiare. Francia, Italia e persino Germania hanno margini ristretti per aumentare le spese a meno che, naturalmente, non si sottraggano risorse ad altre voci di spesa pubblica.
Dei 32 membri della Nato, 23 raggiungeranno l’attuale obiettivo di spesa del 2% del Pil quest’anno, rispetto ai sei del 2018. Tuttavia non fanno parte di questi “big” come l’Italia (1,5% del Pil), Spagna (1,2%) e, fuori dall’Europa, il Canada (1,3%). Il paese dell’alleanza che spende di più in armi è la Polonia, oltre il 4%, Estonia e Stati Uniti si avvicinano al 3,4% del loro Pil. La Germania dovrebbe superare il 2% quest’anno, così come la Francia.
I colloqui riservati, di cui dà conto il Financial Times, sono iniziati durante un incontro dei ministri degli esteri dell’alleanza la scorsa settimana, prevedono un impegno a breve termine per raggiungere il 2,5% e, entro il 2030, un obiettivo del 3%. Per l’Italia significa trovare 20 miliardi di euro in più subito e altri 10 miliardi entro il 2030, in tutto una spesa aggiuntiva per armi ed esercito di 30 miliardi di euro, per un totale di 60 miliardi l’anno, il doppio rispetto ad oggi. Il governo di Giorgia Meloni si è impegnato a portare la spesa al 2% entro il 2028. Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha avvertito questa settimana che il ritorno di Trump avrebbe aumentato la pressione su Roma affinché superasse l’obiettivo attuale.
I nuovi impegni di spesa saranno ufficialmente concordati al vertice dell’anno prossimo nei Paesi Bassi. Mark Rutte, segretario generale dell’alleanza, ha rifiutato di commentare quando gli è stato chiesto di indicare un nuovo obiettivo di spesa, ma ha affermato che avrebbe insistito affinché fosse “molto più alto” rispetto al parametro di riferimento attuale (2%). “La politica deve fare scelte disponendo di risorse limitate ” ha affermato Rutte, aggiungendo che mantenere un paese “sicuro” dovrebbe essere una priorità fondamentale per i leader politici. Meno burro e più cannoni insomma.
Fonte: il Fatto Quotidiano