Troppo poco: per rilanciare la crescita serve uno choc fiscale, un taglio delle tasse di 48 miliardi nel triennio, di cui 24 già nel 2016. È questa la proposta lanciata dai Conservatori Riformisti di Raffaele Fitto, che l’8 novembre hanno organizzato una manifestazione per rilanciare le modifiche alla legge di stabilità e le proposte «per il futuro del Paese».
La data dell’8 novembre non è certo casuale, visto che coincide con la manifestazione a Bologna della Lega a cui ieri ha detto di voler partecipare anche il leader di Fi Silvio Berlusconi. L’obiettivo evidente è di offrire una proposta alternativa che punta sui temi storici del centrodestra quali la riduzione delle tasse e il taglio della spesa pubblica, anziché sulla linea lepenista del Carroccio. E così mentre il forzista Renato Brunetta attacca il Governo per aver fatto una riduzione delle tasse in deficit, Fitto rilancia: «Renzi non ha fatto “troppo” ma troppo poco».
Se si vuole sfruttare la contingenza favorevole dell’attuale contesto internazionale, occorre avere il coraggio di un «taglio fiscale massiccio», sottolinea Fitto nel corso di una conferenza stampa a cui hanno partecipato il capogruppo di Cor (acronimo dei Conservatori Riformisti) e il deputato Daniele Capezzone. Di qui la proposta di estendere l’abolizione di Imu e Tasi a tutti i beni strumentali dell’attività d’impresa: dai capannoni, ai negozi, agli studi professionali che costerebbe circa 8 miliardi. A questi dovrebbero aggiungersi altri 18 nel primo biennio per la riduzione dell’Irap e dell’Ires e 10 miliardi per la rimodulazione delle aliquote Irpef a sostegno delle buste paga dei lavoratori. Giù anche l’Iva (al 20%) in due anni. La copertura – assicura Cor – è certa e la conferma è che analoghe proposte erano state già formulate in emendamenti alla scorsa legge di Stabilità «tutti ammessi dalla commissione Bilancio, proprio perché coperti».
di Barbara Fiammeri
Questo articolo e’ stato originariamente pubblicato da Il Sole 24 Ore