Che cosa avviene nelle basi militari americane in Italia? Nessuno lo sa ed è qui il problema.
Sul territorio italiano sono sparse un po’ ovunque basi statunitensi, in quelle di Ghedi e Aviano si trovano addirittura 80 bombe atomiche. Come se non bastasse ci sono basi come il Muos a Niscemi in Sicilia, un sistema di comunicazioni satellitari, che potrebbero rappresentare un pericolo per la salute della popolazione.
Gli italiani sono al corrente di qualcosa? Ovviamente no, attorno alle basi militari americane sul territorio italiano vige un assoluto silenzio. Al di là del segreto militare e l’impotenza della gente comune, ostaggio di questa colonizzazione americana, il governo che fa? Niente, anzi no: da il via alla costruzione di nuove basi ancora, come quella a Lago Patria di Napoli, che diventerà quest’autunno il quartier generale delle maxi esercitazioni NATO “Trident Juncture 2015”.
Massimo Zucchetti, ingegnere nucleare e docente al Politecnico di Torino ha spiegato in un’intervista gentilmente rilasciata a Sputnik Italia perché l’Italia dovrebbe uscire dalla Nato.
— Un aspetto di cui non parlano assolutamente i media è il pericolo e i danni che possono recare alla salute le basi e i sistemi militari statunitensi presenti sul territorio italiano. Il Muos ne è un esempio. Ce ne potrebbe parlare?
— Le basi militari nel territorio italiano rappresentano prima di tutto un tumore sociale, ma in secondo luogo generano anche tumori reali. Queste basi, come tutte le cose che sono in mano ai nostri amici militari, avendo una cultura basata più che altro sul far fuori le persone, non badano molto all’incolumità delle popolazioni. Questo riguarda il Muos, un sistema di guerra che vogliono dissennatamente localizzare a Niscemi in Sicilia a 4 chilometri da un paesino di 10 mila abitanti. Queste installazioni emettono onde elettromagnetiche, che possono essere molto pericolose per la salute della popolazione. Inoltre queste onde elettromagnetiche chiuderebbero un quarto dello spazio aereo siciliano agli aerei civili, perché c’è il rischio che vadano ad interferire con le altre onde aeree. Chiaramente può capitare la stessa cosa di Ustica, dove abbiamo avuto centinaia di vittime a causa di questi giochi di guerra.
— Ma il governo che dice? Che ne pensa la popolazione?
— Il governo italiano ha voluto il Muos a tutti i costi. Il ministro della guerra, della Difesa scusi, Ignazio La Russa nel 2006 ha fatto carte false per avere il Muos in Sicilia e perché non fosse messo in Turchia o altrove. Gli Stati Uniti, i quali adesso ci ritengono dei collaborazionisti, si aspettano che noi lo facciamo funzionare. La giustizia, la popolazione, il sapere comune si oppongono a questa cosa. Inoltre il Muos è stato localizzato in una riserva naturale, l’ultima sughereta naturale del Mediterraneo si trovava a Niscemi, che per un terzo è stata rasa al suolo per costruire questa simpatica installazione. Credo che gli Stati Uniti non vadano nel Gran Canyon o a Yellowstone a costruire basi militari giustamente. Chiediamo loro di fare la stessa cosa e di avere rispetto di una popolazione che sta pur sotto un governo collaborazionista.
— Non sarebbe giusto che gli italiani sapessero quello che avviene nelle basi militari americane sul territorio italiano? Al giorno d’oggi quanto sono accessibili questi dati?
Le posso dire il caso della mia esperienza con il Muos. Nel 2011 la popolazione e il comune di Niscemi, lasciati completamente soli dalle istituzioni, ha chiesto aiuto a me e ad alcuni altri colleghi. Noi abbiamo fatto gratuitamente consulenza per loro sull’impatto ambientale. Volevamo vedere i dati ovviamente, ma tutti i dati sono un segreto militare. A quel punto avevo chiesto se era stato fatto uno studio sull’impatto ambientale, ma la persona che ha fatto lo studio non poteva rivelare i dati, perché li ha avuti direttamente dai militari. La società che fece le ricerche è gestita da due professori palermitani, ma dipende direttamente dalla Marina Militare statunitense. Questo è un esempio di quello che ci troviamo a fronteggiare. Tutto quello che è segreto non si può sapere se non ricorrendo alla giustizia.
I sottomarini nucleari, di cui abbiamo 12 basi, sono in alcuni casi a pochi passi da abitazioni civili! Ci saranno dei piani d’emergenza in casi di incidenti ai reattori nucleari che vengono trasportati dentro le pance di questi sottomarini? Dio non voglia che possa succedere qualcosa. In teoria interverrebbe un rimorchiatore che dopo qualche ora prende il sottomarino e lo porta al largo. Nel frattempo stimiamo che circa metà della popolazione sia stata già contaminata dalle radiazioni, ma questo è solo un dettaglio…
— In altre parole, gli italiani non possono sapere nulla di quello che accade all’interno delle basi militari statunitensi sul proprio territorio, addirittura per quanto riguarda le bombe atomiche? È una situazione preoccupante direi.
— Sì, è assolutamente preoccupante anche perché in teoria noi avremmo il diritto di sovranità sul nostro territorio. Aspetti etici, tecnici, di inquinamento, la questione del tumore sociale causato dalle installazioni di guerra, che porta degrado in tutte le sue accezioni: questi sono i motivi per cui l’Italia deve essere fuori dalla Nato. Questo non per entrare in altre alleanze, ma per essere semplicemente uno Stato che scelga, come il Costa Rica, di avere una forza militare di assoluta difesa. Non si comprano 80 aerei cacciabombardieri, gli F-35, per difendersi, questi sono aerei da attacco. Quando avevo 7 anni mi piacevano molto questi aerei con i quali potevo giocare oltre che con i soldatini e potevo bombardare tutto. Adesso di anni ne ho 53, ho un figlio di 7 anni e gradirei che questo tipo di armamenti non rientrasse più nelle voci di spesa per le quali io pago le tasse. Questo forse non è chiaro non solo ai governanti, ma anche al Parlamento. Anche il Parlamento italiano infatti ha votato per l’acquisto degli F-35. Io trovo tutto questo, mi perdoni il termine, criminale.
ronin
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…di Maurizio Gustinicchi
http://scenarieconomici.it/war-is-beautiful/
Torniamo sopra il nostro caro amico Kondratieff, soggetto che da un po’ di tempo frequenta queste pagine. Sappiamo che le sue teorie sulla crescita erano caratterizzate da ben 4 fasi:
PRIMAVERA (o fase della crescita inflazionistica): parte da una base di economia depressa e si espande in una spirale crescente;
ESTATE (recessione): raggiunto il limite delle sue risorse, umane e materiali, la crescita esponenziale raggiunge il suo limite e l’inefficienza comincia a farla da padrona;
AUTUNNO (fase della deflazione)
INVERNO (fase della depressione): fase che consente all’economia di riaggiustarsi dai precedenti eccessi e iniziare una nuova fase di futura crescita.
La scheda sotto riportata racconta la situazione USA nel corso del tempo. Si possono notare che in ogni situazione vi è affiancata una guerrettina, piccola o grande che sia, specialmente nelle fasi recessive e depressive. In aggiunta a ciò, nelle fasi autunnali (deflazione) si nota la forte crescita dei debiti e la consistente persistenza di bolle.
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Nakatomy
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FUORI LO STATO MILITARE DALLA SARDEGNA :)))))))))))
giaguas
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Almeno c’e’ qualcuno che non si vende….ggente sarda..!!! Ma non vanno chiamati ” Antimilitaristi ” . se ci dobbiamo armare e’ per difendere l’Italia, non gli Sporchi affari dei Noecon… altrimenti siamo solo fottuti mercenari , che pagano di tasca propria per fare guerre altrui….Il Massimo dell’ Idiozia.
Nakatomy
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Trident, la sfida degli antimilitaristi È in corso il sit in non autorizzato
http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/11/03/trident_la_sfida_degli_antimilitaristi_alla_questura_il_sit_in_no-68-443297.html
giaguas
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Questo e’ un argomento che mi sta molto a cuore, perche’ e’ l’origine della nostra servitu’ agli Usa. La NATO e’ una subsidiary americana, con cui Washington puo’ compiere qualsiasi nefandezza. A di fuori degli aspetti Tecnici, esiste una Costituzione che non e’ assolutamente rispettata dal Governo. Mattarella DEVE provvedere quanto prima: e’ Suo compito Primario. Dobbiamo Uscire dalla NATO prima che sia troppo tardi.
Consuelo
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pochi sappiano il costo.
Mauro Bulgarelli, deputato verde, denuncia: ogni anno gli italiani versano in media 400 milioni di euro per mantenere ufficiali e soldati dell’esercito Usa di stanza nel nostro territorio, da Aviano alla Maddalena, da Ghedi a Camp Derby.
Tale dato è compreso nell’importante documento denominato “Report on Allied Contributions to the Common Defense” (rapporto sui contributi degli alleati alla difesa comune), dove possiamo estrapolare notizie riguardanti l’impegno complessivo del nostro fisco verso gli USA….
http://www.nogeoingegneria.com/tecnologie/sistemi-radar/le-basi-militari-usa-e-nato-in-italia/