IPRI è prodotto dalla Property Right Alliance di Washington DC, insieme alla Hernando De Soto Fellowship, con la partecipazione di oltre 92 organizzazioni tra cui Competere.eu. La ricerca, messa a punto dal prof Sary Levy-Carciente, ha coinvolto 129 Paesi che rappresentano complessivamente il 99% del Pil mondiale e il 94% della popolazione mondiale. In particolare, questa edizione contiene uno studio dell’Avv. Giammarco Brenelli, Advisor di Competere, sul rapporto tra moda e proprietà nell’era della globalizzazione dei mercati.
Secondo Pietro Paganini, Curiosity Officer e Presidente di Competere: “IPRI è uno strumento utilissimo per le imprese e le istituzioni perché ci dimostra il legame tra tutela della proprietà e innovazione. L’Italia ha fatto molto negli ultimi anni, favorendo la registrazione di brevetti e aumentano il livello di protezione. Tuttavia, alcuni fattori, come le gravi distorsioni del sistema giustizia, non favoriscono la proprietà, piuttosto la allontanano. Non a caso altri paesi hanno programmi ad hoc per attirare chi crea brevetti”.
“IPRI 2015 sottolinea la necessità di investire sui diritti di proprietà perché determinanti al fine della creazione di un mercato libero e per guidare la crescita economica” – ha dichiarato Lorenzo Montanari, direttore esecutivo dell’Alliance sui diritti di proprietà. “Nondimeno – aggiunge – è necessario prendere atto che i diritti di proprietà sono prima di tutto una questione di diritti umani. Infatti i diritti di proprietà sono direttamente legati ai valori e ai principi della libertà individuale”.