Più continueremo a bombardare l’Isis, con caccia irraggiungibili e droni senza pilota, più l’Isis porterà la guerra in Europa con i mezzi che, da noi, gli sono possibili: gli attentati terroristi e kamikaze. A me pare talmente evidente che l’ho scritto più volte su questo giornale. Non c’è bisogno di uno stratega militare. In uno dei comunicati dopo gli attentati di Parigi l’Isis ha affermato: “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i nostri bambini, oggi beve dalla stessa coppa”.
È una logica, tremenda, ma è una logica. Che riguarda entrambe le parti. Perché noi vediamo, rabbrividendo, i nostri morti, ma non vediamo i loro. Sono almeno quindici anni che siamo in guerra contro i Paesi musulmani, ma non ce ne siamo accorti perché, in Europa, la guerra ci ha toccati in anni ormai lontani e dimenticati (attentati ai treni a Madrid nel 2004 e alla metropolitana a Londra nel 2005) o, più recentemente, per episodi circoscritti e limitati (Charlie Hebdo e supermercato ebraico). Così abbiamo continuato a vivere la nostra vita come se quelle guerre non ci riguardassero.
Gli attentati di venerdì a Parigi sembrano meno mirati di quelli di un anno fa al settimanale francese, invece, in un certo senso, lo sono di più. Colpendo una discoteca, ristorantini alla moda, lo stadio di calcio, cioè i luoghi dei nostri divertimenti, è come se i jihadisti ci dicessero: adesso avete finito di divertirvi mentre noi, a causa vostra, moriamo. E noi dobbiamo accettare lo scandalo, da cui la superiorità tecnologica ci aveva tenuti lontani, che la guerra, la vera guerra, organizzata, sistematica e non episodica, può entrare nei nostri territori. Ma non ci siamo preparati. Decenni di cosiddetto benessere ci hanno infiacchiti, indeboliti, rammolliti, svirilizzati. Le reazioni agli attentati di Parigi sono state isteriche o grottesche. Quando si grida, come ha fatto ripetutamente Hollande, che non si ha paura vuol dire solo che si ha paura. E infatti sono bastati tre petardi per mandare i parigini nel panico. Si combatte il nemico illuminando i monumenti con i colori della Francia o spegnendo le luci della Tour Eiffel o della fontana di Trevi o cantando, come ha fatto Madonna, sciogliendosi in lacrime, Like a Prayer.
Ma questa non è più un’epoca di Beatles, di Rolling Stones e Gianni Morandi. Cerchiamo di salvarci l’anima portando dei fiori sui luoghi degli attentati, commuovendoci della nostra commozione. Cerchiamo almeno di essere più seri e composti. La forza dell’Isis sta nella nostra debolezza. Di là uomini con valori fortissimi, sbagliati che siano, disposti ad andare a morire con la disinvoltura con cui si accende una sigaretta, di qua una società svuotata di ogni valore, a cominciare dal coraggio. L’errore capitale degli occidentali, in particolare degli americani e dei francesi, sempre ammalati di una ridicola gran – deur, è stato quello di andare a mettere il dito, o per essere più precisi i bombardieri e i droni, in una guerra civile, quella fra sunniti e sciiti, iracheni e siriani, che peraltro noi stessi avevamo provocato abbattendo Saddam Hussein, di cui eravamo stati surrettiziamente alleati in funzione anticurda e antiiraniana. E oggi a combattere sul campo non ci andiamo noi ma ci affidiamo proprio ai curdi, del cui massacro siamo stati complici, e ai pasdaran dell’Iran uscito improvvisamente da quell’“As s e del Male” in cui era stato ficcato, non si è mai capito bene perché, per trent’anni. Se i francesi vogliono recuperare un minimo di decenza, invece di continuare a bombardare più o meno alla cieca, mandino i loro soldati sul terreno. Anche se temo che sarebbe una nuova Dien Bien Phu.
Detto questo io penso che in realtà non ci sia solo la religione nella guerra che l’Isis combatte in Medio Oriente. È anche il tentativo di ridefinire confini disegnati soprattutto dagli inglesi fra il 1920 e il 1930. Tentativo più che legittimo in cui, appunto, noi occidentali non avremmo dovuto entrare. Ma c’è anche una lettura più inquietante che si può dare di ciò che sta accadendo in Medio Oriente, nell’Africa subsahariana e in Occidente. Potrebbe essere il tentativo dei poveri dei Paesi poveri del Terzo mondo di muover guerra, con le armi e con le migrazioni, ai Paesi ricchissimi ma squartati all’interno da disuguaglianze spaventose. Se questa ipotesi fosse vera ai poveri del Terzo mondo potrebbero aggiungersi, prima o poi, marxianamente, quelli del Primo mondo. E questo immenso mare di miseria finirebbe per sommergere e decretare la fine di quello che chiamiamo Occidente.
di Massimo Fini
Fonte: www.ilfattoquotidiano.it
Nakatomy
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Adesso quando volo la prima cosa che osservo se ci sono arabi in giro , NON VOGLIO VIVERE COSI
L’infrastruttura DELLA NATO in Europa è un fallimento TOTALE , non è bastata per salvare le vite umane, ha dichiarato Maria Zakharova
Nakatomy
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ronin
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Anche dagli USA si iniziano ad ascoltare voci autorevoli circa il ruolo nefasto dell’Arabia Saudita nella diffusione del terrorismo. Forti sospetti sul ruolo dei sevizi sauditi nell’attentato di Parigi. Foreign Policy: “Riyad è l’autore della tragedia Parigi per aver esportato il terrorismo fin dal 1970”.“L’Arabia Saudita è il principale mandante degli atttentati di Parigi, visto che questo “alleato” degli USA esporta il terrorismo fin dal 1970 ed è la centrale di promozione di una ideologia religiosa violenta e settaria”, questo è quanto scrive la prestigiosa rivista statunitense Foreign Policy.“Dalla decade del 1970, il Governo saudita e la sua consociata istituzione religiosa wahabita, hanno esportato la loro versione estremista (wahabismo) in tutto il mondo – il tutto finanziato con il denaro del petrolio”, ha informato la rivista bimestrale statunitense Foreign Policy.Secondo l’informativa intitolata “Dopo Parigi e Beirut è arrivato il momento di attaccare l’Arabia Saudita”, il fedele alleato degli USA è quello che ha propagato da molti anni il wahabismo, una ideologia religiosa, violenta, intollerante e settaria , anche da molto prima dell’apparizione del gruppo terrorista dell’ISIS (Daesh in arabo).Hollande e Fabius firmano accordi con la Monarchia SauditaHollande e Fabius firmano accordi con la Monarchia SauditaDopo aver affermato che le principali ideologie dell’ISIS si intrecciano con i fondamenti del wahabismo adottato ufficialmente dal “nostro alleato”, il reporting ricorda che questa ideologia sta cercando di condurre le società islamiche ad adottare la stessa ideologia “intollerante e tipica di una epoca medievale”.Nella decade degli anni ’70 e degli ’80 del secolo XX, aggiunge, il Governo di Riyad avveva finanziato la Direzione dell’Intelligence Inter-Service del Pakistan (ISI) per appoggiare le politiche antisovietiche in Afghanistan, dando luogo alla creazione del gruppo Talibano.Mentre Washington era al corrente dei piani sauditi e pakistani, “desideroso di evitare la provocazione aperta ai sovietici”, aveva delegato le sue responsabilità per vedere dove andava a finire il denaro ed ha facilitato il sorgere dei gruppi terroristi che fino ad oggi giorno danneggiano l’Afghanistan, indica l’informativa.Dall’altra parte l’articolo fa riferimento alla lunga storia di Riyad nel finanziare le moschee e la propagazione degli insegnamenti del wahabismo nella penisola balcanica, contribuendo all’inestabilità della regione ed enfatizza il fatto che, da elementi emersi nelle indagini, “sembra che la connessione tra l’Arabia Saudita e gli attentati di Parigi sia molto diretta”.Non ha senso applicare soluzioni tattiche ai problemi del Medio Oriente, mentre l’Arabia Saudita dispone della libertà di “getttare benzina sul fuoco”, conclude l’informativa.Nota: Potrebbe risultare utile far leggere questa informativa ai parenti dei ragazzi francesi uccisi negli attacchi di Parigi del 13 Novembre in modo che possano chiedere spiegazioni al presidente Hollande ed al suo ministro degli Esteri Laurent Fabius circa la politica di totale sottomissione agli interessi sauditi applicata dal suo governo per facilitare il business del petrolio e della vendita degli armamenti.A questo business il presidente Hollande ed il suo sodale Fabius hanno del tutto sacrificato l’incolumità dei cittadini francesi (e degli altri) che si trovano esposti agli attacchi dei terroristi jihadisti finanziati ed istigati dalla monarchia saudita.Arriverà il momento della “resa dei conti” per Francois Hollande ed i suoi sodali?
ronin
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La nuova guerra globale si espande oltre i confini siriani…Articolo originariamente pubblicato da What they say about USAhttp://it.sputniknews.com/mondo/20151119/1573665/guerra-globale-siria.html
ronin
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http://www.controinformazione.info/il-governo-italiano-di-renzi-e-gentiloni-al-fianco-i-dei-paesi-che-sostengono-il-terrorismo/
Il “furbetto” fiorentino ancora una volta vorrebbe negare l’evidenza. Questo emerge in sostanza dall’intervista rilasciata da Matteo Renzi alla rete SkyTG 24, lo scorso Mercoledì, quando, dietro alla sua solita cortina di chiacchiere, ad una precisa domanda dell’intervistatore, Renzi ha risposto: “Non facciamo affari con paesi che finanziano l’ISIS”.Anche questa risulta essere una delle tante bugie del “furbetto” fiorentino il quale non può non sapere che…..il Qatar, uno degli stati direttamente accusati di finanziare e sostenere lo Stato Islamico, oltre ad aver effettuato notevoli investimenti immobiliari in Italia, è il proprietario del fondo sovrano “Qatar Holding LLC”, fondo che ha ultimamante acquistato le quote del Fondo Strategico Italiano Spa (FSI), società controllata dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioè direttamente dal Ministero del Tesoro. Vedi: Joint venture FSI e Qatar HoldingAtraverso la partnership con il FSI, il Fondo Sovrano Qatar Holding LLC ha potuto acquistare quote rilevanti di società italiane del “made in Italy”, come il 28% del gruppo Cremonini, gruppo italiano leader nella distribuzione della carne ed ha acquistato, da società italiane, il complesso immobiliare di Porta Nuova a Milano, costituito da grattacieli e palazzi.Forte di questi investimenti il Qatar, assieme all’Arabia Saudita, ha finanziato la costituzione dello Stato Islamico, mediante l’acquisto di armamenti ed attrezzzature, ha pagato una buona parte delle spese per miliziani jihadisti di verie provenienze che sono stati arruolati nell’ISIS ed in gruppi come Al-Nusra (filiale di A-Qaeda in Siria)ed ha provveduto a pagarne i salari per gli ingaggi, creando in questo modo il più grande esercito mercenario al mondo.Che siano l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi siano i principali finanziatori dello Stato Islamico e che abbiano utilizzato per i loro fini strategici l’esercito di mercenari jihadisti, questo è un fatto certo. Si tratta, curiosamente, dei Paesi che rappresentano, secondo quanto scrive anche il “Washington Institute for Near Policy”, i principali finanziatori (ovviamente indiretti e non ufficiali) dell’ISIS, che negli ultimi due anni avrebbe ricevuto dagli Stati del Golfo Persico circa 40 milioni di dollari.Esistono decine di rapporti informativi che dimostrano la complicità del Qatar ed dell’Arabia Saudita nella formazione dello Stato Islamico che risponde agli obiettivi comuni della Monarchia Saudita e del Qatar di spodestare il governo di Bashar al-Assad in Siria e smembrare il paese consentendo il passaggio di un gasdotto che, attraverso la Siria e la Turchia, dovrebbe portare il gas dei grandi giacimenti esistenti dal Qatar, in Europa. Vedi: La geopolitica del controllo energetico dell’EurasiaNaturalmente il progetto è sostenuto dagli USA e che (assieme ad Israele) sono l’attore principale nella strategia di abbattere i regimi filo iraniani (come quello siriano) e ridisegnare la mappa del Medio Oriente in Siria ed In Iraq facendo leva sulle rivalità etniche e confessionali della regione (la strategia del caos).Il governo Renzi naturalmente è in grandi affari anche con l’Arabia Saudita, come attesta la sua recente visita in quel paese dove non ha mancato di omaggiare direttamente il re Salman e i suoi dignitari, esponenti della Monarchia Saudita che ha le mani sporche di sangue non solo delle popolazioni della Siria e dell’Iraq, dove ha scatenato il suo esercito di mercenari jihadisti, fomentato il terrorismo in quei paesi, ma anche dello Yemen, dove è in corso una aggressione con bombardamenti indiscriminati contro la popolazione civile che ha già fatto oltre 6.000 vittime e migliaia di feriti, oltre un milione di sfollati e centinaia di migliaia di rifugiati all’estero. Un conflitto che viene sostenuto con la piena complicità dei paesi occidentali (e di Israele) che forniscono armi ed appoggio logistico alle forze militari di Riyad.Anche in questo caso Renzi, il fiorentino, “fa l’indiano” e finge di non sapere che l’Italia, oltre a fare affari con i sauditi, esporta le armi in quel paese (precisamente bombe di aereo) e quelle stesse armi vengono utilizzate per massacrare donne bambini inermi nello Yemen, il più povero paese dell’area, colpevole di avere un governo sciita e quindi avverso all’ideologia wahabita professata dai Saud.Ancora più grave è il fatto che l’Italia, oltre a fare affari con i paesi che sostengono il terrorismo, in ossequio alle direttive del Dipartimento di Stato USA, partecipa alle sanzioni contro la Siria, negando anche la fornitura di medicinali e generi di necessità alla popolazione siriana stremata da quasi 5 anni di conflitto. Lo stesso governo italiano partecipa all’embargo contro lo Yemen, per consentire alle forze degli “amici” sauditi di massacrare meglio la popolazione locale.Questa è la politica estera dell’Italia dei Renzi e Gentiloni, quelli che si riempiono poi la bocca del rispetto dei “diritti umani” (nei paesi non conformi agli interessi USA) e fanno affari ed alleanze con i peggiori ceffi del Medio Oriente, con le mani in pasta nel terrorismo e delle persecuzioni contro la propria popolazione.Renzi mente sapendo di mentire e prosegue la tradizione servile e badogliana della politica estera italiana di inchinarsi ai più forti (USA, Israele e Regno Unito) ed essere spietata e crudele con i deboli, che siano i libici, i siriani o gli yemeniti.
ronin
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peter pan
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Gli attentati; stasera vado al ristorante, saremo una cinquantina, senza paura ma con il pensiero che se volessero potrebbero attaccarci senza problemi, prima che possano intervenire i carabinieri passerebbero almeno due ore….. prevenzione, solo con la prevenzione si può venirne fuori.
giaguas
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