Scoppia il fronte Montenegro, Putin promette rappresaglie dopo l’invito dell’Alleanza Atlantica a diventare il 29esimo paese membro.
Il segretario di Stato americano John Kerry ha detto che i membri della Nato sono pronti a “rafforzare lo sforzo militare contro lo Stato Islamico”. Parlando al quartier generale della NATO a Bruxelles, Kerry ha spiegato di aver chiesto agli altri 27 ministri degli Esteri dell’Alleanza di “fare di più” per colpire l’Isis in Siria e in Iraq.
Intanto sale la tensione tra Nato e Russia. Mentre continua il forte attrito tra Mosca e un Paese membro, la Turchia, per il caccia abbattuto, i ministeri degli Esteri dell’Alleanza atlantica hanno invitato il Montenegro ad aderire alla Nato diventando il 29esimo membro. Nonostante i tentativi di rassicurare Mosca che non si tratta di un’iniziativa contro la Russia, il Cremlino ha annuncia rappresaglie.
Igor Luksic, ministro degli Esteri del Montenegro
I TEMPI DELL’ADESIONE
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha parlato di «decisione storica». Il processo per l’ingresso durerà tra i 12-18 mesi, con la chiusura dei negoziati a inizio 2017 e poi circa un anno per le ratifiche, e segnerà il primo allargamento della Nato dal 2009, quando entrarono Albania e Croazia. Anche Bosnia, Macedonia, Georgia e Ucraina hanno espresso l’interesse per l’adesione alla Nato, ma le due repubbliche ex sovietiche sono state di recente coinvolte in guerre con la Russia e difficilmente potranno andare oltre una partnership con l’Alleanza.
MAPPA: I 28 PAESI DELLA NATO E L’ANNO DI ADESIONE
LA RAPPRESAGLIA RUSSA
Mosca ha più volte espresso la sua contrarietà all’ingresso di Podgorica nell’Alleanza, sostenendo che minerebbe la stabilità dei Balcani occidentali. «L’allargamento non è una mossa contro la Russia», ha assicurato il segretario di Stato Usa, John Kerry, sottolineando che «la Nato è un’alleanza difensiva che esiste da 70 anni» e «non costituisce una minaccia per nessuno….non è un’organizzazione offensiva e non è focalizzata sulla Russia, né su nessun altro». Mosca però ha subito fatto sapere che non proteggerà più Podgotrica, in quanto interromperà i suoi progetti di cooperazione con il Montenegro, inclusi quelli nel campo militare. Il Cremlino ha comunicato che il presidente Vladimir Putin e il suo governo annunceranno misure di rappresaglia.
LA «GUERRA FREDDA» CON ANKARA
Un chiarimento potrebbe arrivare nella preannunciata riunione del Consiglio Nato-Russia, a cui, ha anticipato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, Mosca sarà presente. Lavrov ha anche aperto alla Turchia, annunciando che incontrerà il suo collega Mevltu Cavusoglu, a Belgrado a margine della ministeriale Osce in programma domani e venerdì. Ma allo stesso tempo ha accusato Ankara di voler «distruggere il processo avviato a Vienna» per mettere fine alla crisi siriana, con l’incidente del Sukhoi russo abbattuto al confine con la Siria. Dal ministero della Difesa russa è arrivata poi un’altra bordata a Recep Tayyp Erdogan: il viceministro della Difesa Anatoli Antonov ha accusato il presidente turco e la sua famiglia di acquistare il petrolio rubato dall’Isis in Iraq e in Siria, con il coinvolgimento di Erdogan e della famiglia. La Turchia «è il primo consumatore del petrolio venduto dall’Isis, ha aggiunto Antonov, spingendosi fino a dire di essere a conoscenza di tre rotte attraverso le quali l’Isis invia petrolio ad Ankara.
Mosca: “Erdogan è in affari con l’Isis”
Il presidente turco Erdogan, la sua famiglia e “le più alte autorità politiche” turche “sono coinvolti” nel “business criminale” del traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati dall’Isis in Siria e Iraq. Lo ha detto il viceministro della Difesa russo Antonov che ha definito la Turchia “il consumatore principale” di questo petrolio. Nel corso di un briefing con la stampa, il ministero della Difesa russo ha affermato che sono 200 mila i barili portati dall’Isis in Turchia ogni giorno.
Erdogan: “Mosca non ci può calunniare”
“Nessuno ha il diritto di calunniare la Turchia accusandola di comprare il petrolio dall’Isis”. Così il presidente Erdogan replica alle accuse arrivate da Mosca di un suo coinvolgimento nel traffico illecito di petrolio proveniente dai territori occupati da Daesh in Siria e Iraq. Il presidente turco, che ha ribadito di essere pronto a dimettersi se la Russia proverà le accuse, ha poi aggiunto: “Non ho perso i miei valori a tal punto di comprare petrolio da una organizzazione terroristica”.
ronin
1400 commenti
popolarità 1604
L’Onu: Israele collabora con l’Isis. Vuole il petrolio del Golan
http://www.libreidee.org/2015/12/lonu-israele-collabora-con-lisis-vuole-il-petrolio-del-golan/
Un colonnello israeliano catturato in Iraq con miliziani dell’Isis, e un dossier ufficiale dell’Onu che denuncia il ruolo di Israele nel supporto al Califfato. Motivo? Mettere le mani sul petrolio siriano, dopo che la società Genie Energy, in cui figura anche Dick Cheney, ha scoperto nel Golan un immenso giacimento. Ma nulla di tutto ciò affiora sui media mainstream, protesta il professor William Engdhal, consulente strategico e docente universitario negli Usa. Clamorosa la cattura dell’ufficiale israeliano, il colonnello Yusi Oulen Shahak, sorpreso “a brache calate assieme all’Isis” dall’esercito iracheno. Secondo l’agenzia iraniana “Fars”, l’ufficiale era legato al “Battaglione Golani” dell’Isis, insieme a cui l’ufficiale avrebbe «partecipato alle operazioni terroristiche della fazione takfirita» dei miliziani jihadisti. Dal 30 settembre, cioè «da quando sono iniziati gli efficaci bombardamenti russi», scrive Engdhal, sono emersi dettagli sempre più imbarazzanti sul «ruolo alquanto sporco» giocato da Washington, dalla Turchia di Erdogan e anche da Israele. Già a fine 2014 il “Jerusalem Post” aveva scoperto un rapporto delle Nazioni Unite «largamente ignorato e politicamente esplosivo», che descrive come l’esercito israeliano sia stato visto cooperare con i combattenti dell’Isis………………………………….
……………..
…
ronin
1400 commenti
popolarità 1604
Alla guerra a passi da gigante: gigante demente
Maurizio Blondet 3 dicembre 2015
http://www.maurizioblondet.it/alla-guerra-a-passi-da-gigante-gigante-demente/
“Sia chiaro: la Turchia è membro della NATO e nostro alleato”, ha detto Obama a Parigi a margine del vertice sul clima. Le prove (schiaccianti) portate da Mosca che Erdogan e famiglia trafficano il petrolio di DAESH? “Totalmente assurde, ha risposto Steve Warren, portavoce del Pentagono. Ha deciso di posizionare batterie di Patriot al confine tra Turshia e Siria, come voleva Erdogan (e non aveva finora ottenuto). Contemporaneamente, la NATO – su raccomandazione del comando americano dell’alleanza – invita il microscopico Montenegro (630 mila abitanti) e conduce esercitazioni militari in Ucraina col regime di Kiev. A cui ha fornito già armi letali. Yatseniuk, il governante del regime di Kiev che è in bancarotta e tenuto in piedi da miliardi di finanziamenti FMI ed europei dal canto suo, si offre di fornire alla Turchia “mais e girasole e petrolio” (sic) ad Erdogan per aiutarlo nella lotta contro la Russia.
Cameron ha ottenuto dal suo parlamento il via a “bombardare le basi ISIS” in Siria e lo fa’ senza coordinarsi con i russi. In pratica, un atto di ostilità.
E la UE ha deciso – a porte chiuse, senza consultare i parlamenti per volontà di Angela Merkel – di prolungare le sanzioni contro Mosca. Che cosa precisamente la UE rimproveri alla Russia, non si sa più. Una cosa è evidente: “E’ la NATO a determinare totalmente la politica estera della UE”, commenta Deutsche Wirtschaft Nachrichten…………
……………
…
giaguas
211 commenti
popolarità 318
I Paesi Civili d’Europa dovrebbero chiedere a gran voce, l’Uscita dalla Nato della Turchia, in caso contrario uscire loro stessi.. Restino gli Usa soci dei tagliagole, noi andiamocene. Renzi SVEGLIA..!!! Avvisa il Keniota che se si verifica un solo attentato in Italia, concediamo le Basi Nato a Putin affinche’ ci protegga. Saremmo finalmente tranquilli.
ronin
1400 commenti
popolarità 1604
Parigi: sempre nuovi indizi di ‘false flag’
Maurizio Blondet 2 dicembre 2015
http://www.maurizioblondet.it/parigi-sempre-nuovi-indizi-di-false-flag/
Ma prima, questa notizia. Al COP 21, oltre a “salvare il pianeta”, i grandi della Terra si tolgono qualche soddisfazione. Francois Hollande ha invitato i più grandi fra i grandi a una “cena intima” di 30 persone circa al ristorante Ambroise, a Place des Vosges, forse il più caro di Parigi. Dove un pasto costa secondo alcuni da 160 a 360 euro, ma secondo Tripadvisor, 500, vini esclusi. Il posto molto raccolto dove Bill Clinton andava volentieri , quando lo invitava Chirac (i contribuenti Usa non gli avrebbero perdonato di pagare lui).
Anche Obama ha benignamente accettato; s’è fatto accompagnare da un modesto convoglio di auto nere, provocando un ingorgo memorabile anche per Parigi, e sedendosi a tavola con John Kerry e Susan Rice.
Putin è rimasto il solo a ricordare i morti
Il presidente russo Vladimir Putin invece non c’era. Secondo voci insistenti, ha rifiutato l’invito. Secondo il blog « La Russie d’aujourd’hui« , con questa breve motivazione:
“Per rispetto alle vittime degli attentati del 13 novembre 2015, considerando che sarebbe malsano festeggiare in questo periodo di lutto, il Presidente Putin si duole di declinare l’invito”.
…………………………….
…………..
…
Nakatomy
9324 commenti
popolarità 1382
Tutti parlano di guerra in arrivo
Non vorrei che si facesse come la storiella di Al Lupo Al Lupo
Quando arriva nessuno ci crede blip
ronin
1400 commenti
popolarità 1604
L’appello del premier libico: “Contro Daesh intervenga la Russia”
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/lappello-premier-libico-contro-daesh-intervenga-russia-1200756.html
Il capo del governo di Tobruk lancia l’allarme sull’avanzata dell’Isis e chiede un intervento per fermare i jihadisti. Ma per l’Italia e la Nato l’intervento militare non è all’ordine del giorno se prima non si trova una soluzione politica
Alessandra Benignetti – Mer, 02/12/2015 – 18:01
“Vogliamo che la Russia intervenga contro l’Isis in Libia, e a questo scopo il governo libico è pronto a coordinare tutti i passaggi utili ai massimi livelli”.
Queste le parole di Abdullah al Thani, il capo del governo di Tobruk, quello riconosciuto dalla comunità internazionale, che oggi ha richiesto senza mezzi termini in un’intervista al network di informazione russo Sputnik, l’aiuto dell’esercito russo per contrastare la minaccia dello Stato Islamico in Libia.
Una minaccia che, evidentemente è sempre più pressante. Secondo il premier libico infatti,………………..
…………….
…