Isis e il marketing sul web: psicosi da attacco terrorista di marca jihadista

Su Twitter presunti simpatizzanti dell’Isis diffondono messaggi corredati con le foto di monumenti o luoghi riconoscibili. «Cartoline» di propaganda dove annunciano di essere arrivati a Roma, Milano o …

Su Twitter presunti simpatizzanti dell’Isis diffondono messaggi corredati con le foto di monumenti o luoghi riconoscibili. «Cartoline» di propaganda dove annunciano di essere arrivati a Roma, Milano o altre località e ovviamente promettono attacchi, affermano di essere in attesa di un ordine. Alcuni di questi «segnali» sono stati rilanciati da Rita Katz, l’ormai famosa cacciatrice di video jihadisti. Ma quanto sono attendibili? La risposta precisa non esiste, anche se è chiaro che chiunque può scrivere un biglietto con riferimenti al Califfo e poi scattare una foto sotto la Torre Eiffel o a Piazza San Pietro. Basta questo per catalogarlo come una prova sulla presenza dello Stato Islamico? Non lo credo.

Due delle immagini diffuse da Rita Katz, animatrice di Site

Psicosi e propaganda

In una delle immagini diffuse dalla Katz c’è poi un errore: si indica Roma ma la vettura della polizia locale è quella di Milano. Piccoli indizi di quella che sembra essere più che altro il gesto di qualcuno che vuole sfruttare la psicosi terrorismo o inserirsi, a modo suo, nell’estesa propaganda sul web che mostra attentatori suicidi, militanti, donne velate con il mitra in mano e bambini con le armi. Alcuni di questi «documenti» sono lanciati da elementi che si riconoscono nell’Isis. Tutto da vedere poi se chi li ha preparati è un terrorista potenziale o semplicemente uno che vuole dare una mano alla causa. Altri messaggi sono il nulla. E comunque non è di questo che si deve avere paura ma piuttosto di quei militanti che non appaiono ma sono invece disposti ad agire.

Le indagini

L’account Twitter su cui sono state postate le presunte immagini è stato comunque sospeso lunedì. Era stato aperto da poco più di un mese anche se le fotografie con i foglietti scritti a mano circolano da più di un anno. Probabilmente è stata anche avviata un’ indagine, come è prassi in questi casi: secondo quanto apprende Corriere.it l’account sembrerebbe appartenere ad un adolescente che avrebbe postato delle foto in cui appare a a volto coperto e in cui spiega di voler andare a combattere in Tunisia. Tra le altre, il minore avrebbe postato immagini con logo di Expo. Secondo gli esperti si tratterebbe di un ragazzino in fase di radicalizzazione e non di uno strutturato di Isis.

di Guido Olimpio e redazione online

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