S&P: integrazione europea potrebbe anche rovesciarsi

Allarme dell’agenzia di rating anche sulla crescente ondata di movimenti populisti anti-europei. Nello scenario peggiore, l’affidabilità dei bond sovrani verrebbe intaccata.  Una inversione di tendenza verso una maggiore …

Allarme dell’agenzia di rating anche sulla crescente ondata di movimenti populisti anti-europei. Nello scenario peggiore, l’affidabilità dei bond sovrani verrebbe intaccata. 

Una inversione di tendenza verso una maggiore integrazione economica in Europa potrebbe potenzialmente trascinare il rating di bond sovrani europei, afferma Standard & Poor’s in un rapporto (The Risk Of A More Disjointed EU: What It Might Mean For   Sovereign Ratings). “Crediamo che ci siano crescenti segnali che puntano a una potenziale inversione di dendenza rispetto a fasi precedenti dell’integrazione nell’Unione europea”, ha commentato il Global Chief Officer di S&P Moritz Kraemer. Anche se un’uscita dall’eurozona da parte della Grecia è stata scongiurata quest’anno, il tutto è avvenuto ad un considerevole costo politico e finanziario, e si è rotto il tabù finora irreversibile di un’uscita dalla moneta. More concretely, the UK announced this year that it will hold a referendum by 2017 at the latest on whether to leave the EU altogether. Più concretamente, il Regno Unito ha annunciato quest’anno che terrà un referendum  al più tardi entro il 2017 sull’ipotesi di lasciare del tutto l’Unione europea. Questa sarebbe la prima volta che un tale referendum popolare si terrebbe.  Nel frattempo, nel contesto della crisi dei rifugiati in gran parte siriana in corso in Europa e l’aumento delle minacce terroristiche, Schengen è in fase di smontamento, almeno parzialmente e temporaneamente. Diverse nazioni, tra cui Francia e Germania, hanno reintrodotto i controlli alle frontiere. La nostra aspettativa è che questa inversione, se ciò dovesse accadere, è probabile sia moderata e non avrà un impatto sui rating sovrani nell’Unione europea. Tuttavia, passaggi più drammatici, come certamente l’uscita dall’UE (ad esempio una Brexit) o dal​​la zona euro (Grexit) sarebbe tale da avere un impatto diretto immediato sulla valutazione dei debiti sovrani.  Le turbolenze causate dai rischi associati a tali uscite potrebbero con ogni probabilità indebolire la stabilità economica o le prospettive di crescita per anni. Ma anche le espressioni più lievi della crescita di forze centrifughe all’interno dell’UE, come ad esempio abbiamo visto nella crisi dei rifugiati, nel corso del tempo potrebbero avere un effetto indiretto negativo sui rating. “A questo proposito, la reazione politica sarà fondamentale”, ha detto Kraemer. “Se la prevedibilità, la tempestività e la coerenza di una risposta collettiva alle future crisi finanziarie dovesse essere influenzata negativamente da quelle che potrebbero diventare relazioni intergovernative più conflittuali, i rischi al ribasso potrebbero crescere”.  “I rating potrebbero anche finire sotto pressione nel caso l’ascesa di partiti populisti ed euroscettici porti a una svolta politica che potrebbe includere una priorità inferiore assegnata ai continui sforzi su riforme strutturali economiche e di bilancio”.

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