“C’e’ una ripresa ma debole, non un’accelerazione, viviamo in un mondo post recessione e io sono tra quelli che ritengono che l’ipotesi di stagnazione secolare non sia cosi’ peregrina”. Lo ha detto dice il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, intervenendo a Confindustria. Il Governo, ha detto Padoan, “sta cercando di accelerare gli investimenti pubblici, non è solo un problema di risorse ma anche di procedure. Il Governo è impegnato ad accelerare le procedure degli investimenti pubblici, pure quelli che prevedono un co-finanziamento”, anche per “ottenere la clausola di flessibilita” da parte dell’Unione europea. Rivolgendosi agli imprenditori Padoan li ha invitati ad “essere più ottimisti ed aggressivi”. “Bisogna fare cose per alzare la dimensione delle imprese e considerare l’idea di investire fuori e non solo dentro”.
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L’economia mondiale rischia la “stagnazione secolare” e occorre un mix di politiche per accelerare la crescita. Lo riferisce in una nota il Centro Studi di Confindustria dove si afferma che la crescita mondiale è molto più lenta del passato e delle attese. Le cause della crescita lenta sono il rallentamento demografico, minori investimenti “Le previsioni correnti per il Pil globale – riferisce il centro Studi – sono +3,2% nel 2015 e +3,6% nel 2016, molto distanti dal +5,1% medio annuo pre-crisi e potrebbero rivelarsi ottimistiche”. Le cause sono il “rallentamento demografico, minori investimenti, più debole dinamica della produttività”. A rallentare maggiormente sono le economie emergenti: dall’inizio della crisi le prospettive di crescita sono diminuite di mezzo punto percentuale nei paesi avanzati (da +2,6% medio annuo nel 2008 a +2,1% nel 2015) e di quasi due punti in quelli emergenti (da +7,0% a +5,1%). E’ necessario quindi “fare politiche per rilanciare la domanda, favorire la spesa in ricerca e sviluppo, procedere con le riforme strutturali, puntando sul manifatturiero, motore dello sviluppo”.
“Sostenere la domanda, la ricerca e lo sviluppo”
In base alla ricetta del Csc “è fondamentale sostenere la domanda, soprattutto di investimenti; stimolare l’attività di ricerca e sviluppo; procedere con le riforme strutturali; adottare una vera politica industriale coerente con la riscoperta del ruolo centrale del manifatturiero”. Nel dettaglio, dal lato della domanda, occorre proseguire con gli stimoli monetari non convenzionali, dati i tassi di interesse nominali già ai minimi, e attuare significativi interventi di bilancio pubblico, soprattutto con spesa in investimenti e infrastrutture. Ciò vale particolarmente in Europa. Dal lato dell’offerta, è necessario favorire la spesa in R&S e puntare sulla qualità dell’istruzione, sul collegamento tra scuola e lavoro e sulla formazione permanente. E costruire una seria politica industriale per rafforzare il manifatturiero, settore ad alta dinamica della produttività e innovazione, con ricadute positive verso il resto dell’economia. In generale, conclude il Centro studi Confindustria, occorre accelerare lungo la strada delle riforme strutturali, per favorire un’efficiente riallocazione delle risorse e cogliere così le opportunità di crescita, là dove queste si presenteranno.
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La stagnazione proseguirà per il quarto trimestre del 2014. Sono i dati dell’Istat che nella nota mensile spiega: “La variazione congiunturale reale del Pil prevista per il quarto trimestre è pari a zero con un intervallo di confidenza compreso tra +0,2% e -0,2%”. Continua l’Istituto “per il 2014 – conferma la stima – il rallentamento dell’economia è previsto pari a -0,3%”. La stima risulta coerente con il quadro delle previsioni macroeconomiche rilasciate il tre novembre. Il rallentamento dell’economia è condizionato dalla brusca caduta degli investimenti e da un modesto aumento del contributo della domanda estera. In questo scenario la crescita acquisita per il 2015 è pari a -0,1%.