(WSC) ROMA – Uno dei problemi più preoccupanti, ma anche meno noti in Italia, riguarda il dissesto idrogeologico. A Palazzo Chigi esiste una struttura di missione che si occupa specificamente di sanare una piaga sanguinosa, che alla presentazione del primo screening completo mai fatto prima, portò i vertici del gruppo di lavoro a definire il nostro alla stregua di un Paese del Terzo mondo.
Mancano reti e soprattutto depuratoti, e quelli che ci sono funzionano male. In particolare nel Mezzogiorno. Il governo promette investimenti, soldi freschi per sistemare una stortura imbarazzante e pericolosa per la salute dei cittadini, ma come accade ogni volta che si attiva una macchina burocratica, ci vorranno anni prima di vedere qualche risultato. Sempre che le promesse si trasformino in atti concreti, ovvero conferma in legge di bilancio degli stanziamenti e norme per avviare i lavori.
Nel frattempo, però, il privato fa da sé. E certe volte riesce anche a creare soluzioni. Alla fiera “Maker Faire”, che si svolgerà a Roma dal 14 al 16 ottobre prossimi, ad esempio, c’è una invenzione particolarmente attesa. Debutterà infatti Watly, il primo computer in grado di purificare l’acqua. Frutto del lavoro di una mente italiana, Marco A. Attisani, Walty è un computer termodinamico che utilizza l’energia solare per depurare l’acqua da ogni forma di contaminazione rendendola completamente potabile. Non solo. Può fornire anche elettricità e connessione a Internet.
A livello pratico, Watly è in grado di purificare fino a 3 milioni di litri di acqua all’anno e genera la stessa energia necessaria al suo funzionamento. Non richiede quindi carburante o connessione alla rete elettrica. Ha è stato già coperto da diversi brevetti e testato sul campo in Ghana, e ha ricevuto numerosi premi internazionali, come Horizon 2020, European Pioneer e Premio Gaetano Marzotto (2015), è entrato anche nel programma di accelerazione di E.S.A. (European Space Agency) a Barcellona (2016), con un progetto speciale focalizzato sullo sviluppo di un programma per il controllo della navigazione automatica di droni.
A Roma, Watly sarà presente con una parte molto rilevante della macchina. In uno spazio di oltre 300 metri quadrati saranno montati tre moduli per una lunghezza di 25 metri: due ali, che raccolgono energia solare e lo fanno funzionare, e un’unità centrale, dove si trova l’interfaccia utente, l’anima di Watly. Il completamento del primo prototipo, è previsto entro la fine del 2016.
Le ultime fasi di costruzione, assemblaggio e test avverranno a Bari, presso la sede del partner industriale di Watly, Primiceri SpA, partner globale, in grado di progettare, costruire, installare e di fornire assistenza post vendita.