(WSC) TORINO – L’amministratore delegato di Stellantis Carlos Tavares ha detto ai sindacati italiani che lavorerà con loro per migliorare la competitività e ridurre i costi di produzione negli stabilimenti in Italia, dove attualmente sono fino a quattro volte superiori rispetto a Francia o Spagna per modelli simili. Di questa notizia non c’è traccia sui giornali e siti italiani, dove l’omertà su tutto quel che riguarda l’auto e l’ex gruppo Fiat è totale, a cominciare dai sindacati.
Tavares, che la scorsa settimana ha incontrato i rappresentanti sindacali in due ex stabilimenti Fiat Chrysler nella zona di Torino, ha detto che il problema non è principalmente il costo del lavoro, ma i costi di produzione dei singoli modelli, soprattutto quelli che non stanno vendendo secondo il budget previsto.
Auto, Stellantis: merger disperata nella fase peggiore di sempre
I sindacati temono l’ovvio, cioè che la fusione del gruppo PSA e FCA per formare Stellantis, finalizzata in gennaio, possa portare alla perdita di posti di lavoro, soprattutto nelle fabbriche in Italia.
Tavares si è impegnato a non chiudere alcun impianto di assemblaggio in Europa a seguito della fusione. Ma una fonte sindacale che ha partecipato all’incontro ha dichiarato ad Automotive News Europe che Tavares ha fornito ai lavoratori diversi esempi del differenziale di costo tra le fabbriche nella regione di Torino e quelle degli stabilimenti PSA in Europa.
Tavares ha affermato che il SUV di lusso di medie dimensioni Maserati Levante ha un costo di produzione di circa 3.300 euro diretti per veicolo nello stabilimento FCA di Mirafiori, mentre le berline di lusso Ghibli e Quattroporte costano circa 6.000 euro per unità nello stabilimento Officine Giovanni Agnelli con sede a Grugliasco.
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Al contrario, Tavares ha affermato che i costi diretti per la produzione di un veicolo simile costruito in Francia, come il DS 7 Crossback prodottto a Mulhouse, ammonterebbero a circa 1.400 euro. La piccola Fiat Nuova 500 completamente elettrica, costruita in un’altra parte del massiccio complesso di Mirafiori, incorre in circa 1.200 euro di costi di produzione diretti, rispetto ai 500 euro della simile Opel Corsa-e costruita nello stabilimento PSA di Saragozza, in Spagna.
Un portavoce di Stellantis ha confermato i dati, spiegando che i costi diretti di produzione includono il lavoro; ammortamento dei costi di ricerca e sviluppo, attrezzature e struttura dell’impianto; e consumo di energia. Tre esperti del settore consultati da ANE per questo articolo, confermano che i costi di produzione diretti sono circa il 20% del costo di produzione totale di un modello di volume medio e fino al 35% per i modelli di lusso di fascia alta e di basso volume.
Ecco come avevano reagito, con la consueta miopia, i sindacati italiani alla notizia della merger tra FCA e PSA che ha dato origine a Stellantis, come riportato da AGI:
Conferme sulla centralità dell’Italia nel nuovo Gruppo, sugli impegni presi da Fca prima della fusione e disponibilità ad avviare un confronto sul piano industriale.
Questo in sintesi quanto viene riferito dai sindacati metalmeccanici, Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Uglm, Aqcfr, al termine dell’incontro, in videoconferenza, con l’amministratore delegato di Stellantis Carlo Tavares, svoltosi a pochi giorni dalla nascita del nuovo Gruppo, con la fusione di Fca e Psa.
“Tavares conferma un forte impegno sull’Italia – ha spiegato il segretario generale della Fismic Confsal, Roberto Di Maulo – L’impatto con il nuovo gruppo dirigente Stellantis è stato molto positivo. Ha ribadito che gli impegni che aveva assunto Fca in Italia, prima della fusione, saranno rispettati e che non ci sarà alcuna chiusura di stabilimenti. L’Italia riveste un ruolo molto importante per il futuro di Stellantis”.
“Il primo incontro dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares è un atto di valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori di Fca in Italia. – hanno sottolineato la segretaria della Fiom Francesca Re David e il responsabile nazionale auto Michele De Palma – Oggi si è aperto un dialogo che continuerà sul piano industriale su cui l’amministratore delegato di Stellantis ha aperto ad un confronto preventivo”. Per la Fim “è positivo il fatto che l’Italia sia centrale nel nuovo Gruppo Stellantis, in particolare per le opportunità e le sinergie che si svilupperanno”.
“Si potranno – osservano il segretario generale Roberto Benaglia e il responsabile auto Ferdinando Uliano – rafforzare i brand italiani e fare nuovi progetti su modelli e brand in particolare Alfa Romeo e Maserati per renderli più performanti e profittevoli e per dare maggiore attività negli stabilimenti”.
Parole positive anche dal segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, che giudica “affermazioni importanti” quelle dell’ad Tavares, che “ha sottolineato l’importanza dell’Italia e ha dichiarato che Stellantis rispetterà tutti gli impegni assunti da Fca prima della fusione”.
Affermazioni, aggiunge Palombella, “che rappresentano il miglior punto di partenza possibile per costruire relazioni sindacali costruttive e efficaci. Confidiamo che avremo l’occasione di proseguire il confronto sul futuro piano industriale, come lo stesso amministratore delegato ci ha assicurato”.
Sulla stessa linea anche il commento del segretario dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera che afferma: “C’è bisogno di fare bene ed in fretta e abbiamo tutti gli ingredienti giusti per far diventare Stellantis un’eccellenza, dall’abbattimento di CO2 alla elettrificazione, alla guida autonoma e perimetri industriali. Possiamo contare su 29 modelli elettrificati in Europa che diventeranno 39 modelli Stellantis alla fine del 2021”.