Google sta per affrontare il giudizio del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti riguardo le misure che dovrebbero essere adottate per smantellare il dominio del gigante tecnologico sul mercato delle ricerche online. I pubblici ministeri dovrebbero presentare un documento entro oggi martedì in un tribunale federale, delineando i possibili rimedi dopo aver sostenuto con successo, in un processo storico, che Google ha agito come un monopolio illegale.
Sarà compito del giudice Amit Mehta del tribunale distrettuale di Columbia, che ha condiviso l’argomentazione del monopolio del DOJ, decidere quali azioni intraprendere ora in una fase separata del processo dedicata ai “rimedi”, che probabilmente inizierà nel 2025.
I possibili rimedi variano dal completo smembramento di Google, alla messa a disposizione dei dati del suo motore di ricerca ai concorrenti, fino alla cessazione di accordi che assicurano il suo motore di ricerca come predefinito su dispositivi mobili e browser internet.
Carl Hittinger, avvocato specializzato in antitrust, ha affermato che elaborare un provvedimento cautelare sarà più complicato che stabilire la responsabilità. Google ha promesso di fare appello. Inoltre, il giudice Mehta potrebbe decidere di non emettere ordini immediati per modificare il comportamento di Google mentre la compagnia impugna la sua sentenza presso la Corte d’Appello competente.
Il giudice perderà il diritto di imporre rimedi se, in appello, si dovesse stabilire che Google non ha violato la legge. E anche se Google non dovesse avere successo e gli venisse ordinato di cambiare comportamento, il giudice Mehta potrebbe successivamente adeguare i suoi ordini per garantire meglio il ripristino della concorrenza.
Certamente, lo smantellamento dell’impero di Google — il più raro dei rimedi antitrust — ha il potenziale di ristrutturare l’universo tecnologico. Questo potrebbe includere la cessione del suo sistema operativo Android, del browser Chrome o della piattaforma AdWords — tutti elementi che indirizzano gli utenti verso la ricerca Google.
Ciascuna di queste soluzioni potrebbe eliminare un flusso di entrate di molti miliardi per il gigante tecnologico, oltre a interrompere l’afflusso di dati che alimenta il suo più ampio ecosistema di ricerca e pubblicità.
Gli esperti legali sono divisi sull’effettiva realizzazione di queste misure. Hittinger ritiene improbabile che ciò avvenga perché il giudice Mehta deve selezionare un rimedio che serva al meglio l’interesse pubblico. “Non puoi semplicemente strappare il tappeto da sotto al pubblico americano che utilizza il servizio di Google, ormai radicato nella nostra cultura, senza un qualche rimedio sostitutivo” ha detto Hittinger. “A meno che altri concorrenti non dispongano di una piattaforma uguale o migliore di quella di Google, cosa dovrebbe usare il pubblico nel frattempo?”
La cessione di Android da parte di Google potrebbe avere conseguenze anche per i dispositivi che non sono utilizzati esclusivamente per la ricerca su internet.