Italia, crolla l’inflazione ma è stagnazione: Pil a zero

Scongiurata per lo 0,1% la recessione tecnica: crescita economica a 0 (zero) nel terzo trimestre 2023. A ottobre, secondo l'Istat, l'inflazione scende a +1,8% dal 5,3 di settembre. Ancora a +6,3% i prodotti alimentari. L’ultimo monito di Visco: "Attenti a debito e spesa".

La foto dell’economia italiana è molto chiara: scende l’inflazione ma arriva la stagnazione, il Pil è fermo.

  1. Crescita a zero per l’Italia nel terzo trimestre del 2023. L’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia rimasto stazionario sia rispetto al trimestre precedente, sia rispetto al terzo trimestre del 2022. Lo comunica l’istituto di statistica confermando che la crescita acquisita per l’intero 2023 resta a +0,7% come già nel secondo trimestre. L’economia italiana rimane stabile nel terzo trimestre del 2023 dopo il calo fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. – spiega l’Istat – Anche la dinamica tendenziale risulta stabile, interrompendo una crescita che durava da dieci trimestri consecutivi. La crescita acquisita del Pil si stabilizza perciò allo 0,7%, valore uguale a quello fatto registrare nel secondo trimestre dell’anno. Il risultato è la sintesi, dal lato della produzione, di un calo del valore aggiunto dell’agricoltura, di una crescita dell’industria e di una sostanziale stabilità del settore dei servizi. Dal lato della domanda, si registra un contributo negativo della domanda al lordo delle scorte e un contributo positivo della domanda estera netta. Nel terzo trimestre di quest’anno il Pil nell’Eurozona è diminuito dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Nell’insieme dei ventisette Paesi Ue è invece salito dello 0,1%. Lo rende noto Eurostat nella sua prima stima flash diffusa oggi. Rispetto allo stesso trimestre del 2022, il Pil ha segnato un aumento dello 0,1% in entrambe le zone.
  2. Netto calo dell’inflazione annua a ottobre, ai minimi dal luglio del 2021. Secondo le stime preliminari dell’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, registra una diminuzione dello 0,1% su base mensile e un aumento di 1,8% su base annua, da +5,3% di settembre. “L’inflazione – spiega l’Istat nel commento – evidenzia un netto calo, scendendo a +1,8%, dato che non si registrava da luglio 2021 (+1,9%)”.  Frena la sua corsa, anche il cosiddetto “carrello della spesa” a ottobre evidenziando che rallentano ulteriormente in termini tendenziali i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +8,1% a +6,3%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +6,6% a +5,6%). L'”inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi rallenta anch’essa (da +4,6% a +4,2%), così come quella al netto dei soli beni energetici (da +4,8%, registrato a settembre, a +4,2%).

L’ultimo monito di Visco: “Attenti a debito e spesa”

Attenzione al debito, ma anche ai tagli indiscriminati alla spesa. È il doppio avviso che Ignazio Visco, nel suo ultimo giorno da governatore della Banca d’Italia, lancia a governo, banche e mercati.  Mentre il suo successore Fabio Panetta si insedierà mercoledì a  Via Nazionale, Visco  avverte che l’economia italiana ristagna e i rischi sono orientati al ribasso. Senza citare il governo Meloni e il ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti, Visco sostiene che nei necessari tagli non bisogna “come in passato, compromettere la qualità della spesa pubblica e la sua capacità di sostenere la crescita” ma chiede di compiere “scelte sulla base di priorità ben definite”, indirizzano le risorse “verso quegli investimenti che il settore privato non potrebbe porre in atto”.

 

 

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