La notte scorsa i caccia americani hanno bombardato la città appena presa dagli estremisti. Durante le operazioni sarebbe stato ucciso anche il mullah Nasir, molto vicino al numero uno del movimento.
L’aviazione degli Stati Uniti ha portato a termine due raid in Afghanistan a Sangin, distretto del sud del Paese di cui per la maggior parte hanno preso il controllo i talebani questa settimana. Lo riferiscono fonti ufficiali, mentre prosegue la battaglia per la provincia strategica di Helmand. Mercoledì 23 dicembre i talebani, che già controllano quasi tutto il distretto di Sangin, hanno annunciato di avere preso il controllo di edifici amministrativi e di polizia nel centro della città; il governo locale ha smentito questo annuncio, sostenendo di avere respinto l’avanzata. I talebani provano a ristabilire il loro regime dopo che l’intervento militare del 2001 guidato dagli Stati Uniti li ha scalzati dal potere.
Il ministero afghano dell’Interno, riferisce la Bbc, che cita un portavoce della Nato, ha confermato l’uccisione, durante le operazioni militari della notte scorsa, di un comandante locale dei talebani – il mullah Nasir, che viene descritto come molto vicino al leader del movimento, il mullah Mansour – e di 50 insorti a Sangin. In dichiarazioni all’agenzia di stampa Xinhua, Abdul Manan Nijrabi, comandante militare afghano, ha affermato che in raid aerei sull’area sono stati uccisi o sono rimasti feriti un centinaio di insorti. I talebani sostengono di “controllare pienamente” dal pomeriggio di mercoledì 23 dicembre il distretto di Sangin, ma vari funzionari afghani – sottolinea la Bbc, che cita anche un senatore di Helmand, Hashim Alokozai – affermano che il governatorato e il quartier generale della polizia sono di nuovo sotto il controllo delle forze afghane. Secondo il governatore Mizra Khan Rahimi, interpellato dalla Xinhua, la “situazione” sarebbe “sotto controllo”.
I talebani controllano già tre distretti della provincia di Helmand, come pure ampie parti degli altri distretti fuori dai centri principali e hanno anche il controllo di strade strategiche, il che rende difficile per le forze di sicurezza portare rinforzi e rifornimenti alle proprie unità sul campo. La perdita di Sangin però, per il cui controllo forze Usa e britanniche si sono battute per anni, sarebbe un duro colpo per le potenze occidentali che sostengono il presidente afghano Ashraf Ghani, il quale adesso combatte da solo dal momento che a fine 2014 le forze internazionali hanno terminato le proprie operazioni di combattimento.
Alcuni consiglieri militari della Nato sono stati inviati nell’Helmand, e un contingente extra britannico arriverà questa settimana, ma le autorità sottolineano che abbiano un ruolo puramente consultivo e non hanno confermato le notizie secondo cui sarebbero presenti anche unità delle forze speciali.