Secondo il professore americano, Lyle J. Goldstein, le relazioni tra Mosca e Pechino non sono tenute nel giusto conto. Ecco invece perché bisognerebbe seguire con più attenzione le due nazioni.
Le azioni del presidente russo in Siria e il rafforzamento delle relazioni russo-cinesi aumentano in modo significativo la necessità di comprendere il percorso di sviluppo delle relazioni tra Mosca e Pechino, in quanto in ultima analisi potrebbe nascere un potente colosso eurasiatico geopolitico, ritiene il professore americano Lyle J. Goldstein. Lo ha scritto in un articolo per la rivista “The National Interest”.
“I segni di una collaborazione crescente tra la Russia e la Cina sono chiaramente visibili”, — è convinto Goldstein, ricordando le visite reciproche dei presidenti dei due Paesi alle rispettive parate militari della Vittoria, che sottolineano la “storia comune di sofferenza durante la Seconda Guerra Mondiale.”
Inoltre, scrive il professore, gli alleati occidentali dopo lo sviluppo della crisi in Ucraina stanno cominciando a temere che le relazioni tra Mosca e Pechino, prima o poi potrebbero trasformarsi in un’alleanza politico-militare a tutti gli effetti.
“Guardando la strategia di Putin in Siria, molti diplomatici di Pechino si attengono alla classica massima cinese “trovarsi sulla vetta della montagna e guardare la battaglia delle tigri.” Tuttavia gli analisti occidentali dimostrano un eccessivo scetticismo in merito allo sviluppo delle relazioni russo-cinesi. La storia mostra molti esempi di cooperazione di alto livello tra Mosca e Pechino. Una doppia combinazione di “riequilibrio” in tandem con il fatto che l’Occidente sta ancora sviluppando una risposta strategica alla crisi ucraina, può essere sufficiente per rafforzare l’importanza geopolitica del contrappeso eurasiatico,”- conclude l’autore
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Sputniknews