Aumenta la produzione industriale, consumatori scettici: “Dato zoppicante”

Positivi i dati rilevati dall’Istat nel mese di ottobre (+0,5%), ma per Federconsumatori e Adusbef non c’è il cambio di passo: “Disoccupazione ancora allarmante” A ottobre 2015 l’indice …

Positivi i dati rilevati dall’Istat nel mese di ottobre (+0,5%), ma per Federconsumatori e Adusbef non c’è il cambio di passo: “Disoccupazione ancora allarmante”

A ottobre 2015 l’indice destagionalizzato della produzione industriale è aumentato dello 0,5% rispetto a settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre 2015 la produzione è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente. Sono questi i dati contenuti nell’ultima rilevazione condotta dall’Istat.

Corretto per gli effetti di calendario, a ottobre 2015 l’indice è aumentato in termini tendenziali del 2,9% (i giorni lavorativi sono stati 22 contro i 23 di ottobre 2014). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione è aumentata dell’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, prosegue la nota. L’indice destagionalizzato presenta variazioni congiunturali positive nei raggruppamenti dei beni di consumo (+1,4%), dei beni intermedi (+0,9%) e dei beni strumentali (+0,6%); l’unico tra i principali raggruppamenti d’industrie a registrare una variazione negativa è quello dell’energia (-0,7%), continua la nota.

In termini tendenziali gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, a ottobre 2015, aumenti che coinvolgono tutti i comparti: aumentano i beni strumentali (+4,8%), i beni intermedi (+2,4%), i beni di consumo (+2,1%) e l’energia (+2,0%), prosegue l’Istat. Per quanto riguarda i settori di attività economica, a ottobre 2015, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+23,9%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+15,9%) e della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+15,8%). Le diminuzioni maggiori si rilevano nei settori dell’attività estrattiva (-7,8%), delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (-3,6%) e delle industrie alimentari, bevande e tabacco (-1,4%), conclude l’Istat.

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Ma questi segni più non convincono i consumatori. Come conferma quanto scrive l’Agi.

Il dato sulla produzione industriale a ottobre “si tratta di un segnale indubbiamente positivo ma che non deve essere sopravvalutato: se da una parte è confortante il fatto che la produzione nel settore industriale non subisca diminuzioni, è altrettanto vero che il dato è ancora troppo zoppicante e incerto per poter essere considerato un vero e proprio segnale di ripresa. Le condizioni in cui versa il nostro Paese sono ancora instabili e riteniamo che sia prematuro pensare che il lungo periodo di crisi che da anni grava sul nostro sistema economico sia passato”. Lo sostengono Federconsumatori/Adusbef. “Il vero problema è che non c’è ancora traccia degli investimenti che abbiamo ripetutamente invocato e che sono indispensabili non solo per risollevare l’occupazione ma anche per dare una nuova spinta alla domanda interna” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. “L’attuazione del Piano Straordinario per il Lavoro che chiediamo da tempo non può più essere rimandata. Il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli a dir poco allarmanti e in tutto il Paese sono necessarie opere di messa in sicurezza di scuole e ospedali e di modernizzazione di infrastrutture, reti e trasporti. La crescita e la ripresa non possono prescindere dalla creazione di nuovi posti di lavoro: considerando che giovani e meno giovani senza occupazione sono sostenuti dalle famiglie più che dallo Stato (con un costo mensile di circa 450-500 Euro), il rilancio della domanda occupazionale innescherebbe un circolo virtuoso che porterebbe alla ripresa di redditi e consumi”, concludono.

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