Bari-Salerno-Bruxelles: c’è un filo rosso che collega l’Italia alle stragi dell’Isis

Indagini sul capoluogo pugliese, ritenuto base per il supporto logistico e la fornitura di documenti falsi ai foreign fighters. Sempre più indizi confermano che i terroristi transitano in zone …

Indagini sul capoluogo pugliese, ritenuto base per il supporto logistico e la fornitura di documenti falsi ai foreign fighters. Sempre più indizi confermano che i terroristi transitano in zone specifiche del nostro Paese.

Diverse tracce dei terroristi che hanno colpito il cuore dell’Europa portano in Italia, in particolare a Bari, considerata un crocevia importante. I pm hanno infatti aperto un’indagine che mira ad accertare se il capoluogo pugliese sia diventato una base per il supporto logistico e la fornitura di documenti a foreign fighters di ritorno da Siria e Iraq. Sono in corso verifiche sui contatti, analisi di chat, profili social e tabulati telefonici.

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I terroristi passati dall’Italia – Sono tanti i terroristi passati dall’Italia: Khalid El Bakraoui e Salah Abdeslam, due dei membri della cellula che ha pianificato e realizzato gli attentati di Parigi e Bruxelles. E poi Djamal Eddine Ouali, l’algerino che avrebbe fornito i documenti falsi allo stesso Salah e ad altri due terroristi, e Mohammed Lahlaoui, un marocchino arrestato in Germania due giorni dopo le stragi di Bruxelles sul cui telefono la polizia ha trovato collegamenti con uno dei kamikaze di Zaventen.

Il kamikaze della metro di Bruxelles soggiornò a Venezia – Esemplificativa del “ruolo” dell’Italia nelle rete del terrore è la vicenda di El Brakraoui. Il terrorista che si è fatto saltare nella metro di Maelbeek alle 8.25 del 23 luglio è atterrato all’aeroporto di Treviso con un volo Ryanair proveniente da Bruxelles. Il biglietto era stato acquistato con carta di credito da un altro uomo, Abderahman Benamor. Al momento del check-in El Bakraoui si è registrato con un documento d’identità belga.

Bakraoui usò l’identità di un calciatore – Il giorno dopo viene registrato su un volo Volotea in partenza dall’aeroporto di Venezia alle 6 con destinazione Atene e nelle 22 ore che resta in Italia pernotta presso l’hotel Courtyard by Marriott Venice Airport di Venezia. A quell’epoca El Bakraoui era ricercato dalle autorità belghe, che però non avevano inviato nessuna segnalazione all’Italia. Tra le varie false identità usate anche quella dell’ex giocatore dell’Inter Ibrahim Maaroufi.

Salah fece più volte tappa a Bari – Una settimana dopo, è la volta di Abdeslam Salah: il 1 agosto è a Bari, in auto con un amico, per imbarcarsi per la Grecia. Nei quattro giorni successivi sparisce. Gli investigatori ipotizzano possa essere arrivato anche in Siria. Salah si ripresenta poi a Bari con il traghetto proveniente dalla Grecia il 6 mattina. Nel suo viaggio di ritorno verso Bruxelles utilizza 3 volte la carta di credito, per fare rifornimento, e poi lascia l’Italia.

La filiera dei documenti falsi – Inoltre il 38enne iracheno Ridha Shwan Jalal era stato fermato mentre tentava di imbarcarsi per la Grecia proprio il giorno in cui Salah rientrava in Italia. L’iracheno è l’uomo che mesi prima, in un’agenzia a Matera, aveva chiesto un preventivo per 20 biglietti aerei dall’Iraq a Parigi. Gli iracheni sarebbero dovuti partire a gruppi di 5 dall’aeroporto di Sulayrmaniyah, nel Kurdistan, e arrivare a Parigi dopo uno scalo ad Istanbul.

L’indagine sull’algerino Ouali – La filiera dei documenti falsi è anche la pista che ha portato in carcere Djamal Eddine Ouali, l’algerino arrestato a Salerno, che secondo i belgi faceva parte di una rete che avrebbe fornito documenti a Salah, Laachroui (uno dei due kamikaze di Zaventen) e a Mohammed Belkaid, l’uomo rimasto ucciso nel blitz che ha portato alla cattura di Abdeslam. L’uomo si dice innocente ma le indagini sono in corso soprattutto per accertare cosa abbia fatto nei tre mesi passati in Italia (è entrato ad inizio gennaio dal Brennero), chi abbia incontrato e con chi abbia avuto contatti.

Lahlaoui ha vissuto per anni nel Bresciano – Una vecchia conoscenza italiana è infine il marocchino Mohammed Lahlaoui: l’uomo è stato arresto in Germania qualche giorno dopo l’attentato di Bruxelles e sul suo telefonino, ha scritto il settimanale Der Spiegel, gli investigatori hanno trovato contatti e sms proprio con Bakraoui. Il marocchino ha vissuto a Vestone, nel Bresciano, tra il 2007 e il 2014; ai domiciliari per reati contro il patrimonio e la persona, due anni fa fu espulso ma anziché tornare in Marocco è andato in Germania.

Fonte: TgCom24

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