Bce ritira il 500 euro (“Bin Laden”) preferito da criminali ed evasori. Totale: 306 miliardi

La Bce ha deciso lo stop alla produzione della banconota da 500 euro, la cui emissione verrà interrotta “intorno a fine 2018”. Lo rende noto la banca centrale, …

La Bce ha deciso lo stop alla produzione della banconota da 500 euro, la cui emissione verrà interrotta “intorno a fine 2018”. Lo rende noto la banca centrale, parlando di “preoccupazioni che questa banconota possa facilitare attività illegali”.

«La banconota da 500 euro – precisa la Bce – manterrà sempre il suo valore e può essere cambiata presso le banche centrali dell’Eurosistema per un periodo di tempo illimitato».

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Viene considerato il taglio più legato ad attività criminali e riciclaggio. Per questo il consiglio direttivo della Bce, riunito a Francoforte oggi, mercoledì 4 maggio, annuncerà l’addio alla banconota da 500 euro. La decisione, di cui si parlava già da un po’, diventa operativa adesso che alla criminalità organizzata si aggiungono le minacce del terrorismo.

Il taglio più grosso delle banconote in euro è stato ripetutamente criticato dai ministri delle Finanze dell’Eurogruppo. Il presidente della Bce Mario Draghi aveva più volte denunciato l’utilizzo della banconota da 500 euro nelle attività criminali e di riciclaggio. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, era stato invece sempre scettico sulla sua abolizione.

IL LEGAME TRA LE BANCONOTE DA 500 E LE ATTIVITA’ ILLECITE – Che i 500 euro siano sinonimo di economia sommersa, è un fatto noto da quando le maxibanconote sono entrate in circolazione. Lo sanno le autorità in Italia, dove la Banca d’Italia e la Guardia di Finanza negli ultimi anni hanno avvertito più volte il Parlamento che i tagli grossi (200 e 500 euro, appunto) sono i preferiti per il riciclaggio considerando la facilità di trasporto e la possibilità di nascondere somme ingenti in poco spazio.

Lo sanno da almeno sei anni anche le autorità in Europa: nel 2011 la stessa Bce ha stimato che il valore delle banconote da grosso taglio sfiorava quasi il 35% del circolante in banconote: un dato eccessivo rispetto all’uso comune, che ha alimentato i sospetti di un uso funzionale alle attività di riciclaggio, terrorismo ed evasione fiscale. L’anno precedente, la polizia inglese arrivò a stimare al 90% il suo uso per scopi criminali, tanto che impose alle banche e agli uffici di cambio nel Regno Unito di non accettare le banconote viola.

C’E’ CHI E’ CONTRARIO ALL’ABOLIZIONE– La Bundesbank, con il governatore tedesco Jens Weidmann, spiega che se ciò accadesse, i cittadini potrebbero perdere fiducia nella moneta unica. La banca centrale tedesca, in pratica, si chiede perché gli europei dovrebbero avere fiducia nelle altre banconote, se il taglio più grosso venisse dichiarato fuori corso per la sua presunta natura criminale.

Inoltre, la Direzione Banconote della BCE smentiva pochi mesi fa che i 500 euro possano essere utilizzati in misura massiccia dagli ambienti criminali, sostenendo che ben l’85% di questi servirebbe come riserva di valore, specie all’estero, mentre solamente il 15% per effettuare transazioni e solo una parte di queste sarebbe di natura illecita.

QUANTO VALGONO I 500 EURO – Le banconote da 500 euro valgono complessivamente 306,8 miliardi, quasi il 30% dell’intera massa monetaria emessa dalla BCE e sono seconde per importanze alle sole banconote da 50 euro, che in tutto valgono in circolazione quasi 400 miliardi. Il loro valore è triplicato sin dal 2002, anno di entrata dell’euro nelle tasche dei cittadini dell’unione monetaria. Sul piano internazionale, il taglio da 500 euro è il secondo di maggiore valore dopo quello di 1.000 franchi svizzeri e questo sarebbe un argomento a favore di quanti ne chiedono l’abolizione.

COME AVVERRA’ IL RITIRO – Per capirlo, basta leggere il comunicato di qualche giorno fa della Banca di Grecia, che ha ordinato agli istituti ellenici di registrare le generalità dei clienti, che portano loro agli sportelli i tagli di colore viola. Chiunque abbia in tasca anche una sola banconota da 500 euro sarà “schedato”, in modo da risalire all’uso che presumibilmente ne abbia fatto.
E dopo avere eliminato le banconote da 500 euro, esiste anche la scusa ufficiale per provvedere all’eliminazione di quelle di taglio inferiore. Se così fosse, sparirebbe dalla circolazione il 70% del contante, per cui le transazioni di un certo peso dovrebbero essere necessariamente regolate con carte di debito, di credito, prepagate o assegni.

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Fonte: Repubblica

Addio alla banconota da 500 euro mossa antiriciclaggio di Draghi

di Tonia Mastrobuoni

BERLINO. In gergo lo chiamano “Bin Laden”. Ed è spacciato. Il bigliettone da 500 euro prediletto dai signori della droga, dai riciclatori di denaro sporco, dalle mafie di ogni angolo del mondo e dai trafficanti di armi, ha le ore contate. La Banca centrale europea potrebbe decidere di abolirlo oggi. La discussione è ancora sul come, se prevedere una data entro la quale dichiararlo fuori corso o smettere semplicemente di stamparlo, ma nel Consiglio direttivo prevarrebbe la seconda ipotesi, quella insomma di lasciarlo andare ad esaurimento, evitando “traumi” come una vera e propria data di scadenza.

Una mossa annunciata mesi fa dal presidente, Mario Draghi, che l’ha motivata così: «è sempre più uno strumento per attività illegali». Ma da quando è noto che la riunione del Consiglio direttivo potrebbe deciderne stamane la fine, in Germania è polemica. E il curioso feticismo da banconota di un popolo associato spesso alla razionalità e al progresso tecnologico, ha ripreso a produrre editoriali indignati e commenti paranoici. Uno dei quali sostiene che la fine di “Bin Laden” costerebbe la bellezza di 500milioni di euro.

Il consigliere della Bundesbank, Carl-Ludwig Thiele, ha criticato sia l’abolizione del la banconota da 500 euro — che rappresenta appena il 3% degli scambi ma un’enormità, in termini di valore, quasi 300 miliardi di euro, il 30% del tutto il contante — sia il piano della Commissione europea di introdurre un tetto ai pagamenti in contanti. C’è il rischio, ha aggiunto, che «pezzo dopo pezzo muoia la libertà».
Il pathos non meravigli: sui contanti, i tedeschi sono il popolo più nostalgico del mondo. E in queste settimane stanno mettendo insieme, come fa Thiele, i dossier più disparati per alimentare una paranoia atavica: quella che qualcuno voglia strappare loro di mano per sempre monetine e banconote. Come scrisse non la popolare Bild, ma la borghesissima Frankfurter Allgemeine Zeitung in un vibrante editoriale: «i contanti sono la libertà». Ma in realtà, al di là della discussione sul “Bin Laden” o sul limite ai pagamenti in contanti, nessuno si è mai sognato di proporre in Germania l’abolizione del “cash”. E’ un fantasma che gira per il paese senza un referente reale.

La minaccia recente di Georg Fahrenschon, presidente delle Sparkassen, delle potentissime Casse di risparmio, di trasferire i tassi negativi che la Bce sta applicando ai depositi per le banche, persino ai conti dei risparmiatori tedeschi, è invece reale. E non fa che rendere i toni ancora più aggressivi. Getta benzina sul fuoco di chi sostiene che a fronte di una politica monetaria che si sta mangiando i risparmi, si stia anche attentando alla libertà di rifugiarsi nei contanti.

La verità è che i tedeschi comprano tantissimo “cash”, dall’automobile usata alla lavatrice al televisore, chi è stato a Berlino o a Monaco anche solo un’ora, sa quant’è difficile pagare con la carta di credito. E per i più anziani, l’abolizione del pezzo da 500 euro sarà ancora più incomprensibile. Fino a quindici anni fa, quando c’era il marco, il taglio grosso era da mille, l’equivalente di un milione di vecchie lire. In Italia il massimo erano le banconote da 500mila, ma erano usate molto più raramente di quelle da mille marchi.

E per capire il feticismo da biglietti e monetine che affligge il popolo di Angela Merkel, è sufficiente pensare anche alla mania scoppiata di recente attorno alla prima moneta da cinque euro mai stampata nel mondo. L’hanno fabbricata ovviamente loro, e nonostante il nome inglese, “Planet Earth”, basta uno sguardo per capire che è molto tedesca. E’ infatti identica al vecchio “Heiermann”, alla moneta da cinque marchi. Anche questo è un aspetto che non bisogna dimenticarsi mai: l’unico simbolo di potere che la Germania si sia mai concessa nel Dopoguerra, dopo la tragedia del nazismo, è stato il marco. E se ne sono staccati con enorme fatica.

La paura di venire privati dei contanti è emersa anche quando alla vigilia delle elezioni regionali di marzo, il ministero delle Finanze aveva paventato l’idea di introdurre un limite di 5.000 euro ai pagamenti “cash”. La levata di scudi è arrivata fino alla Bundesbank, finché Wolfgang Schaeuble ha rimbalzato il rovente dossier a Bruxelles. Dove la riflessione sulla possibile introduzione di un tetto ai contanti è in corso da un pezzo. Ieri una fonte del ministero ricordava che «non c’è nessuna novità». L’Ecofin ha incaricato a febbraio la Commissione di esaminare un’ipotesi del genere. «Ora si tratta solo di aspettare. I risultati non ci sono ancora». Un sospiro di sollievo. Almeno, per Berlino.

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1 commento

  1.   

    L’abolizione del contante, è il vero obiettivo di questo manipolo di oligarchi: i grandi criminali trafficano bene attraverso stati come il Lussemburgo, del presidente della commissione europea Jean-Claude Juncker, come le Cayman, antica roccaforte dei pirati e così via. Poi magari fanno come Google ed altre corporations, che vengono accolti a braccia aperte dall’europa e poi non pagano un caspio di tasse. L’abolizione della banconota da 500 euro li sta facendo tremare certamente. Comunque questa moneta è cosa loro, per cui ne facciano quello che gli pare.