Secondo un rapporto di Transparency International, l’Europa ha delegato alla Banca Centrale guidata da Mario Draghi non solo la salvezza dell’euro ma l’intera politica economica di 28 stati membri, in assenza di un ministro del Tesoro e di un governo Ue.
La Bce ha salvato l’euro più volte, ma l’assenza di un ministro delle finanze della zona euro ha fatto sì che essa “stirasse” il suo mandato in modo eccessivo, prendendo decisioni vitali in modo poco trasparente e senza una verifica democratica.
Perciò, «se l’euro deve sopravvivere alla prossima crisi, gli Stati membri devono smettere di nascondersi dietro i tecnocrati della Bce, superare l’inerzia politica e riformare seriamente l’Eurozona».
È la conclusione a cui giunge il rapporto di Transparency International sulla Banca centrale, la quale, secondo l’ong, dovrebbe aumentare la sua trasparenza per diventare più «affidabile» per i cittadini.
>>> IL RAPPORTO SULLA BCE DI TRANSPARENCY INTERNATIONAL
Il rapporto cita l’esempio di quanto accaduto con la Grecia, al picco della sua crisi nel 2015: la Bce ha ripetutamente limitato il tetto dell’ELA (liquidità d’emergenza) per le banche del Paese, senza annunciarlo. Questo potere «discrezionale» le ha permesso «di mettere pressione sulle banche greche mentre allo stesso tempo negoziava le riforme per il salvataggio in quanto parte della Troika», scrive il rapporto.
«La stessa dinamica può accadere con il nuovo negoziato greco o con la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena».
«Chiare decisioni che hanno effetti sul destino dell’intera economia dovrebbero avere qualche forma di controllo democratico. La Bce non dovrebbe essere nella posizione di staccare la spina alla membership di un Paese nell’euro, decisione che sta invece a politici democraticamente eletti», ha detto Leo Hoffmann-Axthelm, coordinatore di Transparency International.
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Le decisioni della Banca centrale europea devono essere messe sotto più stretto controllo “democratico”, dato che alcune scelte, fra cui quelle riguardanti il negoziato con la Grecia e la ricapitalizzazione del Monte dei Paschi di Siena, hanno sconfinato nella politica, secondo l’organizzazione non governativa anti-corruzione Transparency International.
In un rapporto sulla Bce pubblicato oggi, Transparency International riconosce che le azioni dell’istituto di Francoforte hanno salvato l’euro in più di un’occasione, ma ha dovuto assumersi responsabilità al di là del suo mandato di preservare la stabilità dei prezzi e «l’assenza di un ministro delle Finanze dell’Eurozona come controparte della Bce ha portato la banca a estendere il suo mandato fino al punto di rottura», dice Leo Hoffman-Axthelm, ricercatore dell’ong. «Perché l’euro sopravviva alla prossima crisi – afferma – gli Stati membri devono smettere di nascondersi dietro i tecnocrati della Bce, superare l’inerzia politica e riformare seriamente l’Eurozona».
Transparency International cita fra l’altro, fra le azioni intraprese dalla Bce, l’intervento nei salvataggi dei Paesi europei in crisi e in particolare quello sulla Grecia e chiede che la banca esca dalla “troika” che conduce i negoziati con Atene. Vengono menzionate inoltre, fra le iniziative “politiche”, le lettere inviate ai Governi di Italia e Spagna nell’estate del 2011.
L’organizzazione avanza una serie di raccomandazioni perché la Bce venga resa più responsabile davanti alle altre istituzioni europee e adotti maggiore trasparenza, per poter conservare la propria indipendenza. In particolare, il rapporto chiede che la banca cerchi un accordo con l’Eurogruppo e il Parlamento europeo che indichi le procedure per l’approvazione politica di misure necessarie, ma che vanno al di là del mandato indicato dal Trattato. La Bce dovrebbe anche riferire al Parlamento europeo la sua posizione in consessi internazionali, come il Comitato di Basilea sulla vigilanza bancaria.
La Bce, in una nota, ha ricordato di aver collaborato con Transparency International e di essere sempre disponibile al dialogo e che il rapporto riconosce alcune misure giù prese in termini di trasparenza e responsabilità, come la pubblicazione del resoconto delle decisioni di politica monetaria e delle agende dei membri del comitato esecutivo. Tuttavia, osserva, alcune delle raccomandazioni sono «al di fuori del mandato o non sono previste dal Trattato».
Elmoamf
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L’interesse di T.I. sulla necessità di riformarme la struttura e la mission della BCE è direttamente proprorziale all’interesse di taluni poteri forti di consolidare le loro personali posizioni nella scacchiera del controllo globale.
Saluti.
Elmoamf
Nakatomy
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Mario ,
se viene confermata ufficialmete con prove certe e documentate
*finanziamenti alle ONG di questo bastardo di Soros*
Merita di passare a miglior vita con la spada di un Crociato +
Quante persone sono morte per colpa di questo buonismo ?
ronin
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da che pulpito
ronin
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Funzionari italiani vogliono che si indaghi sui trasportatori di migranti supportati dalla ONG di Soros
DI WILLIAM CRADDICK
https://comedonchisciotte.org/funzionari-italiani-vogliono-che-si-indaghi-sui-trasportatori-di-migranti-supportati-dalla-ong-di-soros/
Autorità italiane chiedono il monitoraggio del finanziamento di una flotta ONG che porta nell’UE migranti dalle coste del Nord Africa. Un rapporto della Guardia Costiera illustra come i membri della flotta agiscano da complici ai trafficanti di esseri umani e contribuiscano direttamente al rischio di morte che i migranti affrontano quando tentano di entrare in Europa.
La relazione di Frontex , agenzia europea di controllo delle frontiere, indica che le navi ONG offrono un servizio navetta affidabile per gli immigrati dal Nord Africa verso l’Italia. La flotta riduce i costi del contrabbando ed elimina la necessità di procurarsi navi in grado di fare un viaggio completo per le coste europee attraverso il Mediterraneo. I trafficanti sono anche in grado di operare rischiando molto meno l’arresto da parte di agenti delle forze dell’ordine europee. Frontex ha osservato che i trafficanti hanno intenzionalmente cercato di modificare la propria strategia, inviando i propri barconi alle navi gestite dalla flotta ONG piuttosto che alle forze militari italiane od europee.
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