Nel 2015 il pil brasiliano ha ceduto il 3,8% rispetto all’anno precedente, registrando la perdita piu’ forte almeno dal 1996. Lo ha indicato l’Istituto brasiliano di geografia e statistica Ibce. Nel quarto trimestre dell’anno scorso il pil e’ sceso dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e del 5,9% su anno (nella foto la premier Dilma Roussef).
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L’agenzia americana Moody’s qualche giorno fa aveva ridotto il rating assegnato al Brasile di due gradini, a ‘Ba2’ da ‘Baa3’, con una valutazione che scivola dunque in area ‘non investment grade’.
L’outlook associato al nuovo rating è ‘negativo’.
In una nota Moddy’s spiega che la decisione riflette la prospettiva di un ulteriore peggioramento dei livelli di debito del Paese in un contesto di bassa crescita, con la previsione di un rapporto debito/Pil che supererà quota 80% entro tre anni.
Moody’s sottolinea inoltre la difficile situazione politica del Paese, “che continuerà a complicare gli sforzi di consolidamento fiscale delle autorità e a ritardare le riforme strutturali”.
Il rating brasiliano è stato recentemente oggetto di downgrade anche da parte di S&P, la settimana scorsa, e di Fitch, a metà dicembre. (Reuters)
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